Rassegna Stampa

11 – 20 maggio 2013

Successo della manifestazione contro la nuova centrale dell’Enel

A proposito del Piano Paesaggistico

Inceneritori: il presidente ci ripensa

Firenze: diventa più difficile  monetarizzare gli standard urbanistici

LE DENUNCE DEI COMITATI

SEGNALAZIONI

Il tour “rifiuti zero”


COMUNICATO STAMPA DELLA RETE RIFIUTI ZERO

Il Presidente della Regione Toscana Rossi ha dichiarato sulla stampa e nel convegno organizzato a Capannori che vuol “riscrivere il Piano Regionale Rifiuti” confrontandosi con l’esperienza di Rifiuti Zero.

Accogliamo positivamente queste dichiarazioni dal momento che troppe volte in passato la Regione Toscana ha fatto finta che non esistessero in maniera concreta ed anche sul proprio territorio pratiche virtuose di molti comuni che hanno già aderito a Rifiuti Zero e che, peraltro, si trovano ad opporsi alle scelte di nuovi impianti d’incenerimento appoggiate dall’assessore regionale Bramerini.

Valga per tutti l’esempi del comune di Greve in Chianti che ha di recente aderito alla strategia rifiuti zero ma deve combattere contro la scelta di costruire un nuovo inceneritore!

Se il presidente Rossi crede in ciò che ha detto deve prendere atto che troppe amministrazioni locali sono ancora ben sotto la soglia di raccolta differenziata del 65% prevista dalla legge nazionale e perciò obbligano, addirittura, i propri cittadini a pagare penali salate per lo smaltimento rifiuti.

La Toscana potrebbe oggi attingere alla preziosa esperienza di Rossano Ercolini (vincitore del Goldman Environmental Prize proprio per Rifiuti Zero e direttore del Centro Ricerca Rifiuti Zero) e del comune di Capannori (primo comune italiano ad aver aderito a Rifiuti Zero) per spingere in avanti la raccolta differenziata sfruttando anche la consulenza di esperti europei come Enzo Favoino che già ha collaborato con tante amministrazioni nel passaggio dalla raccolta stradale al Porta a Porta.

Per quanto riguarda la nostra campagna senz’altro prendiamo sul serio le dichiarazioni del governatore Rossi ma intendiamo rilanciarle per modificare davvero “profondamente” il futuro piano dei rifiuti. Centinaia di cittadini toscani stanno raccogliendo le firme per la Legge d’Iniziativa Popolare per Rifiuti Zero che prevede, tra l’altro, l’obbligatorietà della Raccolta Differenziata Porta a Porta per tutti i comuni e la moratoria sui nuovi impianti d’incenerimento proposti.

Chiediamo alla Regione Toscana di prendere atto di questa realtà innegabile e di anticipare queste proposte nazionali nel proprio futuro Piano Rifiuti.

Al governatore Rossi diciamo che IL FUTURO E’ GIA’ OGGI! E che i cittadini toscani non intendono sopportare ancora le proposte di nuovi impianti d’incenerimento o dell’ampliamento di quelli esistenti. Per questo la nostra campagna prepara per il prossimo fine settimana ben tre serata di lancio della Proposta di Legge per Rifiuti Zero in alcuni dei luoghi più “caldi” per l’opposizione ai nuovi impianti previsti.

IL NOSTRO “RIFIUTI ZERO” TOUR FARA’ TAPPA:

VENERDI’ SERA A PONTEDERA (si pensi alla proposta del gassificatore di Castelfranco di Sotto);

SABATO POMERIGGIO A FIRENZE (contro l’impianto di Case Passerini);

DOMENICA POMERIGGIO A LIVORNO (CONTRO I PROGETTI DI NUOVI INCENERITORI)

Seguirà all’inizio della prossima settimana UN INCONTRO A PISA il cui inceneritore funzionante di Ospedaletto è di nuovo salito alla ribalta delle cronache per lo “sforamento” delle emissioni inquinanti.

INSOMMA GOVERNATORE ROSSI NON LE CHIEDIAMO DI “FARE MIRACOLI” MA DI ASCOLTARE LA VOCE DEI SUOI CITTADINI CHE CHIEDONO DAVVERO UNA SVOLTA VERSO RIFIUTI ZERO E VERSO IL FUTURO!

Cementificio

La combustione dei rifiuti nei cementifici

Un appello alla politica e al buon senso.

Il 23 gennaio 2013 è arrivata alla Camera la proposta di legge denominata “Utilizzo di combustibili solidi secondari (CSS) in cementifici soggetti al regime dell’autorizzazione integrata ambientale”, in seguito alla sua approvazione da parte del Senato.

Il testo è consultabile cliccando qui ed è imminente la discussione per l’approvazione definitiva del testo. Qualora questo avvenga, ci sarebbe un’estrema agevolazione del procedimento autorizzativo unico necessario ai cementifici per bruciare rifiuti (sotto forma di “combustibile solido secondario”, CSS) in sostituzione parziale dei combustibili fossili. Nonostante questa pratica, economicamente conveniente per l’imprenditoria di settore, possa teoricamente comportare una riduzione di alcune emissioni di gas serra, gli svantaggi per gli italiani sarebbero enormemente maggiori rispetto ai possibili benefici, comunque ottenibili con metodi alternativi e più sostenibili.

