La malattia delle grandi opere

mg_110223_hit02_art12di Paolo Berdini, Il Manifesto, 15 dicembre.

Di fronte alla crisi economica che viviamo, non c’è serio osservatore economico che non affermi che le risorse pubbliche devono essere utilizzate con politiche di medio e lungo periodo. Non servono medicine estemporanee, specie se hanno dimostrato il fallimento.

La cultura delle grandi opere inaugurata da Berlusconi e Tremonti nel 2001 con la Legge obiettivo ha vuotato le casse dello Stato e non ha dato una seria prospettiva di sviluppo al paese.  Leggi tutto

È uscito il n. 2 de “La Città invisibile”.

lacittainvisibile_pucÈ uscito il secondo numero de “La Città invisibile”, la rivista online edita dal laboratorio politico perUnaltracittà. (clicca qui per leggerla).

In questo numero sono presenti contributi di Cristiano Lucchi che ha curato una timeline sulle persone morte in carcere in Toscana, Eros Tetti sullo scandalo dello sfruttamento delle Apuane, Ornella De Zordo sulle commistioni mafiose negli appalti della Tav a Firenze e di Stefano Cecchi e Silvia Gabbrielli sullo stato del mondo del lavoro. Tra i contenuti delle rubriche il video sulla chiusura di Amon, negozio storico di via Palazzuolo, curato da Silvia Chiarantini, Francesca Conti e Alessandra Cinquemani; la video-testimonianza di Andrea Magherini, fratello di Riccardo ucciso mentre veniva fermato dai carabinieri e il caso Ferrulli, di Maurizio De Zordo. Inoltre le cronache dal Palazzo di Giacomo Trombi, l’inutilità della terza corsia tra Incisa e Firenze Sud denunciata dal gruppo per una cittadinanza attiva di Bagno a Ripoli, gli appuntamenti in città e la ricetta della minestra di tenerume di Barbara Zattoni.

Dopo 10 anni in cui perUnaltracittà ha cercato di dare voce alle vertenze e alle realtà di movimento in Consiglio comunale, il gruppo di attivisti e attiviste persegue con “La Città invisibile” le stesse finalità fuori dal Consiglio, potenziando una più stretta collaborazione con le realtà insorgenti presenti in città. Il periodico online, una sorta di Osservatorio territoriale sulle conflittualità sociali esistenti e sui fronti ancora da aprire, nasce quindi per mettere a fuoco e divulgare in modo comprensibile i troppi meccanismi sotterranei della politiche liberiste attuate a Firenze e in Toscana (e non solo).

Il progetto della fattoria aperta

DSC_1594VERSO MONDEGGI BENE COMUNE. Documento approvato nell’Assemblea tenuta a Pozzolatico il 12 gennaio (si veda anche il documento pubblicato a dicembre),

La Carta dei Principi

  1. Promuovere la gestione di Mondeggi come bene comune e impedirne la privatizzazione.
  2. Creare percorsi sperimentali di custodia del bene comune da parte di comunità di persone che si uniscono con questo intento, mantenendo una forte relazione con la comunità territoriale.
  3. Generare ricchezza diffusa (sociale, ambientale, relazionale) costruendo un’economia locale che si autosostiene, che conserva il patrimonio naturale ed edilizio e lo mantiene accessibile e fruibile, impedendo ulteriori sprechi di denaro pubblico.
  4. Sostenere esperienze di ritorno alla terra come scelta di vita e opportunità di lavoro alternativo al lavoro dipendente attraverso forme di autogestione.
  5. Promuovere l’agricoltura contadina come strumento di autodeterminazione alimentare e salvaguardia del patrimonio agro-alimentare, e sostenere un’agricoltura naturale nel pieno rispetto dell’ambiente, degli esseri viventi e della dignità umana.
  6. Innescare percorsi inclusivi di aggregazione e partecipazione  con particolare attenzione al disagio sociale e alla disabilità, attraverso pratiche di accoglienza e condivisione del lavoro.
  7. Promuovere stili di vita sobri basati sulla pratica:
  • di forme di autocostruzione e autorecupero.
  • dell’autosufficienza energetica con tecniche povere e nuove tecnologie che non compromettano la vocazione agro-alimentare della terra.
  1. Stimolare e accogliere tutte le forme di arte che rispettino lo spirito di questa carta e che sono sale e nutrimento della vita comunitaria.
  2. Custodire e curare i valori storici e paesistici del territorio, garantendo l’uso comunitario delle Acque, dei Boschi e dei Percorsi Storici e di tutti i valori ambientali ed ecologici, in una progressiva acquisizione partecipata del valore culturale dei luoghi.

