… “Chi siamo?” (o, se volete, rovesciando la prospettiva del discorso: “chi siete?”), e: “Cosa vogliamo e possiamo fare?”
Rappresentiamo in Toscana (ma, come vedremo il fenomeno tende a estendersi) la interconnessione organizzata di tutti quei movimenti di base, che si muovono a livello regionale per la difesa del territorio e dell’ambiente in tutte le sue forme (paesaggio, problemi urbanistici ed energetici, salute, beni comuni, ecc); ben lungi da rappresentare un movimento puramente negativo, siamo stati e siamo ampiamente propositivi e progettuali (ad ogni sconquasso, ad ogni sfacelo, contrapponiamo una proposta diversa, non solo più ragionevole, ma quasi sempre più economica dell’altra).
Non siamo perciò l’antipolitica, come qualcuno pretestuosamente ci chiama, confondendoci ad arte con altri movimenti, ma la POLITICA VERA, quella che si basa sulle idee chiare, sulla trasparenza dei metodi e dei linguaggi, sul rapporto strettissimo fra proposta e cittadinanza; o, se si preferisce, siamo l’antipolitica nei confronti di quella politica falsamente modernizzante, totalmente spregiudicata, delegata fuori misura e in fondo in fondo, un po’ stupida, che oggi è dominante…”
25 marzo 2007
Questo è il preambolo con il quale Alberto Asor Rosa si rivolgeva ai Comitati dopo meno di un anno dall’inizio di quella marcia di avvicinamento alla costruzione della Rete dei Comitati toscani per la difesa del territorio, iniziata in pratica con la pubblicazione, su la Repubblica del 24 agosto 2006, del suo primo articolo che denunciava le nuove edificazioni in costruzione appena sotto le mura del borgo medievale di Monticchiello, nel bel mezzo della Vald’Orcia, simbolo di quella Toscana che qualche decennio prima il professore aveva definito Felix, per il buon governo e l’attenzione al territorio.
L’effetto dell’articolo fu subito quello di restituire fiducia e coesione ad una moltitudine di Comitati toscani inascoltati, eppure in lotta da anni contro scempi simili, ai quali sembrò aver trovato -finalmente- un intellettuale dalla loro parte, in grado di far passare anche a livello nazionale le loro istanze.
L’idea di una rete di Comitati toscani parve essere possibile dopo lo storico Convegno indetto da Alberto Asor Rosa a Monticchiello il 28 ottobre 2006 che vide l’esposizione di una lunga serie di emergenze e la raccolta di riferimenti per successivi contatti con moltissime realtà associative di tutta la Toscana. Non solo, ma in quella occasione intervennero rappresentanti anche di altre regioni che andavano dall’Emilia, al Veneto, alla Lombardia, all’Umbria, al Lazio e alle Marche. Con loro si è poi instaurato un sodalizio di intenti che oggi trova continuità e ampliamento.
Così, qualche mese dopo, il 25 marzo 2007, propiziato dal convegno nazionale di Fiesole del 11 marzo 2007, il Coordinamento dei Comitati toscani nasceva ufficialmente a Firenze, presso lo spazio donna Il Giardino dei Ciliegi, nel corso di un’entusiasmante assemblea, nella quale Alberto Asor Rosa presentò un documento in 10 punti programmatici: una sorta di decalogo per salvare il paesaggio.
Il documento fu condiviso da una moltitudine di rappresentanti riconducibili ad almeno 80, tra Comitati e Associazioni spontaneamente riuniti, che nominarono Alberto Asor Rosa Coordinatore dei Comitati toscani per la difesa del territorio.
Una prima significativa testimonianza di condivisione delle problematiche di difesa del territorio è stato l’appello “Salviamo l’Italia” del 13 ottobre 2007, stilato e sottoscritto nella Val D’Orcia dai più autorevoli intellettuali ed urbanisti del nostro paese come: Andrea Zanzotto, Andrea Camilleri, Carlo Ripa di Meana, Mario Rigoni Stern, Bernardo Rossi Doria, Benedetta Origo, Alvise Serego Alighieri, Adriano Prosperi, Mario Torelli, Edoardo Salzano, Vezio De Lucia, Paolo Berdini ed altri.
Il passaggio da Coordinamento a Rete dei comitati toscani per la difesa del territorio ha posto tra le finalità principali quella di costituire una struttura al servizio dei Comitati di cittadini, per assolvere a funzioni di collegamento, di consulenza tecnica, paesaggistica e legale.
Questo progetto ha portato ad un’ampia adesione di Comitati passati, in Toscana, da 115 nel 2007 a 155 del 2009, e anche oltre: Comitati che nascono, magari si sciolgono dopo qualche mese, ma la cui traccia rimane almeno nella denuncia delle tante “emergenze” nel campo dell’urbanistica, della politica dell’ambiente e dei beni culturali. Un’altra decina sono i Comitati non toscani aderenti e molti altri quelli con i quali intratteniamo contatti, ormai in tutta la penisola.
Insomma una galassia di movimenti nati nella stragrande maggioranza dalla base i quali hanno in pratica sostituito, nella difesa dei beni comuni, quel mondo intellettuale e quella politica un tempo impegnati a difendere le identità e i bisogni del proprio territorio oggi maggiormente dediti a difendere i propri e gli altrui interessi particolari. Un esercito di cittadini che con un’approssimazione per difetto coinvolge in Toscana, intorno al 2007-9, almeno 20.000 cittadini dei quali, circa 2.000, impegnati nei Comitati con competenze specifiche e di organizzazione. A questo “Associazionismo” dobbiamo poi aggiungere tutti coloro, ormai oltre 50, che hanno deciso di aderire alla ReTe a titolo individuale per dare uno specifico contributo di conoscenza e professionale.
Firenze 20 maggio 2009