  1. I cementifici sono impianti industriali altamente inquinanti con e senza l’uso dei rifiuti come combustibile e i limiti di legge per le emissioni di questi impianti sono enormemente più permissivi e soggetti a deroghe rispetto a quelli degli inceneritoriclassici. Ad esempio, considerando solo gli NOx, per un inceneritore il limite di legge è 200 mg/Nmc, mentre per un cementificio è tra 500 e 1800 mg/Nmc. Inoltre, un cementificio produce di solito almeno il triplo di CO2 rispetto a un inceneritore classico. La lieve riduzione dei gas serra ottenuta dalla sostituzione parziale dei combustibili fossili con rifiuti ridurrebbe le emissioni dei cementifici in maniera scarsamente significativa, considerata la abnorme produzione annua di CO2 da parte di questi impianti che, secondo i dati del registro europeo delle emissioni inquinanti (E-PRTR) ammonta in Italia a circa 21.237.000 tonnellate/anno. Basterebbe un piccolo aumento della capacità produttiva dei singoli impianti per recuperare abbondantemente la quantità di gas serra “risparmiata” dalla sostituzione parziale dei combustibili fossili con i rifiuti. Questi ultimi, infatti, sono economicamente molto più vantaggiosi dei combustibili tradizionali e, dunque, agirebbero da concreto incentivo all’aumento della produzione. Se l’obiettivo del legislatore è dunque quello di ridurre le emissioni inquinanti di tali impianti, sarebbe opportuno proporre, in luogo di una mera variazione di combustibile, l’imposizione di miglioramenti tecnologici e di limiti produttivi ed emissivi che possano garantire maggiormente la tutela dell’ambiente e della salute pubblica.
  2. La combustione di rifiuti nei cementifici comporta una variazione della tipologia emissiva di questi impianti, in particolare in merito alla emissione di diossine/composti organici clorurati e metalli pesanti. La produzione di diossine è direttamente proporzionale alla quantità di rifiuti bruciati. Riguardo alle diossine, viene sottolineato da parte dei proponenti di tale pratica come le alte temperature dei cementifici diminuiscano o addirittura eliminino le emissioni di queste sostanze, estremamente pericolose per la salute umana. Tale affermazione sarebbe invalidata da evidenze scientifiche che mostrano come, sebbene le molecole di diossina abbiano un punto di rottura del loro legame a temperature superiori a 850°C, durante le fasi di raffreddamento (nella parte finale del ciclo produttivo) esse si riaggregano e si riformano. Inoltre, considerata la particolarità chimica delle diossine (inquinanti persistenti per decenni nell’ambiente e nei tessuti biologici, dove si accumulano nel tempo), l’eventuale riduzione quantitativa della concentrazione di diossine nelle emissioni dei cementifici sarebbe abbondantemente compensata dall’elevato volume emissivo tipico di questi impianti. È stato dimostrato che la combustione di CSS nei cementifici causa un significativo incremento delle emissioni di metalli pesanti, in particolare mercurio, enormemente pericolosi per la salute umana. È stato calcolato che la combustione di una tonnellata di CSS in un cementificio in sostituzione parziale di combustibili fossili causa un incremento di 421 mg nelle emissioni di mercurio, 4.1 mg in quelle di piombo, 1.1 mg in riferimento al cadmio. Particolari criticità dovute alla tipologia di rifiuti bruciati sono state riportate in merito alle emissioni di piombo.
  3. L’utilizzo del CSS nei cementifici prevede l’inglobamento delle ceneri tossiche prodotte dalla combustione dei rifiuti (di solito smaltite in discariche per rifiuti speciali pericolosi) nel clinker/cemento prodotto. Questo comporta rischi potenziali per la salute dei lavoratori e possibili rischi ambientali per l’eventuale rilascio nell’ambiente di sostanze tossiche. Inoltre, le caratteristiche fisiche del cemento potrebbero essere alterate dalla presenza di scorie da combustione in modo tale da non renderlo universalmente utilizzabile.
  4. La destinazione dei rifiuti a pratiche di incenerimento è contraria alla recente raccomandazione del Parlamento Europeo (A7-0161/2012, adottata a Maggio 2012), di rispettare la gerarchia dei rifiuti e di intraprendere con decisione, entro il prossimo decennio, la strada dell’abbandono delle pratiche di incenerimento di materie recuperabili in altro modo. Una politica finalizzata alla transizione dal concetto di rifiuto a quello di risorsa, che preveda una progressiva riduzione della quantità di rifiuti prodotti e una concreta politica di riutilizzo della materia attraverso trattamenti a freddo, sarebbe pratica decisamente più sostenibile, economicamente vantaggiosa e orientata al bene comune di quanto sia qualunque scelta che comporti forme di incentivo alla combustione. L’Italia è la nazione Europea con il maggior numero di cementifici e questi impianti causano conseguenze misurabili sulla salute dei residenti nei territori limitrofi, in particolare in età pediatrica. L’incentivazione e l’agevolazione della combustione dei rifiuti nei cementifici potrebbe produrre significative conseguenze ambientali, sanitarie ed economiche e sarebbe ad unico vantaggio dei produttori di CSS e dei proprietari di cementifici. Per le ragioni esposte, sarebbe assolutamente opportuno evitare l’approvazione del D.Lgs. denominato “Utilizzo di combustibili solidi secondari (CSS) in cementifici soggetti al regime dell’autorizzazione integrata ambientale” e prevedere, nel corso della prossima legislatura, una serie di misure finalizzate a rendere maggiormente sostenibile nel nostro Paese sia la produzione di cemento che la gestione dei rifiuti.

Autore: Dr. Agostino Di Ciaula – ISDE Italia

Rassegna Stampa

1 – 9 gennaio 2013

Apuane: Il nuovo presidente del Parco promette di dimezzare l’escavazione di marmo

Sotto elezioni ambiente e paesaggio interessano poco la stampa toscana…

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