 

Carta degli Intenti – Verso Mondeggi Bene Comune

L’intento principale è quello di riabitare Mondeggi, insediando nuclei familiari e singole persone nelle abitazioni rurali già esistenti della Fattoria, in modo da ricostituire il “popolo di Mondeggi” che dovrà essere composto in primo luogo da coloro che si dedicheranno al lavoro della terra.

All’interno del nuovo villaggio contadino verrà praticata un’agricoltura familiare dedicata all’autosufficienza alimentare dei poderi, attraverso orti condivisi e piccoli allevamenti da cortile, inoltre gli abitanti – assieme anche a persone non residenti a Mondeggi, ma che vorranno lavorarci tutti insieme nell’intento di ridurre progressivamente l’impronta ecologica costituiranno la “Fattoria senza padroni” che si articola mediante due forme assembleari: l’Assemblea di Fattoria e l’Assemblea plenaria territoriale.

L’Assemblea di Fattoria stabilirà la forma associativa, lo statuto e il regolamento e definirà i metodi di funzionamento interno inclusa la turnazione dei responsabili della gestione, inoltre sarà lo strumento primario di organizzazione del lavoro, delle risorse, e dei piani colturali, basandosi sui seguenti principi cardine:

  • la solidarietà al posto della concorrenza;
  • la giustizia sociale;
  • l’uguaglianza e la reciprocità dei diritti;
  • l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali;
  • la salute dei produttori e dei consumatori;
  • la salvaguardia e l’incremento della biodiversità e della fertilità dei suoli.
  • l’utilizzo di forme di finanza mutualistica e solidale e di pratiche di scambio e di baratto.

Sulla base di questi principi l’Assemblea di Fattoria si occuperà delle colture più impegnative per estensione e reddito, organizzandosi in gruppi di interesse, ritenendo vitale lo scambio di manodopera e il mutuo soccorso.

I mezzi di produzione potranno essere di proprietà collettiva o individuale, mentre i locali di spaccio, trasformazione e stoccaggio saranno comunitari. I prodotti contadini verranno distribuiti al pubblico direttamente nello spaccio della Fattoria e attraverso il circuito dei Mercati Contadini e dei Gruppi d’Acquisto Solidale.

Dato che la Fattoria di Mondeggi è per tutti noi un bene comune, riteniamo che appartenga alla comunità territoriale che con essa ha rapporti storici e culturali.

Nostro intento quindi, sarà quello di includere per quanto possibile, la comunità nella gestione partecipata.

L’Assemblea di Fattoria, con questi intenti assumerà le decisioni al suo interno mediante il Metodo del Consenso e le sottoporrà all’Assemblea plenaria territoriale che potrà esprimere pareri e modifiche con il medesimo metodo. Le due Assemblee sono composte da persone singole, nel rispetto della Carta dei Principi.

 

La fattoria aperta

La prossimità di Mondeggi all’area urbana risulta strategica per rinnovare le relazioni fra città e campagna, sensibilizzando e coinvolgendo cittadini-consumatori sempre più consapevoli e contadini-produttori sempre più responsabili in percorsi di co-produzione.

Per questi motivi la “Fattoria senza padroni” sarà sempre aperta alla popolazione attraverso varie attività: laboratori didattici per bambini e non solo, un calendario di visite alla fattoria sul modello dei percorsi di Garanzia Partecipata, programmi di integrazione della disabilità, momenti di festa e convivialità legati alle produzioni stagionali, ma soprattutto attraverso un confronto costante tra l’Assemblea dei residenti e l’Assemblea plenaria territoriale per Mondeggi Bene Comune – Fattoria senza padroni, in un virtuoso rapporto di reciproca dipendenza.

Questa mutua dipendenza dovrà essere sempre salvaguardata.

A scuola dai contadini

Sappiamo bene che non si può parlare di ritorno alla terra, di “rinascimento dell’agricoltura” se non si creano momenti di trasmissione gratuita dei saperi e delle buone pratiche.

Per questo riteniamo che il villaggio contadino che potrebbe nascere a Mondeggi sarebbe il luogo ideale per una scuola di vita contadina.

Questo tipo di attività formativa potrebbe inoltre avvalersi del contributo dell’Ass.WWOOF Italia, vista la sua esperienza pluridecennale nel mettere in relazione le persone che vogliono fare pratica di agricoltura naturale e le aziende che già la fanno.

