di PAOLO BALDESCHI, da Eddyburg, 12 Agosto.
Le talpe sono notoriamente animali dotati di scarsissima vista. Così deve essere Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, talpa forse per contagio da “Monnalisa”,la fresa che perde pezzi, capace di un lavoro di ‘merda’ secondo la frase (intercettata) di uno degli addetti incaricati del suo utilizzo.La talpa Moretti dichiara in un’intervista alla Nazione del 31 luglio 2013 “Non è che abbiamo voglia di delinquere … Ci si deve dare una mano … non si può pensare che chi deve fare delle cose, specie un gruppo come il nostro, abbia chissà quale interesse a volere effettuare operazioni contro la legge, non se ne capirebbe il motivo … Poi dovremo affrontare il problema delle rocce di scavo (dopo la verifica dell’idoneità della fresa, nda), capendo quale legislazione dobbiamo rispettare.”
Moretti non è stato in grado di leggere, le delibere della Giunta regionale toscana del 31 gennaio 2011, del 24 aprile 2012 e del 15 ottobre 2012, estremamente dettagliate nei contenuti tecnici formulati dal Nucleo di valutazione ambientale. Riassumiamo le conclusioni dell’ultimo documento: la ‘duna schermo’, da realizzare nella miniera di Santa Barbara a Cavriglia (AR), è autorizzata a patto che le 2.800.000 tonnellate di materiale di scavo contaminato dalla fresa siano trattate come rifiuti e come tali analizzate e bonificate. A meno che non si avveri l’auspicio (intercettato) espresso da Busillo, tecnico della Seli, la società proprietaria della talpa. “Serve il Decreto (Sviluppo, nda) perché il materiale viene chiamato col nome giusto, rocce e terra proveniente dagli scavi e quindi l’Enel (?) dà l’autorizzazione allo stoccaggio permanente…” . Questione nominale, una bazzecola, che può essere risolta semplicemente riclassificando il materiale di scavo da rifiuto a roccia e terra, sia pure allo stato semiliquido; ci penserà a ‘dare una mano’ il Ministro Lupi? Si sa che la talpa ha la vista corta, ma sa ben scavare nel sottosuolo del lobbismo. Appaiono, perciò, imprudenti o impudenti le dichiarazioni del Sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, Erasmo D’Angelis, che annuncia per settembre 2013 la ripresa dei lavori. Ma, in attesa, la legislazione da seguire è chiarissima; a meno che l’interesse di effettuare operazioni contro la legge, sia – guarda caso – di far risparmiare sui costi di smaltimento che sarebbero ben più consistenti per Nodavia, società controllata da Coopsette – partner delle FSS in molti lavori, fra cui la stazione Tiburtina – che nel gennaio del 2013 ha chiesto al tribunale di Reggio Emilia di essere ammessa al concordato preventivo.
Particolare da non trascurare l’indagine in corso da parte della Procura di Firenze (gennaio 2013) su 31 soggetti, funzionari ministeriali e dirigenti di aziende, fra cui Maria Rita Lorenzetti (Pd), ex presidente della Regione Umbria e presidente dell’Italferr (società di progettazione del gruppo Ferrovie), cui vengono contestati l’abuso di ufficio, l’associazione a delinquere e la corruzione, ”svolgendo la propria attività nell’interesse e a vantaggio della controparte Nodavia e Coopsette (soggetti appaltanti)”. Né del tutto secondario il fatto che una delle ditte incaricate in subappalto dello smaltimento di fanghi sia legata alla camorra dei Casalesi. Ma si sa, Moretti ha una vista troppo corta per occuparsi di questi aspetti, anche se non ha alcun interesse ad agire contro la legge.