Lettera aperta sulle Gualchiere di Remole

di Lucia Lepore, 26 marzo

Oggi l’eredità culturale dell’Italia è degradata a mero valore economico, a una risorsa di cui ci si può disfare a piacimento. Ma non c’è nulla che dia la misura dello stato di salute di una società quanto il rapporto che essa riesce ad avere con i propri monumenti e con il proprio paesaggio” (da  S.  Settis, Italia S.p.A. Torino 2002, p. 3). Con queste parole e altre considerazioni il 28 giugno 2017 i Comitati e le Associazioni Coordinamento 20 gennaio,  Comitato Oltrarno Futuro, Comitato per Piazza Brunelleschi, Comitato tutela ex Manifattuta  Tabacchi, Associazione Valdisieve, Associazione vivere in Valdisieve,  Cittadini Area  fiorentina, rispondevano con l’offerta simbolica di 1 Euro al bando della messa all’asta (asta della quale si continua a dire erroneamente andata deserta) da parte del Comune di Firenze del “complesso   immobiliare denominato ‘Gualchiere di Remole’ posto in Comune di Bagno a Ripoli… per lo più in pessimo stato di conservazione e in parte diruto… inclusivo della gora a servizio dell’originario Opificio idraulico…”.

Da allora si sono succedute  assemblee pubbliche, incontri, convegni, numerosi articoli su quotidiani e riviste specializzate, diversi documentari, iniziative come quella del FAI (Le Gualchiere di Remole si sono piazzate al 138° posto tra i luoghi del cuore con 3360 voti), tutti intesi a ricordare il valore culturale, identitario e storico di quello che viene definito ed è “uno dei maggiori esempi di archeologia industriale in Europa”  la cui memoria è custodita dallo scultore Pietro Gensini, che qui ha lo studio, per il quale paga regolarmente l’affitto al Comune di Firenze. Dopo quasi due anni di assordante silenzio, ai primi di marzo, in piena campagna elettorale, Palazzo Vecchio e il Sindaco di Bagno a Ripoli annunciano che le Gualchiere non si vendono più e che attiveranno un percorso congiunto di riqualificazione del complesso: la notizia viene subito rilanciata da “La Nazione” e raccolta dal Gruppo Vie Nuove per le Gualchiere di Remole, che ha organizzato per venerdì  29 marzo una Tavola Rotonda intitolata “Le Gualchiere ritrovate?” cui partecipano Federico Gianassi, Assessore al  Patrimonio del Comune di Firenze, il Sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Casini, il Presidente di Icomos Italia, Pietro Laureano, l’architetto Annalisa Baracchi. Salta subito all’occhio la tempistica  e il carattere strumentale dell’annuncio e dell’intesa raggiunta dalle due Amministrazioni che stanno per essere rinnovate:  uno spot elettorale in piena regola, dopo…. passata la festa gabbato lo santo.  Non possiamo credere, infatti, al repentino cambiamento di rotta di un’ Amministrazione come quella fiorentina che da anni persegue la politica della svendita al migliore offerente di quei beni culturali a lei affidati, piuttosto che l’applicazione dei dettami del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio secondo cui lo Stato, le regioni, gli altri enti pubblici territoriali nonché ogni altro ente ed istituto pubblico hanno l’obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di loro appartenenza (art. 30). Ciò stupisce ancora di più sapendo che il Sindaco di Firenze ha studiato e insegnato  per qualche tempo Legislazione dei Beni Culturali. Visto il pessimo stato di conservazione già lamentato nel bando d’asta del 2017, Palazzo Vecchio avrebbe dovuto da tempo iscrivere le Gualchiere nell’elenco dei beni beneficiari dell’Art bonus (introdotto dal decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito nella legge 29 luglio 2014, n. 106) e messo in essere, di intesa con la Soprintendenza, un serio progetto di restauro, protezione e manutenzione del bene. No per favore ai ventilati percorsi di riqualificazione che sappiamo bene dove conducono: basta vedere le alberature, le vie, le piazze e i palazzi del centro storico fiorentino! Se si lasceranno passare altri mesi credo non resti altra scelta (riservandosi successivamente di interessare anche la Magistratura) che chiedere al Ministero di imporre al Comune di Firenze gli interventi necessari per assicurare la conservazione delle Gualchiere, ovvero provvedervi direttamente (art. 32 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio): la tutela e  la conservazione sono preliminari a qualsiasi altro intervento, non si può pensare di utilizzare e/o valorizzare ciò che non si sa conservare!

Lucia Lepore (già docente di Archeologia presso l’Università di Firenze)