Rossi sbanda sulla pista.

Ma dov’è finito il parco agricolo della piana?

di Mauro Chessa.

Un’antica vicenda: realizzare finalmente il Parco della Piana di Sesto salvando l’unica grande area libera tra Firenze e Prato. Una saggia decisione: discutiamo prima di sacrificare questa opportunità.  Un’inammissibile forzatura: subito una pista per gli aerei invece del parco. 7 giugno 2013.

Incomprensibile, oltre che inaccettabile sul piano democratico, la forzatura di Rossi nei confronti del consiglio regionale: “nuova pista o tutti a casa” (Corriere Fiorentino – 5/6/13). Se il Rossi Valentino è famoso per le traiettorie inconfondibili il Rossi presidente della Toscana non ha la stessa precisione, e la pista non è il Mugello ma quella dell’aeroporto di Firenze.

Il garante della comunicazione della Regione Toscana, prof. Morisi, il 6 e 7 dicembre scorsi ha organizzato un focus sul procedimento di adozione dell’integrazione del Pit (Piano di indirizzo territoriale della Regione Toscana), la seconda partecipatissima giornata verteva su “Parco agricolo della piana e qualificazione dell’aeroporto di Firenze-Peretola”. In quella sede è emersa in maniera approfondita e articolata l’incongruenza tra i due indirizzi: il parco agricolo non è compatibile con la nuova pista. Gli interventi dei tecnici, amministratori locali e associazioni lo hanno evidenziato chiaramente; il rapporto è consultabile su www.parcodellapiana.it.

Le ragioni sono molteplici, di carattere idrogeologico, ecologico, urbanistico, sanitario. Più in generale si può immediatamente intuire che il criterio ordinatore del parco agricolo, pensato per riorganizzare la Piana secondo criteri di compatibilità urbanistica, sociale e ambientale, è diametralmente opposto alla logica sviluppista del potenziamento aeroportuale. Tanto più che lo sviluppo, persino quello buono, è svanito e la Piana è già gravata da pesantissime scelte passate e paventate: area Fondiaria/Ligresti, inceneritore di case Passerini, terza corsia A11, scuola Marescialli, Polo scientifico (realizzato in deroga alle opere idrauliche che avrebbero dovuto compensare impermeabilizzazione e obliterazione del reticolo idraulico).

Sul piano della razionalità la scelta è obbligata, in ottica regionale, per la prossimità dell’aeroporto di Pisa: Peretola ha vocazione essenzialmente turistica e sarebbe naturale pensare ad una integrazione gestionale e modale tra i 2 aeroporti e la linea ferroviaria che li unisce, invece di creare concorrenza tra loro e tra treno e aereo. In ogni caso Peretola non sarà mai adeguato ai grandi numeri dei voli low-cost, fortunatamente, avendo Firenze caratteri diversi da Disneyland e trovandosi la cupola del Brunelleschi a 5 Km dal chek in.

Non sono poi eludibili le difficoltà per la realizzazione della nuova pista: andrebbe ad interrompere il collettore idraulico (con alternative ancora non individuate), stravolgerebbe l’assetto infrastrutturale dell’intera area, sarebbe il colpo di grazia per l’oasi di Focognano e le aree umide classificate come ANPIL (aree naturali protette), produrrebbe un incremento dell’inquinamento chimico e acustico su di un area densamente abitata. Tutto ciò avrebbe un impatto e un costo che pare difficile possa superare il vaglio di una corretta valutazione ambientale, sanitaria ed economica.

Rossi trovi quindi la sua traiettoria, scelga tra l’attenzione per le documentate istanze delle componenti sociali e il parco agricolo oppure l’autismo politico e l’aeroporto.

 

Nota redazionale. 

Vale la pena di ricordare il contenuto della delibera della Giunta Regionale del 27 febbraio scorso, a proposito della quale riportiamo l’editoriale di Anna Marson pubblicato sul sito della Regione Toscana, dove l’esito della variante al PIT a favore della cosiddetta pista parallela-convergente non è dato affatto per scontato, come invece la stampa locale, ben indirizzata dalla lobby dell’aeroporto, insiste per insinuare.

Rassegna Stampa

11 – 20 maggio 2013

Successo della manifestazione contro la nuova centrale dell’Enel

A proposito del Piano Paesaggistico

Inceneritori: il presidente ci ripensa

Firenze: diventa più difficile  monetarizzare gli standard urbanistici

LE DENUNCE DEI COMITATI

SEGNALAZIONI

Rassegna Stampa

10 – 20 marzo 2013

Processo da rifare per i danni della TAV nel Mugello, la Cassazione annulla le assoluzioni

Processo per l’aeroporto di Ampugnano: 87 cittadini di Sovicille vogliono costituirsi parte civile

ampugnano aeroporto

Autostrada Tirrenica: pubblicati 4 tracciati alternativi per il tratto di Orbetello

Aeroporto di Firenze: le discussioni continuano

Altre notizie 

SEGNALAZIONI

 

Ampugnano e i voli umanitari

Risponde il Comitato, che non ci sta a fare da capro espiatorio.

