NO ALLE PALE SUL MONTE GAZZARO

unnamedLa Conferenza dei Servizi della Regione Toscana dice No alle pale sul Gazzaro.

COMUNICATO CONGIUNTO COMITATO MONTE GAZZARO – NO EOLICO SELVAGGIO, ITALIA NOSTRA, RETE DI RESISTENZA DEI CRINALI.

15 aprile. Intorno alle due del pomeriggio il colpo di scena: dopo una mattinata trascorsa ad esaminare se le varie prescrizioni formulate dai diversi enti erano state correttamente recepite da Hergo Wind e dopo che il Settore Energia della Regione Toscana aveva dichiarato di non condividere dal punto di vista procedurale il cambiamento di parere da parte della Soprintendenza ai beni paesaggistici, espresso nella precedente riunione della Conferenza dei Servizi (18 marzo), è stata proprio la Soprintendenza a tagliare la testa al toro.

Con un ragionamento serrato e ben argomentato, sia dal punto di vista giuridico sia da quello tecnico, è stato riconosciuto che l’impianto eolico sul Monte Gazzaro avrebbe provocato danni gravissimi alla superficie boscata (tutelata dalla legge) e anche al paesaggio nel suo complesso. E questo basta per dire no all’impianto.

Il Ministero dei Beni Ambientali (a nome del quale si è espressa la Soprintendenza) ha potuto recepire i princípi contenuti nel nuovo Piano del Paesaggio della Toscana, in discussione in questi giorni in Consiglio Regionale, riconoscendo cosí esplicitamente il grande valore della pianificazione territoriale della nostra Regione.

I rappresentanti di Hergo Wind non sono riusciti a nascondere la loro rabbia per i danni gravissimi dal punto di vista economico derivanti dal rifiuto dell’autorizzazione e hanno messo subito in dubbio la legittimità del parere della Soprintendenza. Gli osservatori del Comitato e della Associazioni Ambientaliste hanno invece aspettato di raggiungere il piazzale della Regione per manifestare la loro soddisfazione.

Il Comitato Monte Gazzaro – no eolico selvaggio, Italia Nostra e la Rete di Resistenza dei Crinali hanno dichiarato di apprezzare moltissimo il lavoro della Soprintendenza, che ha dovuto superare un forte handicap iniziale rappresentato dal suo iniziale giudizio favorevole espresso in sede di valutazione di compatibilità ambientale. Ma un riesame accurato della documentazione e soprattutto almeno due sopralluoghi sul posto negli ultimi mesi hanno fatto emergere tutti i ben fondati motivi per un no definitivo all’impianto che, per primo, avrebbe violato il crinale principale del nostro Appennino.

I rappresentanti del Comitato e delle Associazioni ambientaliste hanno anche sottolineato l’importanza decisiva del proprio lavoro, della caparbietà con cui hanno portato avanti una battaglia giusta. Ed anche della loro scelta di confrontarsi a trecentosessanta gradi con le istituzioni, dai Comuni alla Soprintendenza, alla Regione. Se le richieste sono giuste e bene argomentate, anche se portate avanti da un piccolo gruppo di Don Chisciotte, possono farsi spazio e essere ascoltate e condivise laddove c’è il potere effettivo di decidere per o contro il bene comune.

 

Considerazioni di Luciano Ardiccioni, addetto stampa del Comitato Monte Gazzaro:

LA CONFERENZA DEI SERVIZI SUL GAZZARO E I MUGELLANI

Nel manifesto che abbiamo stampato per invitare alla Camminata contro l’eolico sul Gazzaro, il 16 marzo scorso, abbiamo scritto che molto probabilmente quelli che avrebbero dovuto decidere sull’autorizzazione non sanno nemmeno come sia fatto, il Monte Gazzaro. Quando, nel corso della Conferenza dei Servizi del 15 Aprile, ho sentito un funzionario della Regione parlare del sentiero CA 100 (ca cento) per indicare il CAI 00 (cai zero zero) mi sono reso conto che questi non soltanto non sanno dov’è il Gazzaro, ma nemmeno che cosa è la Grande Escursione Appenninica (il CAI 00, appunto), il percorso di crinale interamente protetto dal nuovo Piano del Paesaggio della Regione Toscana.

