di Lucia Lepore e Giovanna Nicoletta Delbuono, 22 maggio.
Il 10 marzo 2015 un gruppo di cittadini fiorentini (e non) – tra i quali architetti, ingegneri, archeologi, critici d’arte, storici, docenti di diritto e artisti – inviava alle sedi Unesco di Parigi e di Roma un appello per chiedere l’iscrizione di Firenze, World Heritage, nell’elenco dei siti in pericolo!La mappa dei rischi tracciati era amplissima: opere infrastrutturali in atto e in progetto, che interessavano tanto il sottosuolo che la superficie e snaturavano irreversibilmente interi quartieri; la vendita di immobili di altissimo pregio, fra i quali la Rotonda Brunelleschi; la escavazione di 12 parcheggi sotterranei nel Centro Storico; il nuovo aeroporto; il metro treno nel sottosuolo del Centro Storico.
Veniva inoltre prospettata l’alterazione irreversibile dell’assetto idrogeologico del suolo e del sottosuolo e la deturpazione del volto della Città ottocentesca e dei quartieri limitrofi disegnati da Giuseppe Poggi, Urbanista di Firenze Capitale.
Sei mesi dopo Il Sindaco di Firenze Dario Nardella e il site Manager del Comune di Firenze Carlo Francini annunciavano alla stampa che l’UNESCO aveva messo sotto osservazione il Centro Storico di Firenze, World Heritage, spiegando che i livelli di ‘attenzione’ progressiva dell’Unesco nei confronti di queste situazioni sono tre: messa sotto osservazione, messa in mora, infine espulsione dall’elenco dei luoghi posti sotto tutela.
Perché il richiamo formale dell’Unesco?
“…perché non abbiamo ancora applicato il piano di gestione della tutela Unesco in modo completo. Il regolamento sulla tutela del decoro nel centro storico che abbiamo predisposto va esattamente in questa direzione” annunciava in conferenza stampa il Sindaco.
Il 18 gennaio 2016 il Consiglio Comunale varava infatti il Regolamento Misure per la Tutela e il Decoro del Patrimonio Culturale del Centro Storico, che non contiene alcuna misura per la tutela del Patrimonio Culturale di Firenze, ma regola solo le attività commerciali, ponendo limitazioni agli esercizi pubblici e sanzionando la distribuzione di bevande alcooliche.
Peccato che il richiamo formale dell’Unesco, datato 27 maggio 2015 (si poté conoscere il testo fortuitamente solo il 18 novembre) faceva seguito ad un ampio e circostanziato esame tecnico redatto da ICOMOS (The International Council on Monuments and Sites) che esaminava: le linee 2 e 3 della tranvia; il Progetto per la tramvia sotterranea o mini-metro; iI tunnel per l’Alta Velocità e la nuova stazione ferroviaria; la pressione del turismo e il cambio di proprietà e della destinazione d’uso di complessi monumentali pubblici.
L’esame di ciascuno di questi temi partiva e faceva specifico riferimento alla lettera del 10 marzo 2015, quella inviata all’UNESCO da 16 cittadini ed esponenti della cultura e della scienza fiorentini.
Particolarmente rilevanti risultavano essere le conclusioni e alcune raccomandazioni di ICOMOS.
“ICOMOS osserva che da molto tempo sono stati pianificati e avviati diversi progetti su larga e media scala potenzialmente impattanti sull’Eccezionale Valore Universale del Sito Patrimonio Mondiale dell’Umanità, oltre che sui suoi valori, integrità e autenticità, senza informare preventivamente il Comitato World Heritage, attraverso il suo Segretariato, come richiesto dal paragrafo 172 delle Linee Guida Operative .
ICOMOS rileva che un gran numero di questi progetti infrastrutturali è connesso a opere nel sottosuolo. Alcuni di questi progetti si sviluppano direttamente sotto monumenti importanti (per esempio la Fortezza da Basso) mentre altri progetti programmati (la mini-metro) prevedono il sottoattraversamento del Centro Storico.
Dalle informazioni raccolte non è possibile valutare pienamente questi progetti. ICOMOS rileva che dettagli completi, compresi quelli tecnici e di impatto, dovrebbero essere presentati al più presto possibile per tutti i progetti infrastrutturali, che impattano sul Sito o sulle sue immediate vicinanze.
Sulla base dei risultati delle analisi degli argomenti e della relativa documentazione disponibile, e considerando che il Comitato non è stato mai informato su questi progetti dallo Stato Italiano, ICOMOS considera che c’è un bisogno urgente di ricevere una maggiore informazione dettagliata sui progetti su menzionati, che includa una adeguata documentazione tecnica e valutazioni di impatto, oltre che le misure proposte per la mitigazione nel caso di progetti sotterranei, mirati a contenere gli effetti delle vibrazioni e i rischi delle inondazioni.
Per quanto riguarda le proposte di vendere monumenti importanti ai privati ICOMOS considera che bisogna che siano forniti maggiori dettagli circa una visione complessiva del Sito, per preservare l’integrità di questi capolavori architettonici e siano forniti specifici dettagli per singoli monumenti.
Dopo i rilievi mossi da ICOMOS non sembra sia stato fatto molto per la tutela di Firenze, World Heritage.
Si è allungato l’elenco degli edifici di tipo specialistico, quasi tutti di proprietà pubblica, messi in vendita o già venduti , destinati ad essere trasformati in alberghi di lusso, mentre i residenti lasciano il Centro Storico.
Il processo di gentryfication così avviato cancella quelle caratteristiche che sono parte integrante dell’Historic Centre of Florence World Heritage.
Per quanto riguarda le tranvie continua la realizzazione delle linee 2 e 3 ed è in corso la realizzazione del transito attorno alla Stazione Centrale di Santa Maria Novella-Fortezza da Basso. Un capolinea verrà posto in Piazza dell’Unità ( per questo scopo verrà spostato l’obelisco ) e da questo punto si dipartirà la linea sotterranea verso la Chiesa di Santa Maria Novella-Piazza della Repubblica-San Firenze- Santa Croce.
Nel sottosuolo intorno alla Fortezza da Basso vengono scavati tunnel veicolari e tunnel ferroviari: è il punto più basso della città, con un grande afflusso di acque sotterranee e di superficie; tale assetto viene irreversibilmente modificato senza che vi siano adeguati studi su come e dove le acque verranno fatte defluire, sulle conseguenti mutate condizioni delle fondazioni della Fortezza, sulla sicurezza delle persone, sulla ulteriore modificazione delle aree circostanti già abbondantemente sfigurate.
Gli studi di fattibilità sui quali continua a basarsi il progetto di attraversamento in sotterraneo del Centro storico sono inadeguati e prevedono di scavare e costruire dentro la falda freatica ignorando i Principi di Precauzione stabiliti per legge.
Questi e altri sono i contenuti del nuovo appello inviato il 28 aprile scorso alle sedi UNESCO di Parigi e di Roma da un gruppo ancora più ampio di quello che sottoscrisse la lettera del 10 marzo 2015.
In esso si chiede formalmente all’UNESCO di dare seguito alle procedure previste per l’iscrizione del Sito di Firenze fra quelli in pericolo.