e le carte dell’imbroglio
di Paolo Baldeschi, su Eddyburg, 18 giugno.
La sentenza con cui il Tar per la Toscana ha accolto il ricorso per l’annullamento del decreto del Ministro dell’Ambiente sulla compatibilità ambientale del nuovo aeroporto di Firenze è importante sia sul piano giuridico sia su quello politico. Sul primo punto il pronunciamento del tribunale, se non sarà rovesciato da un Consiglio di Stato più sensibile ai venti politici, farà giurisprudenza. Il Tar toscano infatti ha stabilito che “La documentazione presentata nell’ambito del procedimento urbanistico conferma come in sede di Via sia stato presentato un progetto parziale e comunque insufficiente a consentire una compiuta valutazione degli impatti ambientali, essendosi rinviato detto giudizio alle fasi progettuali successive, devolvendo le attività di verifica della corretta esecuzione delle prescrizioni al costituendo Osservatorio Ambientale”. Questo il succo della sentenza, esaurientemente spiegato nell’articolo del Gruppo Urbanistica per un’Altra Città pubblicato su eddyburg. Una sentenza che non solo azzera la strategia finora seguita dai proponenti – Enac e Toscana Aeroporti – ma di fatto vanifica il Dlgs 104/2017 nel suo obiettivo principale: consentire che la Via venga svolta su progetto di fattibilità, volutamente nebuloso, affinché le scelte fondamentali siano rinviate al progetto esecutivo.
Se il gioco fosse leale, i proponenti dovrebbero prendere atto delle motivazioni della sentenza, fare mea culpa per aver voluto a ogni costo aggirare la legge e presentare un progetto conforme; in fondo che senso ha rimandare approfondimenti necessari e studi su opere che comunque devono essere fatte? A meno che il gioco non sia fin dall’inizio truccato e celi il proposito di non eseguire quegli approfondimenti che potrebbero risultare negativi e, meglio ancora, di non fare le opere più onerose e problematiche.
Un gioco elusivo, la cui mossa finale è stato il trasferimento della competenza di controllo dell’opera dalla commissione Via (cui spetterebbe per legge) a un Osservatorio da costituire ad hoc presso il Ministero dell’Ambiente: con una variante presentata ex post da Enac e sancita dall’ing. Antonio Venditti, coordinatore nella Direzione Via, affinché nell’Osservatorio non siano rappresentati i Comuni più direttamente interessati; e con lo stesso Venditti – già protagonista nell’istruttoria tecnico-amministrativa del procedimento di Via, già coestensore del Dlgs 104/2017- autonominatosi presidente dell’Osservatorio, dove partecipa Enac e, sia pure senza diritto di voto, Toscana Aeroporti, entrambi in clamoroso conflitto di interesse. Cui si aggiunge come pseudo-rappresentante degli interessi locali, Dario Nardella – del quale peraltro si ignorano le specifiche competenze tecniche – sindaco della città metropolitana, anch’esso strenuo sostenitore dell’opera.
La strategia del cartello pro nuovo aeroporto è chiarissima: un Master Plan lacunoso con prescrizioni non “precettive” ma “esortative”, la cui ottemperanza è rimandata a nebulose fasi successive, dove il controllo sarà esercitato da un gruppo di amici del progetto. Strategia, tuttavia, messa in crisi dalla sentenza del Tar. Ma invece di fare buon viso a cattiva sorte (da loro stessi procurata) ecco che – riporta il Corriere della Sera nelle pagine locali – scoppia l’ira di Marco Carrai, presidente di Toscana aeroporti, evidentemente dotato di poteri di ultravista, o altrimenti comico, quando afferma che “il giudice in un’ora, senza avere un consulente, ha deciso che 146 elaborati progettuali, 399 elaborati tecnici ambientali (tra cui anche uno studio sull’obesità infantile in Toscana, ndr), tre università (ma non quella di Firenze, ndr), la commissione Via, direttori generali dei ministeri con tre governi diversi, non fossero sufficienti”. Mentre Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di Commercio fiorentina, consigliere di amministrazione di Toscana Aeroporti, già deciso a non concedere finanziamenti per Firenze Fiera (di cui è presidente) senza il nuovo aeroporto, taccia di ideologismo, non si sa su quali basi, la sentenza del Tar.
Anche il Presidente della Regione Toscana, la butta in politica, dimenticando di avere ribaltato il parere negativo del suo nucleo di valutazione regionale. “Si deve con amarezza prendere atto – dice Rossi – come il grillismo sconfitto nelle urne sia una malattia invasiva della cultura politica odierna … mettendo in secondo piano l’interesse collettivo, il lavoro e persino il rispetto dell’ambiente”.
Sbaglia completamente Rossi, quando taccia di “grillismo” dei sindaci che, fino a prova contraria appartengono tutti, salvo uno, al Pd, di nuovo il suo partito. Dovrebbe invece congratularsi con il Movimento 5 stelle, che a quanto pare, in questo frangente come in altri casi, ondeggia in direzioni contrapposte senza una bussola né tecnica, né politica. Infatti, nonostante che a livello locale per anni i politici grillini si siano sbracciati contro il nuovo aeroporto, ora leggiamo che “nel ricorso si è costituito il Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare (Sergio Costa, Movimento 5 stelle), unitamente al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Alberto Bonisoli Movimento 5 stelle) e all’Enac, (oltre alla Regione Toscana), contestando le censure dedotte e chiedendo il rigetto del ricorso”. Vedremo se il Movimento 5 stelle farà un ulteriore retromarcia, ricorrendo con i suoi ministri contro la sentenza del Tar presso il Consiglio di Stato. Se ciò avvenisse, dovremmo prendere atto che i grillini al governo sono sostenitori del nuovo aeroporto e passo dopo passo, presumiamo saranno favorevoli alla linea Tav sotto Firenze e perché no, alla Torino-Lione con lo sventramento della Val di Susa. Chiedendosi, poi perché i voti si siano dimezzati nell’ultima tornata elettorale e rischiando un’ulteriore dimezzamento alle prossime elezioni politiche.