una montagna di terra ci seppellirà
di Sonia Redini, Cittadinanza attiva, Bagno a Ripoli.
Partono i lavoro per l’ampliamento dell’Autostrada tra Firenze e Incisa con la terza corsia. Ancora una volta l’attenzione al territorio finisce sepolta… sotto una montagna di terra.
È dal 2005 che esisteva un progetto per proseguire l’allargamento dell’A1 a tre corsie fino ad Incisa, ma a Bagno a Ripoli si erano mossi i cittadini, le forze politiche, tra cui la nostra, i Comitati civici, e avevano fatto pervenire le loro osservazioni ad Autostrade s.p.a. Poi, una parte di quel progetto, la tratta centrale, in corrispondenza del colle di San Donato, è stata stralciata e dal 2011, nel totale silenzio dell’Amministrazione, è ripartito un nuovo progetto, una “variante”, di cui si è scoperta l’entità – e i danni, aggiungiamo noi – solo lo scorso dicembre.
A Bagno a Ripoli ci ritroveremo con una “montagna di terra” di quasi un milione e 500 mila mc di terre e rocce da scavo, nella valle dell’Isone. Autostrade lo ha chiamato “rimodellamento morfologico del San Donato”: ma quell’area non aveva affatto bisogno di essere “rimodellata” e, soprattutto, dopo il “rimodellamento” non ci sarà più una valle ma un altipiano.
Per mettere le terre tutte lì, Autostrade esproprierà e recinterà, come pertinenza autostradale, 24 ettari di territorio comunale (oltre 30 campi da calcio!) e stratificherà questa quantità di terra, con altezze, in certi punti, di circa 20 metri (come un palazzo di 7 piani!).
Sono le terre derivanti dagli sbancamenti per allargarel’autostrada tra Firenze Sud e Incisa e quelle del traforo della nuova galleria nel colle di San Donato. E non ci sono garanzie che non siano inquinate da alte concentrazioni di amianto, calcestruzzo, PVC, vetroresina, miscele cementizie e additivi per scavo meccanizzato, così come si è verificato in altre grandi opere.
Ma c’è di più: questa rimodellazione paesaggistica verrà realizzata con una crosta di 80 cm di “terra buona” su un sottosuolo di terre che dovranno essere impermeabilizzate con la calce. Vuol dire che tutta questa zona diventerà perciò un’area artificiale, peggio ancora un’area “morta” sotto, e “falsamente viva” sopra!
E quale danno provocherà all’ambiente naturale? Pensiamo all’enorme pressione che sovraccarica con 10-20 mt di terra un terreno ricchissimo di sorgenti, alla denaturalizzazione che subiranno i corsi d’acqua presenti, ai rischi di stabilità geologica, alle conseguenze sulle falde acquifere da cui attingono i numerosi pozzi artesiani della zona, alla compromissione di un intero ecosistema, con forme di vita autoctone, anche molto rare e per questo protette da leggi regionali e direttive europee.
Di fronte a tutto questo non possiamo che domandarci:
Perché l’Amministrazione ha taciuto le modifiche progettuali che prevedevano il deposito di tutte le terre di scavo a San Donato ed il successivo loro impiego lì come rimodellamento morfologico della collina? Ci sono le prove che ne fosse a conoscenza fin dal 2011, perché sono stati chiesti i pareri degli Uffici tecnici sul progetto.
Delle due, l’una. O per negligenza, nel senso che nessuno si è reso conto delle nuove previsioni progettuali. Oppure per convenienza politica, ritenendo preferibile far passare la cosa sotto silenzio.
Invece, si sarebbero potute e dovute presentare delle osservazioni, fin da quando è stato avviato l’iter di approvazione, il 24 giugno 2011.
Ma, la totale mancanza di informazione ha di fatto reso impossibile esaminare il progetto, durante il procedimento di V.I.A., e si sono persi passaggi fondamentali nelle decisioni in merito alla destinazione delle terre e rocce da scavo.
E l’Amministrazione ha proseguito nell’essere acquiescente anche in sede di Conferenza dei Servizi, conclusasi il 26 maggio scorso.
Eppure il nostro territorio, in particolare ad Antella, Osteria e San Donato risulta già inciso dall’attraversamento dell’Autostrada vicino alle case e lo sarà ulteriormente con l’allargamento della terza corsia: nuovi espropri e nuovi disagi. Perché aggiungere anche questa ulteriore compromissione?
Nell’intervento del Sindaco, poi, c’è stato il richiamo al pragmatismo: Autostrada farà l’opera comunque. È dunque velleitario opporvisi! In questi casi, è meglio stare al tavolo dei giocatori e non fuori (sono parole sue).
Certo! Peccato che la posta in gioco – per restare nella metafora usata – sia altissima (la salute dei cittadini e la compromissione di un territorio), che le regole del gioco non siano chiare (destinazione delle terre lì e non in un altro luogo, idoneo ad accoglierle, ma magari più lontano ed invece è una soluzione che sicuramente per Autostrade risulta economicamente molto più vantaggiosa) e che le vincite, alla fine, vadano al giocatore più forte (la proprietà di Autostrade s.p.a.).
Perché su un punto è bene essere chiari: per noi, non c’è contropartita che valga a compensare questi danni ed i rischi che ne conseguono, non la risistemazione di un parcheggio, né una pista ciclabile o fondi per un tratto di strada provinciale, né tantomeno l’indicazione dell’uscita di Bagno a Ripoli dall’A1.
Ora, i lavori tra Firenze Sud e l’abitato di Antella stanno per cominciare: la nostra lista civica, durante questi mesi, ha presentato una mozione, ha fatto pressione affinché questo tema potesse essere portato a conoscenza della cittadinanza, ha espresso voto contrario sulla delibera contenente il parere per la Conferenza dei Servizi ed ha partecipato a tutte le iniziative (rimandiamo ad un’intervista che abbiamo realizzato, per far comprendere la gravità dei danni che subirà il territorio:
per chiedere ad Autostrade di studiare un progetto alternativo a quello attuale, che costituisce un prezzo troppo alto da pagare, in termini di tutela dell’integrità del nostro territorio e della salute dei suoi cittadini di ora e delle generazioni future. E non smetteremo di farlo!
Sonia Redini, Cittadinanza attiva – Bagno a Ripoli