di ALBERTO ASOR ROSA, Il manifesto, 15 Aprile 2015.
L’Italia è un paese dove non si smette mai di stupirsi. In bene, in male. Oppure, più semplicemente, per la sorpresa di accorgerci all’improvviso di quanto fino a quel momento non avevamo neanche sospettato. Faccio due esempi concreti, che riguardano da vicino il mondo dell’ambiente e del territorio, di cui da qualche anno ci occupiamo.
Si tratta di Enrico Rossi, presidente della regione Toscana; e di Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del consiglio, e ora, da pochi giorni, ministro delle Infrastrutture, al posto di quel Lupi, defenestrato da una (tutto sommato) modesta intercettazione.
L’uno, si dice, esponente della vecchia guardia postcomunista; l’altro, si dice, esponente dell’ala del Pd più vicina a Renzi. Ma queste differenze, ora, ai fini del nostro discorso, contano poco (mi pare).
Poco tempo fa, il manifesto ha pubblicato (il 2 aprile) un articolo, “I nazareni della Toscana”, in cui riassumevo le vicende relative all’approvazione in quella regione di un fondamentale Piano paesaggistico, considerandola (ad onta di qualche attenuazione in corso d’opera) «una grande vittoria». Appena qualche giorno dopo (5 aprile), interviene sul manifesto Enrico Rossi, appositamente (si direbbe) per condividere questo punto decisivo: «Anch’io sono d’accordo che la sua adozione sia stata una grande vittoria…».
Rossi sorvola (non a caso, purtroppo) sul fatto che quell’adozione sia il frutto del lavoro lungimirante e prezioso della sua assessora all’Urbanistica, Anna Marson, e che in seno al Consiglio le opposizioni più feroci a quell’approvazione siano venute da esponenti del suo partito, il Pd, spesso coalizzati con le forze di opposizione al suo governo regionale. Ma riconosce che una parte non irrilevante del merito sia di quelle forze ambientaliste, che hanno posto «al centro del dibattito e della ‘questione democratica’ i temi della partecipazione, della rappresentanza e (addirittura) dei beni comuni».
Veniamo al secondo caso.
Graziano Delrio è ministro delle Infrastrutture da un paio di giorni. Acquisto in edicola la Repubblica. In prima pagina uno strillo di notevoli dimensioni: «Delrio: basta Grandi opere. Solo lavori utili». Sospetto che si tratti di una di quelle amplificazioni giornalistiche, che servono solo a lanciare improvvidamente un caso. No: nell’intervista il concetto è ripetuto più volte, quasi a volerlo sottolineare, e in maniera inequivoca. Per fare un solo esempio: «…la nostra strada [rispetto al passato] è un’altra, con noi finisce l’era delle grandi opere e si torna a una concezione moderna. Dove le opere [non necessariamente grandi, come si vede] sono anche la lotta al dissesto idrogeologico, la mobilità urbana, le scuole».
Ohibò, che il ministro Delrio si sia iscritto nottetempo alla Rete dei comitati per la difesa del territorio, e io non ne abbia saputo nulla?
Il discorso sarebbe lungo, — mi piacerebbe, ad esempio, sapere quale senso attribuire alla definizione di «concezione moderna», cui Delrio si richiama, — ma io mi propongo qui di tracciarne solo alcuni lineamenti fondamentali.
La mia prima reazione, sulla base di una lunga esperienza, sarebbe: chiacchiere. Tanto più che in Toscana pendono sulla testa degli attori politici le imminenti elezioni regionali (31 maggio), e si sa che per qualche voto in più si è disposti a fare le affermazioni più sfrenate. Propongo per questa volta di seguire la strada opposta.
Pesano sul destino della Toscana (mi limito a questo ambito, che conosco meglio, ma non sarebbe difficile allargare la rassegna a una dimensione nazionale) almeno due “grandi opere”, da intendersi nel senso più classico ed esecrando del termine, esattamente quello che il ministro Delrio sembrerebbe aver esorcizzato in due parole nel corso della sua intervista: e cioè il Sottoattraversamento ferroviario di Firenze e la seconda pista dell’aereoporto fiorentino di Peretola.
