Cicerone

Terra bene comune

Manifesto per l’assemblea che si terrà a Firenze sabato 27 aprile, presso la Facoltà di Agraria alle Cascine.

NO alla vendita delle terre pubbliche, SÌ alla custodia dei beni comuni

L’Art.66 del decreto Salva Italia prevede la vendita delle terre agricole pubbliche. Permettere questo significa impedire alle comunità locali di decidere territorialmente come gestirle, consegnare una risorsa vitale agli speculatori, accettare che l’interesse privato sia messo al di sopra del bene comune

Noi ci opponiamo a tutto ciò, spinti da 3 bisogni forti:

1 – SOVRANITÀ ALIMENTARE

È necessario ritrovare il senso di un’economia reale che metta in relazione in modo concreto le comunità locali e soprattutto urbane con il proprio territorio agricolo naturale e tradizionale. Un’economia fatta di relazioni creative e percorsi condivisi tra i produttori di cibo (contadini) e i co-produttori (cittadini) al cui centro stiano con pari dignità il rispetto e la custodia dell’ambiente e la giustizia sociale.

2 – ACCESSO ALLA TERRA e ai saperi contadini

Rivendichiamo il diritto di ogni individuo di poter trarre almeno una parte del proprio fabbisogno alimentare dal lavoro della terra e quindi il diritto di poter accedere alla terra a prescindere dalle proprie possibilità economiche.

Incoraggiamo e sosteniamo tutti i luoghi e le occasioni di scambio gratuito delle conoscenze tra vecchi e nuovi contadini, affinché pratiche agricole tradizionali e buone nuove pratiche si incontrino per arricchirsi a vicenda.

3 – NO ALLA VENDITA DEI TERRENI AGRICOLI PUBBLICI E DEGLI USI CIVICI

Partendo da quello che già appartiene alla collettività, vogliamo dare vita ad esperienze nuove e vitali di agricoltura rurale svincolate dal concetto di proprietà. Sono proprio i terreni pubblici quelli più “fertili” per far nascere un’economia alimentare sana e condivisa dalle comunità locali. Per fare questo è fondamentale che i terreni agricoli pubblici diventino BENI COMUNI soggetti ad uso civico, inalienabili e gestiti dalle comunità locali.

I beni demaniali rurali – e particolarmente quelli abbandonati ed incolti – sono risorse importanti con cui, senza alcun costo, le amministrazioni pubbliche hanno la possibilità di affidare spazi ed occasioni di vita, di lavoro, di progettualità a persone – e segnatamente a giovani – che intendono sperimentare modelli diversi di vita e di economia, potenzialmente utili a tutta la società e con ciò ricercare alternative praticabili e sostenibili ad un modello socioeconomico manifestamente in crisi.

Che cosa proponiamo

• una gestione sostenibile dei terreni e dei beni agricoli di proprietà pubblica, con i quali promuovere “progetti di neo-ruralità”, attraverso concessioni di lunga durata (min. 20 anni);

• la diffusione di un’agricoltura contadina, locale, naturale e di sussistenza; perché è l’unica in grado di assicurare alla comunità prodotti sani e genuini a prezzi accessibili, nel pieno rispetto dell’ambiente e del territorio;

• percorsi decisionali partecipati, che sappiano coinvolgere nella progettazione la comunità locale e le realtà contadine di nuovo insediamento;

• la nascita di piccole e diffuse realtà, volte al soddisfacimento delle esigenze della rete dei contadini locali, attraverso progetti concreti, come ad esempio la costruzione di piccoli vivai per la produzione di piantine da orto di varietà locali, usando metodi naturali e a risparmio energetico;

• una collaborazione con tutte le persone che si riconoscono nei principi di questo manifesto e sono disposte a lavorare per la sua attuazione.

Che cosa richiediamo

• Il riconoscimento del diritto ad abitare la terra da parte di chi pratica l’agricoltura contadina. Oggi le leggi impediscono di fatto la riconquista delle terre abbandonate o incolte da parte di soggetti diversi dalle medie-grandi aziende agricole tradizionali, sole titolari del diritto di edificare annessi o abitazioni rurali.

Chiediamo di poter auto-costruire con materiali naturali (come legno e paglia), fabbricati rurali a bassissimo impatto ambientale, totalmente degradabili e vincolati senza limiti di tempo all’attività agricola.

TAV sotto Firenze: un progetto da abbandonare senza rimpianti

Tutte le denunce dei Comitati si sono rivelate più che fondate.

Lunedì 11 febbraio, alle ore 21.00, è stata organizzata una assemblea cittadina presso il cinema Adriano per una nuova stagione di opposizione alla grande opera inutile. Sarà presentato il secondo episodio (L’Immobile, protagonista Tiziana Lodato) della docufiction “Sotto Sotto” prodotta dal comitato. Sarà presente il regista Eugenio Rigacci. Saranno presenti anche alcuni dei tecnici che hanno elaborato il progetto alternativo ai tunnel che prevede l’uso della rete ferroviaria per trasporti metropolitani e suburbani.

Venerdì 15 febbraio, alle ore 21.00, incontro con i candidati alle elezioni politiche presso la sala del Parterre (ingresso da piazza Libertà); TAV sotto Firenze, Legge Obiettivo, grandi opere inutili: sono molti i temi per un confronto.

