le resistenze nei territori difendono

e rilanciano il bel paese e il futuro del pianeta

Sabato 8 dicembre 2018 sarà una giornata bella e speciale a Torino e in tutta Italia.

Perché decine di migliaia di cittadine e cittadini, consapevoli di essere protagonist* del cambiamento, scenderanno nelle piazze per affermare di avere come ispirazione del loro agire politico e civile il futuro del Pianeta, le alternative equo- sostenibili, l’uso dell’esistente.

Le lotte in corso dei tanti gruppi che difendono con passione i territori di tutti, e la convergenza di tante associazioni, acquisiranno così una dimensione politica più generale e più visibile.

Le lotte sono condotte da decenni dal basso, da donne e uomini, giovani, famiglie, anziani, per salvaguardare l’aria, la terra, l’acqua, la res publica, le risorse economiche del nostro Paese.

Il nostro è uno sguardo angosciato per il futuro del Pianeta, la nostra casa comune e unica che non deve essere depredata per servire gli interessi di una minoranza di persone per accrescere ulteriormente i loro privilegi, ma salvaguardata in ogni modo per il bene di tutte e tutti.

L’8 dicembre, da nove anni celebrata come Giornata Internazionale contro le Grandi Opere Inutili e Imposte, diventa quest’anno anche la Giornata per la difesa del Pianeta in coincidenza con laConferenza COP 24 dell’ONU di Katowice, Polonia, dal 3 al 14 Dicembre.

L’obiettivo che gli scienziati hanno consegnato l’otto ottobre scorso a tutti gli abitanti del Pianeta, attraverso il rapporto IPCC, è contenere il riscaldamento climatico al di sotto della soglia di 1,5°C rispetto ai livelli pre industriali.

Le decisioni adottate dai Governi per il conseguimento di questo obiettivo minimo dipendono in gran parte dalla volontà popolare di aderire spontaneamente a questo sforzo inedito: per fermare il riscaldamento globale occorre limitare e/o ridurre i consumi di acqua, suolo (e di conseguenza l’infrastrutturazione con nuove strade, ferrovie, porti, aeroporti), diminuire la velocità dei mezzi di trasporto e lo spostamento delle merci e delle persone per ridurre il consumo di energia, e di conseguenza le emissioni climalteranti di CO2, l’inquinamento di aria e acqua e infine incrementare l’uso dell’esistente in tutte le sue forme.

Il risultato di questo sforzo collettivo, diretto a raggiungere, attraverso le decisioni governative e quelle personali, l’obiettivo IPCC, produrrà evidenti benefici per le persone e gli ecosistemi naturali, limitando il riscaldamento globale a 1,5°C e potrebbe aiutare a garantire una società più equo-sostenibile.