Per fortuna c’era anche qualcuno che si è dato la pena di guardarlo di persona quel monte e qualcun altro, mugellano o che lavora in Mugello, sapeva bene su che cosa si doveva decidere. Fra questi i funzionari della Soprintendenza che negli ultimi tempi sul Gazzaro hanno fatto almeno due sopralluoghi, uno dei quali insieme ai tecnici dei Comuni interessati. E poi proprio i  tecnici di Firenzuola, Barberino e Scarperia. Tre persone molte diverse fra loro. L’ing. Del Zanna, di Firenzuola, forte di un deciso giudizio negativo dell’Amministrazione comunale, con la sua naturale pacatezza, ha ribadito con forza e decisione il parere già espresso: sí all’autorizzazione idrogeologica, no all’autorizzazione paesaggistica, no alla variante urbanistica. La responsabile del Settore Gestione del Territorio del Comune di Barberino, ing. Simona Guerrizio, ha dovuto gestire la posizione un po’ altalenante degli amministratori barberinesi, ma durante la conferenza dei servizi ha difeso e argomentato il diniego all’autorizzazione dell’impianto. Ha dimostrato anche una grande sensibilità per i problemi del nostro territorio sostenendo l’incompatibilità tra lo storico sentiero (Sentiero degli Dèi) e un impianto eolico industriale, sia in fase di cantiere, sia in fase di gestione.

Un atteggiamento del tutto diverso quello del responsabile del Settore Quarto del nuovo Comune Scarperia-San Piero, Rodolfo Albisano. Certamente in una situazione non facile, visto che è “nuovo” dirigente di un comune nuovo, senza consiglio, senza giunta e senza sindaco. Durante la prima riunione della Conferenza dei Servizi non ha esitato ha dare parere favorevole alla variante urbanistica. Chiamato a esprimersi sull’autorizzazione paesaggistica, si  è guardato bene da imitare i colleghi di Firenzuola e Barberino, che hanno confermato i pareri precedenti. Albisani aveva a disposizione un parere negativo estremamente articolato e argomentato redatto dalla Commissione del Paesaggio del Comune di Scarperia, ma lo ha ignorato del tutto e ha scritto un nuovo parere del tutto favorevole all’impianto, che, quasi quasi, lascia intendere che l’eolico industriale può migliorare il paesaggio del Gazzaro. E poi – non so quanti lo abbiano notato – ha pronunciato in sede di Conferenza dei Servizi il nome che per anni ha aleggiato intorno alla vicenda eolico sul Gazzaro: Panna-San Pellegrino! Per quanto riguarda la questione delle sorgenti e dei pozzi ha espresso un parere favorevole, come Comune di Scarperia-San Piero, dopo essersi consultato con Panna-San Pellegrino.

Ci eravamo sempre domandati come mai Panna, che sempre è stata molto attenta all’integrità del Gazzaro, rispetto a questo impianto industriale sia sempre stata in silenzio. Nonostante la citazione di Albisani, continuiamo a chiedercelo ancora.

 

La testimonianza di Fabrizio Nazio, membro molto impegnato del comitato “monte Gazzaro – no eolico selvaggio”:

