di Paolo Baldeschi, 7 maggio 2019
Firenze Smart City. E’ questa l’idea centrale del programma del Sindaco di Firenze in vista delle prossime elezioni amministrative dove, appunto, l’aggettivo “smart” ricorre per ben 27 volte. Un programma di 119 pagine, in tipico stile renziano, dove la connotazione è, se non tutto, gran parte e ha l’obiettivo di dare un’idea di attualità e di un futuro à la page. Un programma diviso in 52 paragrafi, un mare di parole il cui leitmotiv sono le buone intenzioni: a volte meritevoli ma non tali da suscitare l’entusiasmo dei cittadini i quali preferirebbero scelte precise e programmi attuabili su cui esprimere consenso o dissenso.
Un segnale della pletorica affabulazione del programma nardelliano è la difficoltà che incontrano gli organi della stampa, pur così benevoli verso il Sindaco, a darne una sintesi comprensibile ai lettori: qualche riga o poco più, in cui la principale notizia è l’intenzione di realizzare la linea 5 della tramvia metropolitana, quando la numero 2 è appena entrata in esercizio e la 3 e la 4 sono in fase di progettazione preliminare; e, per ‘par condicio’, l’interramento del traffico veicolare in due piazze lungo i viali di circonvallazione, sotto le quali si trovano i gangli vitali delle infrastrutture progettate nell’800 da Giuseppe Poggi – speriamo che ciò non costituisca, come al solito, una sorpresa a scavi iniziati.
Alcuni dei punti del programma centrano delle questioni reali, come il fatto che la popolazione fiorentina sia molto più anziana della media nazionale e con una bassa natalità o l’impatto negativo del turismo, ma le azioni proposte non colgono gli aspetti strutturali dei problemi, sono superficiali e spesso contraddittorie. Una popolazione anziana avrebbe bisogno di una politica di ricupero e valorizzazione dello spazio pubblico esistente e di costruzione dello spazio pubblico dove questo manca come nelle recenti periferie; che implichi una riduzione del traffico automobilistico e una conseguente pedonalizzazione della città, soprattutto nelle zone dove piazze e strade sono diventate parcheggi di superficie; che non obblighi a spostamenti in macchina per gli acquisti quotidiani; quando, invece le politiche delle amministrazioni – passate e presente – si sono mosse in senso contrario, permettendo e incentivando la trasformazione del centro storico in una vetrina di lusso dove è impossibile trovare un negozio di uso domestico; estendendo l’area pedonale nel quadrilatero magico a scapito delle periferie, penalizzate, oltretutto, dall’occupazione delle strade da parte delle linee della tramvia.
Per incentivare la natalità, nel programma si promette un bonus (di berlusconiana memoria) “fino a 2000 euro”, ma non sono contemplati servizi sociali a favore delle donne o investimenti negli asili nido o orari differenziati. Le criticità del turismo sono circoscritte a quelle provocate dal “mordi e fuggi” nel centro storico, ma si tace sulle pesanti trasformazioni che questo provoca nell’economia e nella società fiorentina. Si riconosce la carenza di case per famiglie bisognose ricordando i 52 milioni di euro stanziati nel 2018 per il Piano Casa, ma tutti gli edifici pubblici dismessi appartenenti al Comune o al demanio pubblico sono destinati, con il Sindaco promotore, a diventare residenze o alberghi di lusso in un business miliardario.
Molto peso viene dato nel programma alla sicurezza e al controllo del territorio come tentativo di risposta alle proteste di residenti e dei comitati che segnalano casi di microcriminalità e lamentano gli schiamazzi notturni della ‘movida’. Il problema esiste, ma è grandemente enfatizzato, e le risposte come “il vigile di quartiere”, “la video sorveglianza”, il “controllo di vicinato”, nonché 450 nuove telecamere, sembrano più che altro iniziative per non farsi scavalcare dal candidato leghista. Un centro storico svuotato di cittadini per forza si presta occupazioni e attività incompatibili o contro l’abitare.
Tuttavia, quello che più colpisce nel programma elettorale è ciò che non c’è. Sono le omissioni dei grandi progetti che dovrebbero cambiare l’assetto della città e che in tutti questi anni sono stati sostenuti tenacemente (anche se con qualche contraddizione) da Nardella: evidentemente gli spin doctor del programma hanno suggerito di tacere o di mettere sotto tono i temi più controversi. Poche parole sul sottoattraversamento della linea dell’alta velocità, minimizzando l’inutile e costosissimo scavo della stazione sotterranea ai Macelli, per l’occasione rinominata di Belfiore (cioè in una posizione più vicina a quella centrale). Forse temendo che qualcuno possa ricordare a Nardella, ora diventato strenuo sostenitore del progetto, le parole pronunciate nel giugno del 2016, testualmente: “questo progetto di alta velocità […] appare inspiegabile. E’ un grande spreco di denaro pubblico. Perché stiamo parlando di un miliardo e mezzo di euro, per risparmiare due minuti. [..] Svuota Santa Maria Novella … Quindi ci sono molti elementi che ci portano a dire che quel progetto è vecchio prima ancora di essere realizzato. […] Insomma è un progetto nato male e che sta andando ancora peggio.”
Nessuna parola sulle pesanti criticità del progetto del nuovo aeroporto, già indicato come il motore di un nuovo rinascimento fiorentino; nessuna consapevolezza che l’aeroporto sia stato pensato per farvi atterrare i voli low cost, gonfiando proprio quel turismo di cui la città non ha bisogno. Ma l’omissione più clamorosa riguarda il quadrante nord-ovest della città dove si dovrebbe concentrare gran parte degli investimenti e dei metri cubi del piano regolatore a volumi zero (un ossimoro). Secondo la Variante al PRG approvata nel 2018, l’attuale Mercato ortofrutticolo dovrebbe trasferirsi nella zona ancora inedificata di Castello; completando la grandiosa impresa di occupare l’unica area verde di collegamento tra Peretola e le colline insediate dalla ville medicee, oltre che con il tappo dell’orribile scuola dei carabinieri, anche con il nuovo Mercafir: cioè con funzioni non accessibili al pubblico e non certo smart.
Tace il programma sul fatto che al posto del Mercato ortofrutticolo dovrebbe sorgere la Cittadella Viola con il nuovo stadio, un grande outlet, di cui nessuno sente il bisogno, oltre al solito mix di direzionale e negozi, un progetto finora sbandierato come il fiore all’occhiello dell’amministrazione Nardella. Con una squadra che va male, i tifosi infuriati, è prudente tacere su un’operazione che non ha alcun senso economico e le cui conseguenze urbanistiche sarebbero disastrose. Meglio, quindi, evitare i temi controversi e spinosi e riempire le pagine del programma di opzioni meno impegnative. I fiorentini potranno così gioire di alcune innovazioni come, la Smart City Control Room, il Biciplan, le politiche di Road Pricing, lo Smart Parking. Insomma un programma che renderà Firenze veramente una Smart City, una città intelligente. O piuttosto, per tutto quello che il Sindaco si propone di fare e quello che omette di fare, una “Smarting City, vale a dire una Città Sofferente?