Democrazia chilometro zero – Come si ricostruisce la democrazia?


Incontriamoci a Napoli per discuterne.

Viviamo ancora in una democrazia? La coscienza che i nostri diritti di cittadini – enunciati dalla Costituzione – sono sistematicamente ignorati, elusi e raggirati è dilagante, come è inarrestabile il discredito della politica e irreversibile la crisi dei partiti. L’ultimo, durissimo colpo alle aspettative nei confronti dello Stato, presunto garante della coesione sociale, è venuto negli ultimi mesi dagli attacchi speculativi ai debiti degli Stati europei, inferti da chi detiene le leve finanziarie del sistema economico, a cui i governi, unanimi, hanno replicato obbedendo ai “mercati” e sacrificando la spesa sociale, ossia la sostanza stessa dell’azione statale. Leggi tutto

Comunicazione di A. A. Rosa

Prime note per la Conferenza Convegno da tenersi nel prossimo autunno con preghiera di inviare commenti e contributi attraverso questo Blog
Care Amiche e Cari Amici,
secondo le nostre consuetudini, il nostro lavoro ricomincia là dove esso, prima dell’estate, si era concluso.

Nell’Assemblea dei Comitati, svoltasi a Firenze il 18 giugno u.s.,si era pervenuti, attraverso una fitta e ricchissima discussione,alla decisione di indire per il prossimo autunno una “Conferenza nazionale sul modello toscano di sviluppo”.
Alcune precisazioni sembrano utili per riprendere con spirito nuovo e più unanime il dibattito preparatorio fra noi.
La suddetta dizione non significa, – ovviamente, secondo me, – che noi assumiamo la Toscana come un modello positivo di sviluppo. Significa che a partire dalle nostre intransigenti posizioni e battaglie per la difesa del territorio, e senza abbandonarne alcuna, ci proponiamo di passare ora ad una fase progettuale, nel corso della quale sarà possibile individuare e indicare alcune grandi linee di tendenza (anche economiche) alternative al presente, o almeno attualmente dominante, modello di sviluppo toscano (per non parlare di altre Regioni o megacomparti regionali italiani). Si tratta dunque di un’impresa estremamente ambiziosa, che potrebbe portare a un diverso e più alto livello il confronto con tutte le istituzioni toscane, e richiede quindi il concorso di tutti.

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Il neoambientalismo necessario anche in Sardegna (di Sandro Roggio)




Sandro Roggio

 Da il Manifesto del 6-1-11 e da Eddyburg

Gli argomenti della Rete dei Comitati sulla necessità di agire dal basso per il buon governo del territorio  e sulle difficoltà di incidere, trovano riscontri.
Se dite in Sardegna dei rischi   – alludendo al “disastro Italia” di Asor Rosa o, più concretamente,  a Terzigno e dintorni –  non è detto che vi capiscano.
E’ vero che non siamo messi così, ed è difficile riconoscersi  in quella situazione, dove la  criminalità ha voce sulla sorte di una terra degradata e avvelenata, che  perde senso e valore a vantaggio di criminali.  Ci sono segnali di degenerazione pure in Sardegna, però, e per i quali ci sarebbe da allarmarsi molto (anche per qualche infiltrazione malavitosa). Ma il degrado percepito è come la temperatura ad agosto, dipende da una serie di fattori, e soprattutto dall’ottica nella quale ti metti, e anche dal consenso di cui si alimenta il consumo di risorse. Perché ogni spreco ha convenienze grandi e piccole, e il  consenso – attenzione –   può essere molto esteso  com’è in Sardegna.

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