Lo scorso febbraio si è svolto, online, un incontro, organizzato dalla Giunta della Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio, rivolto ai Comitati ed Associazioni appartenenti o interessati alla Rete, per promuovere un sereno dibattito e confronto riguardo al futuro di questa Associazione. La domanda da cui siamo partiti è stata: la Rete ha ancora, nonostante le mutate condizioni attuali, una sua specifica rilevanza, o dobbiamo prender atto del venir meno della sua utilità?
L’iniziativa è stata un primo passo, a cui farà seguito un prossimo incontro (sempre via web) per arrivare, tendenzialmente a fine aprile, ad un’assemblea in presenza, dove potranno essere prese quelle decisioni che, per Statuto, spettano a quest’organo deliberante.
Cosa è emerso in questo primo incontro, che ha visto la partecipazione di diverse realtà, non solo fiorentine, ma della Lucchesia, Valdisieve e Mugello?
In primo luogo il riconoscimento, da tutti condiviso, di una profonda trasformazione della realtà politica e culturale.
I decisori politici sono diventati quasi completamente autoreferenziali e, salvo sporadiche eccezioni, “impermeabili” alle richieste di confronto ed ascolto provenienti dalla società civile, di cui i comitati sono la fisiologica espressione. Nonostante la legge regionale di governo del territorio preveda come passaggio essenziale, per l’approvazione degli strumenti urbanistici, lo svolgimento di un processo partecipativo aperto alla cittadinanza, la genericità del dettato normativo ha favorito le interpretazioni più minimaliste e superficiali, arrivando a sostituire al confronto, fra contrapposte istanze, una pura informazione sulle scelte già maturate altrove.
Il secondo dato emerso, e da tutti riconosciuto, riguarda il cambiamento profondo subito dall’associazione stessa. Nata 15 anni fa, per l’iniziativa del prof. A.A.Rosa, autorevole esponente della cultura e del pensiero politico in Italia, supportata con grande competenza dai contributi di accademici ed esperti territorialisti ed urbanisti, la Rete ha attratto, da subito, un gran numero di comitati ed associazioni, i quali, grazie alle letture e all’analisi lucida e penetrante delle realtà territoriali, maturate e fornite da queste personalità di rilievo, hanno trovato nella Rete strumenti e spunti critici, da utilizzare nelle rispettive vertenze, ma soprattutto hanno trovato in essa il collante per quelle battaglie di civiltà, che altrimenti avrebbero condotto singolarmente, con meno entusiasmo e, forse efficacia…
Partendo da queste constatazioni, che mettono in luce 2 rilevanti criticità, abbiamo affrontato la questione cruciale: se la Rete può avere oggi, ancora un senso e, se si, quale.
Diversi interventi hanno sottolineato che proprio il clima “ostile” alla partecipazione, che i comitati si trovano ad affrontare, richiederebbe una “struttura” capace di creare un sostegno reciproco. Certo, l’assenza di personaggi illustri e/o autorevoli di riferimento, implicherebbe un ridimensionamento nelle aspettative dei comitati nei confronti della Rete…
Un obiettivo minimo potrebbe essere quello di veicolare la conoscenza, fra comitati, delle vertenze che sorgono, e di riuscire a portarle a conoscenza anche all’esterno, nella società civile, attraverso blog e social. Un altro obiettivo potrebbe essere quello di intraprendere iniziative concrete. Sarebbe urgente cominciare a “mettere sotto accusa” la Regione per il sistematico tradimento della partecipazione che si sta realizzando in ordine alle decisioni più rilevanti sul nostro territorio. Un’altra possibilità potrebbe essere quella di lavorare a progetti concreti di gestione del territorio, sull’esempio di quanto stanno realizzando alcune realtà, come Mondeggi o come un gruppo di associazioni che si occupano del recupero di terreni sottoutilizzati, nella zona di Sorgane, per ampliare il parco periurbano che dovrebbe nascere lì.
E’ emersa, d’altra parte, l’attuale debolezza della Rete, che rispecchia quella dei comitati ad essa afferenti e che impone di puntare, nell’immediato, ad obiettivi minimi, che tengano conto delle scarse forze a disposizione. Qualcuno ha proposto di realizzare, semplicemente un coordinamento di comitati (come accadde, prima che si costituisse in associazione, anche alla Rete).
Abbiamo convenuto anche sull’utilità, non solo di una divulgazione sintetica di quanto emerso da questo primo confronto, ma anche di un ulteriore incontro, prima di arrivare all’assemblea, magari preceduto da un micro-sondaggio tra i comitati, attraverso un semplice formulario, che possa rispecchiare la morfologia e la situazione dei comitati attivi in Toscana.