La Rete sul caso Apuane.

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LA DISTRUZIONE DELLE APUANE
È A RISCHIO IL PIANO DEL PAESAGGIO TOSCANO

Auditorium della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze
via Folco Portinari, 5

mercoledì 25 giugno, ore 11.30

La Rete dei comitati per la difesa del territorio convoca una Conferenza stampa per informare sul livello elevatissimo di distruzione del territorio delle Apuane, bene paesaggistico e culturale senza pari in Italia e in Europa, e per attirare l’attenzione sulle difficoltà che incontrano in questa fase i provvedimenti di legge in materia territoriale e ambientale nell’ambito della regione Toscana, segnatamente il Piano Paesaggistico.

Apre la Conferenza stampa: Mauro Chessa (Presidente della Rete)

Illustra il tema: Paolo Baldeschi (professore della Facoltà di Architettura di Firenze e membro della Giunta della Rete);

Interviene: Eros Tetti (Comitato “Salviamo le Apuane” e membro della Giunta della Rete)

Conclude: Alberto Asor Rosa.

Durante la Conferenza stampa saranno proiettate eloquenti immagini delle distruzioni in atto sulle Apuane.

Sono stati invitati a partecipare il Presidente Enrico Rossi e gli assessori regionali competenti.

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SALVIAMO IL MASSO DELLE FANCIULLE

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Chiediamo alla Regione Toscana di revocare l’autorizzazione ad una attività che darebbe il via alla distruzione di una delle ultime aree incontaminate della Toscana.

L’area naturalistica che circonda il Masso delle Fanciulle, nella Riserva Naturale di Berignone, compresa tra i comuni di Pomarance, Volterra e Casole d’Elsa, è uno dei luoghi più suggestivi e incontaminati di tutta la Toscana.

La riserva è attraversata da una gola rocciosa ricoperta da un abbondante vegetazione mediterranea, dove scorre il fiume Cecina, in uno scenario paesaggisticamente unico.

Il luogo, descritto in molte guide turistiche internazionali, è meta delle visite degli abitanti locali e dei turisti da Siena, San Gimignano, Volterra, Casole d’Elsa, Radicondoli, Colle Val d’Elsa e dalla Toscana tutta.

La presenza di turisti durante tutto l’anno rende l’area del Masso delle Fanciulle una importante risorsa economica per un’area vastissima.

Molti turisti vengono in queste zone solo per poter visitare la Riserva Naturale di Berignone e poter fare il bagno nelle acque cristalline del fiume Cecina.

Oggi questo luogo unico è minacciato dalla costruzione di un impianto industriale per la produzione di energia geotermoelettrica a pochi metri dal fiume.

La società GESTO Italia Srl ha presentato domanda di avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale per la realizzazione di pozzi esplorativi per verificare la presenza di un potenziale serbatoio geotermico.

Se le prove di produzione avranno successo verranno realizzate centrali geotermiche e pozzi di produzione che distruggeranno irreversibilmente quest’area incontaminata e molto delicata dal punto di vista ecologico, idrico, ambientale ed economico.

Per questi motivi chiediamo alla Regione Toscana di revocare l’autorizzazione ad una attività che darebbe il via alla distruzione di una delle ultime aree incontaminate della Toscana.

Chiediamo che l’autorizzazione agli impianti venga negata e che il luogo venga protetto per preservare un ambiente che è una enorme risorsa sostenibile per l’economia locale.

Comitato Difensori della Toscana, Ass. Casole Nostra, Ass. Ecomuseo Borgo LA Selva, Comitato Toscana Terra Pulita.

Per firmare la petizione

Il documento del CAI sulle Apuane

PrunoCLUB ALPINO ITALIANO. COMMISSIONE TUTELA AMBIENTE MONTANO TOSCANA

Presidente del Consiglio Regionale, Alberto Monaci, Presidente della VI Commissione Consiliare, Gianfranco Venturi

e p.c. Assessore Anna Marson, Presidente Enrico Rossi, Prof. Massimo Morisi, Garante per la Comunicazione per il Governo del Territorio

 

Il Club Alpino Italiano – attraverso la propria Commissione di Tutela Ambiente Montano, invia questo documento quale contributo per la consultazione promossa dalla VI Commissione del Consiglio Regionale sulla proposta di Piano Paesaggistico formulata dalla Giunta Regionale.

Il Club Alpino Italiano pone alla Vostra attenzione le seguenti riflessioni e contributi in particolare sulla “questione Apuane”

La proposta di Piano Paesaggistico della Giunta Regionale non può che essere letta e accolta positivamente. Innanzitutto perché finalmente pone l’accento e contestualizza, in un documento formale con valore di Piano sovraordinato, la grande contraddizione esistente nel territorio delle Apuane: l’esistenza di un Parco Naturale Regionale che racchiude all’interno del suo perimetro (anche se formalmente con l’escamotage della creazione delle cosiddette aree contigue di cava) attività industriali fortemente impattanti sul delicato sistema ambientale e naturale delle Alpi Apuane e, grande novità, cerca di trovare una valida soluzione alternativa.

Pur nella legittimità delle diverse posizioni espresse non si può rilevare come gli imprenditori del comparto lapideo di fronte alla proposta della Giunta Regionale

1. abbiano prima formulato alla Regione Toscana la proposta dello “stralcio” della parte riguardante l’attività estrattiva dall’approvazione del Piano Paesaggistico. Ma è bene ricordare che la Regione Toscana ha commesso un’errore con la legge regionale 63 del 2006 che ha stralciato dalla redazione del Piano del Parco quello relativo alle attività estrattive con il risultato che, a distanza di quasi 30 anni di Parco (sic!), non si ha nè il primo nè il secondo. Le attività estrattive hanno pertanto già goduto di deroghe su deroghe: ad iniziare dalla deperimetrazione del Parco, con esclusione di gran parte del territorio di Carrara per la presenza, appunto, delle attività estrattive; della deroga del Piano del Parco, ora vorrebbero toccasse anche al Piano Paesaggistico.