La posta importante che la politica dovrebbe mettere in campo adesso è quella di imporre l’abbandono di un progetto che ogni giorno si dimostra sempre più irrealizzabile, smentendo sonoramente tutte le maggioranze che ancora lo sostengono.

Le analisi taroccate che avrebbero interessato le terre scavate smentiscono tutti, dalle Ferrovie, al Ministero dell’Ambiente, alle istituzioni toscane, fino al sindaco di Cavriglia, Ivano Ferri, che aspettava a braccia aperte quelle fanghiglie sostenendo caparbiamente che sarebbero state occasione di rinnovamento ambientale per l’area degradata di Santa Barbara. Quando alcuni tecnici del comitato incontrarono, in due assemblee, i cittadini del Valdarno, egli lanciò accuse di allarmismo, addirittura si sentì calunniato solo perché erano stati sollevati dei dubbi sulla qualità di quelle terre; il professor Alberto Ziparo, che mise in guardia dai possibili conferimenti di terre inquinate, fu zittito da urli del suddetto sindaco ed esponenti della sua maggioranza. Se queste persone fossero serie dovrebbero chiedere scusa, soprattutto ai loro concittadini.

È anche curioso che, nel marasma dentro la Regione Toscana, l’assessore all’ambiente Annarita Bramerini ricordi finalmente una cosa che il comitato denuncia da anni: che sui lavori TAV non c’è stato nessun serio controllo e che lo stesso Osservatorio Ambientale non offre garanzie di terzietà e di serietà. È il modello del “general contractor” all’italiana che genera questi mostri giuridici usati come foglie di fico su operazioni sbagliate. Chiedere la resurrezione dell’Osservatorio è solo un modo per distrarre l’attenzione dallo sfacelo in cui è piombato il progetto TAV.

Ma il finale del requiem per questo progetto è dato dalle condizioni economiche in cui versa Coopsette, impresa che ha chiesto il concordato preventivo con riserva alla sezione fallimentare del Tribunale di Reggio Emilia: l’anticamera del fallimento. Sostenere ancora che l’opera è indispensabile per la Toscana nasconde solo l’intenzione di salvare un’impresa decotta, piena di debiti, inaffidabile; vuol dire mantenere in vita un morto, un progetto zombie che sfora ormai nel grottesco.

Infine suonano sconcertanti i lamenti sui rischi per i posti di lavoro che si possono perdere per lo stop ai lavori. Da anni il comitato denuncia che i posti creati da questa opera sarebbero pochi, di qualità cattiva e che comunque, a opera realizzata, sparirebbero.

TalpaSe si volessero creare molte occasioni vere di lavoro si dovrebbe chiedere subito che i fondi che le FS hanno stanziato per i tunnel, fossero destinati al potenziamento delle linee in superficie, all’avvio di un servizio di treni metropolitani e suburbani; in questo modo si comincerebbe davvero a risolvere anche il problema della mobilità in città. Non farlo subito vuol dire non pensare a Firenze e alla Toscana, ma solo agli interessi dei costruttori.

Il Comitato No Tunnel TAV di Firenze continua la sua attività di informazione e lotta contro il progetto più devastante e inutile che interessa Firenze.


22 settembre: riunione della Giunta allargata ai Comitati

Ai componenti della Giunta

Care Amiche e Cari Amici,

desidero rammentarvi per tempo che la riunione della Giunta è convocata a Firenze presso la consueta sede del Teatro Affratellamento, alle ore 10,30 del giorno 22 settembre, per tornare ad affrontare i problemirelativi l’organizzazione di un’Assemblea dei Comitati sul tema della “Piattaforma toscana”.

All’incontro di Giunta abbiamo previsto di invitare una serie di Comitati, non presenti attualmente nella Giunta medesima, allo scopo:

a) di allargare fin dall’inizio il lavoro preparatorio dell’Assemblea;

b) di cominciare a preparare concretamente quell’allargamento della Giunta a una rappresentanza dei Comitati, della quale parliamo da tempo senza mai affrontarla concretamente. Leggi tutto

Il neoambientalismo italiano

Introduzione ai temi dell’assemblea dei Comitati del 7 luglio

di Alberto Asor Rosa

A. Asor Rosa

Fra il marzo e il giugno del 2012 la Rete dei Comitati per la difesa del territorio ha messo, e metterà, in campo due fra le più importanti iniziative ambientaliste svoltesi in Italia nel corso di quest’anno: Il Convegno dalla parte del territorio, Firenze, 24 marzo 2012, dedicato prevalentemente alla discussione di proposte che, a partire dalle vertenze in atto, indicassero strade alternative rispetto al modello corrente di appropriazione privatistica delle risorse territoriali (nella seconda parte di questo testo ne viene data circostanziata notizia); e l’Assemblea dei Comitati fissata per il 7 luglio p.v., da cui dovrà uscire la Piattaforma toscana, insieme organico di vertenze, proposte e progetti, su cui impiantare una vera battaglia nei confronti delle forze politiche e delle istituzioni di questa Regione italiana, contraddistinta nel bene come nel male come da peculiari caratteristiche ambientali, territoriali e politiche. Leggi tutto