di LUCIA TOZZI, su Eddyburg, 12 Giugno 2015
Ai bei tempi di Pablo Escobar e del Cartello di Medellín la coca si esportava con aerei, motoscafi, sottomarini e persino tunnel faraonici sotto la frontiera Mexico-USA. Poi, con Bush Senior, è arrivata la War on Drugs e il narcotraffico è diventato una materia molto più complessa. Da allora è stato necessario inventarsi metodi sempre nuovi per nascondere tonnellate di droga nei carichi di frutta, verdura, lastre di vetro, prodotti e materiali di ogni genere. Uno dei migliori era e resta il marmo, o ancora meglio il granito, come racconta Luca Rastello in Io sono il mercato. «Qual è la regola? Lavora con i materiali più preziosi. Se scegli il marmo non usare un Carrara bianco, da cessi: dentro ci guarda chiunque – parla uno di quei geni della logistica che ha progettato un’infinità di viaggi miliardari dal Sudamerica – Il migliore è il Bahía Azul, può costare anche 600 euro al metro cubo. Chi va mai a pensare che rovini sta meraviglia per imbottirla?». Leggi tutto