2. abbiano poi scomodato addirittura il Presidente della Repubblica e le testate giornalistiche di livello nazionale, per portare sotto i riflettori di livello più ampio rispetto a quelli locali/regionali una Regione (quella Toscana!) che in un momento di crisi economica globale vorrebbe togliere posti di lavoro piuttosto che garantirli. E a questo proposito: sappiamo bene di cosa stiamo parlando? E’ incredibile che nel 2014 dopo secoli di lavorazione del marmo, il cosiddetto primo comparto economico delle Province di Massa-Carrara e Lucca e l’istituzione di un Distretto Lapideo, non si abbiano ancora dati certi sulla incidenza dell’economia lapidea nel territorio apuo versiliese e si indichino con leggerezza dati che oscillano tra 1.500 e 5.000 occupati diretti! 
Ben vengano studi e ricerche se condotte con oggettività per definire veramente l’impatto che tale economia riveste nel territorio, un impatto che però deve essere analizzato e studiato anche da un punto di vista ambientale perché non si può più prescindere dalla tutela, parimenti degna di considerazione rispetto a quella economica, del valore Ambiente inteso come tutela della biodiversità che le Apuane racchiudono (le Apuane rappresentano circa il 50% di siti SIC e ZPS del territorio toscano), tutela dei crinali e delle vette delle Alpi Apuane, tutela delle acque e pertanto della Salute, bene costituzionalmente garantito, tutela delle popolazioni che in questo territorio vivono.

3. Imprenditori che contestano la proposta di un Progetto Integrato di Sviluppo come riqualificazione e alternativa alla riduzione (c’è scritto riduzione nella Disciplina di Piano, non chiusura!) delle attività estrattive intercluse nel territorio del Parco. Dopo anni di estrazione e lavorazione questi lungimiranti imprenditori del lapideo non sono riusciti neppure a tutelare e valorizzare il “loro prodotto marmo” né attraverso la costituzione di una filiera di estrazione/lavorazione, che tuteli quindi una buona e piena occupazione, né con una tutela del bene in termini di “marchio” risolvendo l’escavazione così in un mero “saccheggio” del monte e un invio attraverso i porti toscani del semplice materiale scavato.

4. Infine, nonostante il dialogo aperto dalla Regione, in particolare del Presidente Rossi sulla questione, gli imprenditori del lapideo hanno presentato, è notizia di ieri, un ricorso al TAR contro la delibera della Giunta Regionale, con un documento uscito sulla cronaca locale di ieri in cui tacciano e minacciano di azioni legali chiunque la pensi diversamente (in particolare le associazioni ambientaliste, ma anche l’assessore Marson a cui va tutta la nostra solidarietà per il lavoro ad oggi condotto).

Alla luce di quanto sopra ci sembra di poter affermare che siamo di fronte a un soggetto economico che vuole salvaguardare i propri esclusivi interessi economici, la libera iniziativa economica privata, che, è bene rimarcare, incide però su una risorsa pubblica non ripetibile ed esauribile, a scapito di un dibattito necessario che riguarda la collettività tutta, perché attiene a beni e tutele che prescindono, vanno e devono andare oltre al mero interesse e profitto di una attività/categoria economica.

Un’ulteriore riflessione: con l’approvazione del Piano Paesaggistico e con l’attuazione di quanto previsto in termini di riduzione delle attività estrattive intercluse e di realizzazione di un Progetto Integrato di Sviluppo, il Parco delle Apuane, quel Parco che in quasi trenta anni di attività non è ancora riuscito a rendersi protagonista di una politica pubblica “tipica” di un Ente Parco, di una gestione “consapevole e sostenibile” del proprio territorio, potrebbe finalmente recuperare questo ruolo suo proprio.

E finalmente dare attuazione all’art. 3 del proprio Statuto “L’Ente persegue il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali” non solo (e quasi esclusivamente) in termini di un miglioramento che passa attraverso le attività estrattive presenti, ma anche in termini di tutela della biodiversità, della risorsa acqua, dei crinali e delle vette delle Apuane.

Un Parco motore di uno sviluppo alternativo che passa quindi attraverso turismo e cultura. Non a caso nel Piano del Parco, in attesa di approvazione, il turismo sostenibile e la valorizzazione culturale vengono posti come motore di sviluppo per le comunità locali, sviluppo che sicuramente rimarrà sulla carta se non si porrà una importante revisione della attività estrattiva all’interno dell’area Parco, cosa che temono anche molti degli operatori turistici del territorio che da anni attendono scelte lungimiranti in termini di uno sviluppo diverso e alternativo a quello lapideo.

Il Club Alpino Italiano, associazione di tutela ambientale riconosciuta dal Decreto di Istituzione del Ministero dell’Ambiente del 1986, non ha come esclusiva alternativa quella dello “stare contro” fine a se stesso, il rigetto nel trovare soluzioni, ma piuttosto si propone come un soggetto attivo, mettendo a disposizione le proprie competenze, conoscenze e risorse umane anche a supporto della stessa Regione Toscana, per la costruzione di quella valida alternativa per le Alpi Apuane, oggi non più rinviabile anche nella agenda politica del Consiglio Regionale.

09 aprile 2014

Per il CAI Gruppo Regionale Toscano

Riccarda Bezzi

Presidente Commissione Regionale Tutela Ambiente Montano del Club Alpino Italiano

Consigliera Ente Parco Alpi Apuane

 

Rassegna Stampa

Marzo 2014

Rassegna aggiornata al 20 marzo

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