Abbiamo vinto. Niente pale su Monte Gazzaro. L’ha decretato la conferenza dei servizi di stamani mattina. Il punto fondamentale è stato il parere negativo della soprintentenza ai beni paesaggistici, motivato dalle argomentazioni che proprio noi avevamo a lei fornito e che ha ritenuto di fare proprie.
Personalmente una soddisfazione quintupla. Non solo perché ad argomentare mesi fa in sovrintentenza a Palazzo Pitti c’ero anche io. Non solo perché dopo mesi di battaglia s’è difeso e tutelato un patrimonio enorme dal punto di vista ambientale, ma soprattutto storico e turistico (luogo descritto in libri e depliant tradotti in più di cinquanta lingue). Non solo perché abbiamo dimostrato che una squadra fatta di persone provenienti da estrema sinistra ai popolari, laici e cattolici, riescono non solo a lavorare bene ma a farlo ad un livello altissimo. Non solo perché il materiale prodotto è stato pertinente, competente, perfettamente in linea con le direttive paesaggistiche regionali che fanno eco all’indirizzo nazionale sulle tematiche ambientali, in maniera tale da essere un riferimento valido anche per la stessa sovrintendenza.
Ma la cosa che mi dà più soddisfazione è l’aver ribadito che non vince sempre il più grosso, chi smuove più soldi, chi ha più agganci, chi è più arrogante, chi ha sempre vinto. E a tutti quelli che ieri dicevano “Lascia fare, è sempre stato così”, oggi dico, non solo con la forza della fede, ma anche la concretezza incontestabile dei fatti: “NON E’ VERO!”
Oggi vince l’interesse pubblico, oggi vince l’aquila reale, oggi vince il faggio, la formica e ogni singolo essere vivente che in quei luoghi ha la sua casa e il suo ecosistema.
Oggi vince il lavoro di una squadra che non ha guadagnato un euro, ma ha portato a casa la certezza di poter lasciare il patrimonio ambientale, storico, culturale e turistico di quel monte e dei suoi percorsi alle generazioni a venire.
Un tesoro che ripaga di tutte le ore e le notti passate a studiare documenti tecnici complessi per trovare la ragione oggettiva che li invalidasse, ripaga l’apertura mentale che ti permette di sedere e discutere in maniera propositiva e fattiva, con totale spirito di servizio, con persone che magari inizialmente ti guardavano con diffidenza anche solo per essere afferente ad una diversa storia politica.
Si può cambiare.

 

 

Rassegna Stampa

Febbraio 2014

DOSSIER APUANE

 DOSSIER AEROPORTO

 

 

No all’eolico selvaggio

cima monte gazzaro (m 1125) foto caiIl Comitato di Monte Gazzaro (Firenzuola) contesta il progetto di impianti eolici sul crinale dell’Appennino.

Martedì 18 febbraio ci sarà la conferenza dei servizi (Settore Energia della Regione Toscana) per l’autorizzazione unica a un impianto di 6 grandi pale eoliche (altezza 90/95 metri, potenza complessiva 5,1 GW) sul crinale principale dell’Appennino tra il passo della Futa e la Cima del Monte Gazzaro.

Nello scorso Giugno, su proposta del settore Valutazione impatto ambientale, la Giunta Regionale ha riconosciuto la “compatibilità ambientale” del progetto. Tale riconoscimento si è basato, secondo il Comitato Monte Gazzaro, su un parere profondamente scorretto della Soprintendenza (addirittura falso). Per questo è stato contestato e la stessa Soprintendenza si è impegnata a formulare un nuovo parere in vista della Conferenza dei servizi.

Anche le commissioni del paesaggio dei tre comuni interessati (Firenzuola, Scarperia e Barberino) hanno formulato pareri negativi, ma le amministrazioni comunali – fatta eccezione per quella di Firenzuola – si sono espresse a favore.

Nel frattempo la Giunta Regionale ha adottato il nuovo Piano Paesaggistico (ora al Consiglio Regionale per l’adozione e la successiva approvazione) che contiene elementi tali da rendere molto problematica la compatibilità dell’impianto. Va ricordato che nella precedente versione del PIT (2009) la Disciplina di piano non si diceva nulla a proposito degli impianti energetici, in ossequio al principio della divisione settoriale delle competenze. Viceversa nella nuova versione l’art. 33 (Le infrastrutture di interesse unitario regionale) così recita al terzo comma:

La Regione promuove la massima diffusione delle fonti rinnovabili di energia. Ai fini del conseguimento della piena efficienza produttiva degli impianti necessari alla produzione di fonti energetiche rinnovabili e della tutela delle risorse naturali e dei valori paesaggistici del territorio toscano, la localizzazione e la realizzazione degli impianti stessi avrà luogo […], sulla base delle determinazioni del Piano di Indirizzo Energetico Regionale previa specifica valutazione integrata a norma del piano paesaggistico regionale di cui al presente PIT e dei vincoli previsti dalla normativa nazionale e regionale.