Ambedue distruttive, inutili, dispendiose, fonte (come già si è dimostrato, e meglio si potrebbe dimostrare) di corruzione e persino di pesanti affarismi politici. La Rete dei comitati per la difesa del territorio possiede le competenze per dimostrare inequivocabilmente tutto questo, e persino per indicare — e in molti casi ci sono — soluzioni alternative. E non ho alcun dubbio che le altre Associazioni ambientaliste, a fianco delle quali è stata condotta la battaglia a sostegno del Piano paesaggistico, sarebbero ben liete di apportare il loro contributo a un’ipotesi del genere.
Invito il ministro Delrio, il presidente Rossi e, of course, il ministro Franceschini e il sottosegretario ai Beni Culturali Borletti Buitoni, ad un confronto faccia a faccia su queste tematiche e, più in generale, su questo indirizzo di governo: naturalmente pre-elettorale, perché questo gli conferisce un’importanza e un’autorevolezza, che in caso contrario si perderebbero.
In Toscana (come ovunque, del resto) le tematiche alternative sono altrettanto rilevanti di quelle due oppositive, su cui in precedenza mi sono soffermato: per esempio, il dissesto idrogeologico (appunto); una diversa impostazione della questione geotermica; le condizioni del trasporto ferroviario locale, che sono penose, e che il Sottoattraversamento di Firenze peggiorerebbe ancora.
C’è materia non solo per evitare errori clamorosi, anzi catastrofici. Ma anche per ridisegnare le caratteristiche di un diverso sviluppo regionale con “opere” (non necessariamente “grandi”) avvedute, sensate e lungimiranti.
Se è vero, come scrive Rossi, che «al centro della questione democratica ci sono i temi della partecipazione e dei beni comuni», è qui ed ora che lo si prova.
Basta con i teatrini,bisogna potenziare l’aeroporto! Queste parole le ho lette su LA NAZIONE del 6 Luglio e dette dalla CNA di Firenze e CNA area vasta o metropolitana.
La parola teatrino l’ha tirata fuori il Berlusca e da quel momento la usano tutti e a sproposito.Quale è il teatrino a cui fanno riferimento i presidenti della cna?Prima di spiegare il teatrino Vi faccio questa domanda: a quali artigiani interessa l’aeroporto di grandi dimensioni?Ai calzaturifici?Ai ceramisti?Ai tessili?Ai calzolai?Ai falegnami?Ditemelo voi! Cosa centra l’aeroporto con il trasporto merci o compratori? Per i turisti a eserciti vengono a comprare i mobili o vasi o cornici o scarpe?Suvvia,ammettetelo che dite queste cose per venire in soccorso al PD Regionale,Provinciale e dei vari comuni della pianura FI-PT.
C’E’ PISA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E C’E’ TRENITALIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!.IL TEATRINO LO FATE VOI,perchè la costruzione della pista favorisce solo gli artigiani edili o l’edilizia insaziabile di mangiare territori e favorire inquinamenti e traffico.Chi non vuole la pista maestosa per fare arrivare gli sceicchi ha ragionissima e se la politica arrogante ha delle pause di riflessioni o ripensamenti,questo non è teatrino ma riflessione.Queste decisioni sono importantissime come per l’inceneritori,cittadelle varie e stadi vari.Le scuse sono buone ma non valide per attrarre i cittadini nelle braccia politiche.Pensate,piuttosto,alle rapine fiscali a cui vengono assoggettati i vostri iscritti come la tassa sui rifiuti comunale mentre tutto il rifiuto compresa la spazzatura dei pavimenti viene smaltito tramite ditte private.Un officina è costretta a pagare 3000 euro alla Quadrifoglio,nonostante smaltisca,tutto,con il privato.Al titolare di questa officina,non gli interessa nulla dell’aeroporto!!!!
Massimo Castellari