Sulla “groviera” fiorentina tutti zitti.

Ma in che Paese siamo sprofondati?

downloaddi Vittorio Emiliani, su www.huffingtonpost.it, 7 luglio
Succedono cose strane a Firenze e ancor più nella informazione italiana. Notizia di domenica scorsa: il ministro dei Trasporti Graziano Delrio e il sindaco Dario Nardella “aprono” coraggiosamente all’ipotesi di una ampia revisione del faraonico progetto di stazione sotterranea per l’Alta Velocità voluto anni or sono.
I dubbi – si legge sulle agenzie – riguardano “soprattutto la galleria, pensata per attraversare la città senza più incrociare il traffico dei pendolari, contestata dai No Tav fiorentini per le possibili ricadute sulle falde acquifere e la stabilità degli edifici di alcune zone”. Hub fiorentino della TAV sarà la stazione di superficie di Campo di Marte già utilizzata da alcune Frecce d’argento che, per risparmiare tempo, saltano Santa Maria Novella. Saggiamente lo prevedeva il Piano Regolatore di Marcello Vittorini nel ’92, sindaco il socialista Giorgio Morales…
Piccola notizia? “Notiziona” in realtà. Soltanto poche mesi fa, il 1° aprile (un pesce?), il ministero dell’Ambiente aveva sbloccato quegli scavi garantendo che i materiali potevano essere riusati. Già ma ci sono altri gravi inciampi, denunciati anche da Report di Milena Gabanelli, e cioè danni diffusi a una miriade di edifici soprastanti e pericoli seri per il sistema idrogeologico sotterraneo fiorentino messi a nudo dalla improvvisa grave voragine verificatasi sul Lungarno Torrigiani. Quanto sono costati i lavori per il tunnel che ora si pensa di abbandonare? Secondo i comitati fiorentini, ben 760 milioni di euro. Quando tutto poteva venire risolto in superficie. Eppure sulla stampa e in tv non se n’è quasi parlato. Forse perché “disturbava” Renzi e la sua immagine patinata? A pensar male…
V’è di peggio però. Da un anno numerosi esperti e intellettuali fiorentini (fra i quali il medievista Franco Cardini), in testa l’archeologa Lucia Lepore e l’architetta Giovanna Del Buono chiedono, in modo documentato, all’Unesco di inserire Firenze fra i “siti pericolosi”. Tanto più dopo la voragine apertasi sul Lungarno. Essi denunciano tante “sbrigatività” per le tramvia sotterranea e/o per la TAV: abbattuti gli alberi storici del Viale della Rimembranza; alterate le sponde intangibili di un pericoloso torrente; a rischio l’equilibrio idrogeologico sotto Fortezza da Basso, Arco dei Lorena, Porta San Gallo; tagliati centinaia di lecci; manomesso il paesaggio urbano storicizzato e vincolato; crepe e lesioni per centinaia di abitazioni. E c’è la minaccia di altri bypass sotterranei sotto strutture ferroviarie già esistenti, con ripetute varianti di progetto e rincari di costi al km pari a 5 volte la tramvia di Padova, 2 volte la Linea C del Metro di Roma (incredibile).
I geologi denunciano da anni “l’incoerenza fisico-meccanica del sottosuolo fiorentino e la grande importanza del principale acquifero che si trova a 3-4-5 metri dal piano di campagna per quello che riguarda la stabilità delle fondazioni di tutti gli edifici di Firenze, ma anche dei grandi monumenti come la Cattedrale”. Sotto Renzi e Nardella, soprattutto sotto il primo, palazzi importanti e di ex conventi demaniali (Santa Maria degli Angeli con la Rotonda brunelleschiana) sono stati venduti a privati e trasformati in alberghi o residenze di lusso. Con altri buchi per garage e parcheggi. Una groviera. L’esatto contrario della politica urbanistica più avanzata che riporta o mantiene in centro residenti di ogni ceto, coppie giovani, artigiani, offrendo a fitti economici alloggi, laboratori, botteghe qualificate, pedonalizza intere zone e crea all’esterno di esse parcheggi di scambio con le ferrovie locali e con le metropolitane di superficie. Sulla “groviera” fiorentina tutti zitti, o quasi. Ma in che Paese siamo sprofondati?