E in particolare nella scheda relativa all’ambito 07 (Mugello), nella sezione relativa ai Caratteri eco sistemici del paesaggio, nella parte dedicata alle criticità, che Tra le aree critiche per la funzionalità della rete ecologica sono state individuate le seguenti: Agroecosistemi delle alte valli di Firenzuola: con perdita di ecosistemi agropastorali tradizionali, riduzione del pascolo per processi di ricolonizzazione arbustiva e arborea e conseguente perdita di diversità, di habitat e di specie vegetali e animali di interesse conservazionistico. Presenza o previsione di nuovi impianti eolici.

Si dirà che il nuovo Piano Paesaggistico è stato per adesso soltanto approvato dalla Giunta e che i tempi per la definiva approvazione in Consiglio saranno lunghi. Ma l’area del passo della Futa e della conca di Firenzuola è comunque interessata dalla presenza di ben quattro aree classificate come SIR (Siti di Importanza Regionale) per il loro valore naturalistico. Si tratta dei SIR n° 35 Passo della Raticosa, Sassi di San Zanobi e della Mantesca,  n° 36 di Castro-Montebeni, n° 37 Conca di Firenzuola e n° 38 Giogo-Casaglia (da notare che il monte Gazzaro non è compreso nelle aree di interesse naturalistico!). Di queste aree si occupa anche la versione del PIT vigente, nella scheda relativa alla Romagna Toscana, dove troviamo che per la zona di Giogo-Canaglia (sic!: leggasi Casaglia) il relativo obbiettivo di qualità riguarda il Mantenimento degli elevati livelli di naturalità […] della matrice forestale: obbiettivo che può essere raggiunto attraverso un piano complessivo sulla conservazione delle aree aperte […], considerando unitamente i SIR dell’Alto Mugello e i territori esterni adiacenti ai SIR stessi ma con caratteristiche analoghe.

Così, anche se il tratto di crinale del Monte Gazzaro non è compreso in nessuno dei quattro SIR (il che appare se non altro alquanto paradossale), il PIT vigente segnala la necessità di uno strumento di gestione coordinato per la gestione del patrimonio agricolo e forestale delle aree protette come di quelle adiacenti, e dunque di tutti i crinali dal passo della Raticosa alla Colla di Casaglia. Di questa indicazione non troviamo traccia negli atti autorizzativi del parco eolico in questione.

Il Comitato ha presentato a suo tempo (4 gennaio) osservazioni ben articolate e motivate, alle quali rimandiamo (osservazioni Monte GazzaroNuove osservazioni febbraio).  I danni paesaggistici sono evidenti: visibilità delle immense pale, distruzione di aree boscate (pari a 45.000 metri quadri), effetto cumulativo (nel comune di Firenzuola è presente un altro grande impianto eolico, e due impianti sono in territorio emiliano sul confine con la Toscana). Ma in più vanno segnalati due aspetti peculiari del progetto:

–         Le pale sono installate  per un’estensione di 1200 metri proprio sul tracciato della Grande Escursione Appenninica che, in questo tratto, coincide anche con il “Sentiero degli Dei” da Bologna a Firenze.

–         L’impianto sarebbe il primo, almeno in Toscana, sul crinale principale dell’Appennino e quindi potrebbe costituire un precedente pericolosissimo e rimettere in corsa anche impianti già bocciati.

Le foto che alleghiamo simulano i possibili effetti del progetto, visto da diverse angolature.

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Rassegna Stampa

10 – 20 novembre 2013

Autostrada Tirrenica: verso il “No Sat day”

Linea TAV e treni regionali: due fronti di protesta

Notizie dalle zone “calde”

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