SIENA.
Dal momento che la Società Aeroporto di Siena spa ha deciso la liquidazione e la conseguente cessazione dei voli da Ampugnano, tutta l’attenzione si è concentrata sul fatto che l’aeroporto non è più agibile per i voli “umanitari” (trasporto di organi). Numerose e comprensibili sono state le prese di posizione da parte di associazioni direttamente coinvolte da questo evento che, in qualche modo, andrà a incidere sull’attività di trapianto organi dell’ospedale Santa Maria alle Scotte. Meno comprensibili sono quegli interventi che, mentre si rammaricano per la cessazione dei voli, in modo neppure velato, se la prendono con il Comitato contro l’Ampliamento dell’Aeroporto di Ampugnano – Siena quale responsabile di questa vicenda. La cosa più strana è che al coro degli appelli si aggiunga quello del PSI Riformisti Siena, proprio coloro che per ossequiare come sempre il potente di turno e assecondarne i capricci e la megalomania, hanno sostenuto l’assurda e inattuabile richiesta di un “hub” internazionale (4.000.000 pax anno, ridotti successivamente a 700.000 e poi ancora a 100.000).

Nessuno ha il coraggio e l’onesta intellettuale di ricercare una precisa individuazione delle vere responsabilità. Nessuno di quanti hanno contribuito allo spreco di soldi pubblici (più di dieci milioni), gettati per ripianare le perdite degli ultimi anni, senza alcun risultato concreto, accenna un minimo di doverosa autocritica. Forse non c’è bisogno perché, l’unico responsabile è stato individuato nel Comitato e quindi, il Sindaco di Sovicille, gli ex Sindaci di Siena, i Presidenti della Provincia, i Presidenti della Camera di Commercio, della Fondazione e del Monte dei Paschi, i Presidenti ed i membri del CDA della società Aeroportuale e i partiti che li hanno sostenuti possono stare tranquilli: a loro nessuno chiederà di rendere il conto. Non ci meraviglieremo se qualcuno oserà imputare al Comitato anche il disastro del MPS perché, pare che l’inchiesta abbia preso le mosse dalla denuncia del Comitato sulle irregolarità della gara e se la sig.ra Corinne Namblard (che aveva ”incantato Siena”) è stata costretta alle dimissioni dal CDA della compagnia di bandiera australiana Qantas per le vicende giudiziarie su Ampugnano. Nessuno (compreso i sindacati, che oggi esprimono, come tutti, la loro preoccupazione per le sorti dei lavoratori) pensa che il Comitato non sarebbe nato se gli amministratori avessero agito con prudenza, nel rispetto dei luoghi e della popolazione: mai una parola critica di fronte ad assunzioni facili e senza una vera prospettiva come i fatti dimostrano. E’ stata l’incapacità e la megalomania del gruppo di potere, del “groviglio armonioso” e dei loro lacchè, tutti schierati in prima fila all’Assemblea 18.10,2007, convocata dal Sindaco di Sovicille e dal Presidente della Provincia per la presentazione ufficiale del progetto della Sig. Namblard, a convincere la popolazione a lottare duramente contro quel progetto assurdo, irrazionale, insostenibile e pericoloso.

Volevano il grande aeroporto internazionale per risolvere in un colpo solo tutti i problemi economici e d’isolamento di Siena e del suo territorio. Le strade di collegamento e la ferrovia che non hanno mai realizzato avrebbero potuto continuare ad aspettare. Chi non ricorda quando, con la complicità della stampa locale, auspicavano per Ampugnano una copia di Orio al Serio o di Baden Baden e la venuta di Ryanair per i voli “low cost” pagati dalla comunità. Quante volte in questi anni hanno annunciato nuovi progetti e voli di linea mai decollati, per giustificare nuove assunzioni e corsi di formazione per addetti al ricevimento dei passeggeri. Anche questa è una colpa del Comitato? In questi anni, chi ha impedito alla società di gestire l’attività aeroportuale? Sono stati capaci soltanto di sperperare i milioni della Fondazione e del MPS. Il Comitato una cosa l’ha fatta: ha contribuito a impedire che questa gente continuasse ad operare nel dispregio delle regole e della legalità. In Australia, la Sig.ra Namblard è stata allontanata in quarantotto ore; in Italia, quelli implicati, sono rimasti al loro posto o sono stati promossi ad alti incarichi, come Mussari, nominato presidente dell’ABI. Questo dovrebbe preoccuparci e farci meditare su chi siano i veri responsabili del disastro Ampugnano.

Il Comitato Contro l’Ampliamento dell’Aeroporto di Ampugnano – Siena