Oltre alla conoscenza diretta delle pratiche agricole la Scuola Contadina potrebbe anche offrire incontri e seminari dedicati, proporre mostre e presentazioni di libri sulla civiltà contadina e l’agricoltura naturale, convegni, mostre e tutte quelle attività volte alla promozione dei contenuti della presente Carta dei Principi e degli Intenti in collaborazione con tutti coloro che vi ci si riconoscono.

Il parco della condivisione

Perché Mondeggi sia un luogo di condivisione avanziamo queste proposte:

  • dedicare parcelle di seminativo ad orti sociali e condivisi, assegnati dalle assemblee a gruppi di famiglie o singoli che vogliano dedicarsi all’autoproduzione di almeno una parte del proprio fabbisogno alimentare;
  • creare un vivaio “popolare” contadino per la produzione di piantine biologiche che vada incontro alle esigenze dei piccoli produttori, degli amatori e di chi produce per l’autosostentamento e che possa coinvolgere nel ciclo produttivo anche persone in difficoltà. Il vivaio avrà inoltre le funzioni di recupero del germoplasma, valorizzazione della biodiversità agraria e vegetale, di banca del seme, riproduzione di varietà rare o antiche, luogo di incontro, confronto e scambio di conoscenze sui semi/marze, innesti, lieviti ed esperienze su tempi, modi e tecniche colturali senza utilizzo di prodotti chimici di sintesi;
  • allestire un  apiario didattico dove poter osservare in tranquillità il volo delle api;
  • allevare animali dedicati sia a fini produttivi che terapeutici nei principi del benessere reciproco;
  • allestire uno spazio dedicato al gioco dei piccoli e dei meno piccoli;
  • realizzare un teatro di paglia dove organizzare nel periodo estivo rassegne di teatro, musica e balli nell’aia e dinamicamente  tanto altro;
  • fare di Mondeggi il centro di itinerari di conoscenza e di pratica amichevole dei valori del Territorio, a cominciare dalle terre pubbliche di Bagno a Ripoli.
  • organizzare momenti di raduno nazionale delle reti contadine.

Mondeggi Bene Comune – Fattoria senza padroni sarà un percorso di sperimentazione sociale in continua evoluzione. Questo documento, è il risultato di un percorso partecipativo, che si è sviluppato attraverso molteplici incontri, iniziative e assemblee pubbliche.

 

 

Comunicato stampa del primo ottobre.

Comunicato Stampa
 
 
Con l’intervista ad Alberto Asor Rosa, su La Repubblica del 6 ottobre.

 

Nel corso degli ultimi mesi la Rete dei Comitati per la difesa del territorio ha aperto un confronto proficuo con la Giunta Regionale Toscana, soprattutto in vista dell’adozione e della riforma di provvedimenti legislativi riguardanti l’ambiente e il territorio, quali il Piano paesaggistico regionale, di grande importanza, e la modifica della Legge R. 1/2005.

Restano sul tappeto, tuttavia, ingenti problematiche, in gran parte eredità del passato, che il Presidente Rossi, nel corso di un incontro con noi, ha, con elegante eufemismo, definito il frutto della “continuità istituzionale”.

Sono, per fare gli esempi più clamorosi:

  • la Piana di Firenze, dove, con delibere che fanno a pugni con loro, la Regione istituisce contemporaneamente un Parco agricolo regionale e la seconda pista dell’aeroporto di Firenze;
  • la distruzione delle Apuane, dove un Parco insufficiente e traditore non riesce neanche a limitare i danni di una speculazione onnivora;
  • l’imponente espansione dello sfruttamento energetico sull’Amiata, dove, se non bastassero i danni apportati finora al benessere e alla salute dei cittadini, proprio in questi giorni si vorrebbe procedere con l’illegittima realizzazione della nuova centrale di Bagnore 4;
  • la veramente sciagurata realizzazione del sottoattraversamento ferroviario di Firenze, di fronte al quale impallidisce persino la pluriennale vicenda dello sventramento valsusino.

Per giunta, le recenti indagini della magistratura hanno fatto cadere su alcune di queste vicende l’ombra intollerabile di un malaffare paramafioso. E lo smantellamento dell’Ufficio VIA regionale ha seguito e fin troppo avvedutamente accompagnato tale processo.

È arrivato il momento di mettere in discussione la “continuità istituzionale”, se è il frutto, come pare, di una distorsione profonda nel modo di trattare i cittadini, il loro benessere e la loro salute, l’imprescindibile criterio della partecipazione (a cui tutti i passaggi successivi dovrebbero da questo momento in poi essere sottoposti).

La Rete auspica che La Regione Toscana operi rapidamente con questo spirito e in questa direzione.

Per la Rete dei Comitati per la difesa del territorio,
Alberto Asor Rosa