La Rete nel 2014

Consuntivo dell’attività svolta nel 2014, bilancio e prospettive per il 2015.

BilancioL’attività della Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio nel 2014 è stata in parte non trascurabile rivolta a seguire la produzione normativa della Regione Toscana, con particolare riferimento alla nuova Legge per il governo del territorio e al Piano Paesaggistico.
Due atti di rilevantissima importanza per gli effetti sul territorio a medio e lungo termine. Due atti che hanno avuto un iter travagliato con passaggi non sempre soddisfacenti.
In particolare il Piano Paesaggistico ha visto la luce con una stesura, quella approvata dalla Giunta regionale in prima battuta, che trovava vaste condivisioni tra le associazioni e i comitati. Il successivo lavoro delle commissioni regionali ne ha modificato alcune parti, attenuando assai l’entusiasmo di chi vedeva nel Piano un baluardo della difesa del territorio.
In alcuni momenti gli attacchi rivolti da portatori di interessi particolari nei confronti di chi difendeva la stesura originale, e dell’Assessore Marson, hanno posto in evidenza quanto ancora sia difficile affermare la prevalenza dell’interesse della collettività, e quanto una parte della macchina politica e amministrativa della Regione sia sensibile a certe istanze particolaristiche. La Rete ha accompagnato con attenzione lo sviluppo del Piano, apprezzando la determinazione con cui il presidente Rossi ha sostenuto, nella prima fase, i contenuti innovativi. Di quella determinazione abbiamo progressivamente perso la traccia.
Altra rilevante legge regionale in itinere, che la Rete ha e sta seguendo nel proprio sviluppo, riguarda le attività estrattive. Il combinato disposto di questa norma con il Piano Paesaggistico e la Legge sul governo del Territorio produce effetti tutt’altro che trascurabili in alcune aree della regione, tra tutte Apuane e Montagnola senese. Per questa legge abbiamo tenuto un incontro con l’Assessore Ceccarelli e redatto alcune osservazioni tecniche.
Tra le vertenze locali (locali solamente per estensione areale, ma non per l’ampiezza della rilevanza) che la Rete ha potuto seguire con maggiore impegno possiamo segnalare il sotto-attraversamento TAV di Firenze, l’aeroporto di Peretola, la Tirrenica, lo sviluppo della geotermia a media entalpia, la questione Apuana.
La questione TAV è all’ordine del giorno della Rete da tempo. Nel 2014 abbiamo sostenuto il lavoro dei comitati ed espresso chiaramente la posizione in occasione del convegno che si è tenuto a Firenze nel marzo scorso, moderato da Asor Rosa (Il passante alta velocità di Firenze – da un progetto insostenibile ad un modello innovativo). In quella occasione è emersa l’incongruenza tecnica ed economica della soluzione progettuale adottata da Trenitalia, approvata dal Governo e non contrastata dalla Regione. Con una sequenza di comunicati e dichiarazioni che hanno talvolta dato la misura della pochezza amministrativa. Di analoga caratura la vicenda della prevista nuova configurazione dell’aeroporto fiorentino, della congruenza rispetto al Parco della Piana, del Piano Paesaggistico e soprattutto del buon senso. La nostra posizione è stata espressa in alcuni comunicati e in occasione del convegno di Prato (Pista aeroporto di Firenze: una scelta sbagliata da tutti i punti di vista).
Della Tirrenica la Rete ha nel tempo seguito la variabilità progettuale, il cui principale elemento ordinatore pare essere stato la disponibilità dei finanziamenti piuttosto che la ratio che dovrebbe giustificare un intervento cosi impattante. La Rete ha emesso vari comunicati e già nel 2011 produsse, con altre associazioni ambientaliste, le osservazioni che sottolineavano tutte le mancanze e gli aspetti critici del Quadro di riferimento progettuale e del Quadro di riferimento ambientale. Nel novembre scorso abbiamo inoltre partecipato attivamente all’organizzazione del convegno tenutosi a Capalbio (La strada statale Aurelia sicura subito – contro l’autostrada della maremma: progetti privati e costi pubblici).
Della geotermia ci occupiamo da tempo. Nel 2014, è di particolare rilevanza la partecipazione al convegno tenutosi a Roma, presso la Camera dei Deputati (Giornata di mobilitazione nazionale contro la geotermia elettrica), preceduto dal convegno di Volterra (Volterra: territorio di geotermia industriale?). Su questo tema abbiamo nel tempo avuto diversi incontri con l’assessore Bramerini e con i tecnici regionali, registrando inizialmente alcune aperture, che tuttavia non si sono concretizzate in nessun significativo cambiamento nella politica regionale. La recente moratoria viene letta da molti come una semplice dilazione, che consenta al presidente Rossi di affrontare le prossime elezioni scrollandosi di dosso un tema che sta rapidamente prendendo rilievo nazionale. La nostra richiesta di un incontro, in occasione del quale avremmo portato un contributo propositivo, con l’aiuto dei comitati interessati, non è stata accolta; questo alimenta dubbi sull’effettiva volontà della Regione di dare forma ad un nuovo corso a riguardo della geotermia.
La questione apuana è quella che nel 2014 ha registrato in Toscana la maggiore rilevanza ed il maggiore sviluppo. La Rete è impegnata da tempo, sia per l’importanza della vertenza in se sia per il significato che ha acquisito nell’ambito del Piano Paesaggistico. In merito a questo ultimo aspetto abbiamo prodotto le osservazioni inviate alla Regione. Per le Apuane abbiamo inoltre organizzato una conferenza stampa nel mese di giugno (La distruzione delle Apuane – è a rischio il piano del paesaggio toscano) e il convegno nazionale organizzato a Firenze nel mese di novembre (Le Alpi Apuane: un patrimonio unico e di tutti), oltre ad aver partecipato al convegno tenutosi a Casola in Lunigiana (Un Piano di Alternativo per le Alpi Apuane ad un anno dal Terremoto) e al ciclo di incontri organizzati dagli occupanti il Comune di Carrara (Apuane: escavazione sostenibile?). Questo tema è stato anche sviluppato nel corso degli incontri con il presidente e gli assessori regionali. Ultimo dei quali nel gennaio di quest’anno con l’assessore Marson, la fermezza della quale pare rimanere ormai il solo elemento di fiducia nella possibilità che il Piano Paesaggistico veda la luce con contenuti apprezzabili, a riguardo della tutela delle Apuane.
L’attività di confronto con la Regione ha visto alcuni incontri con gli assessori e due incontri con il presidente Rossi e alcuni membri della Giunta regionale, l’ultimo dei quali nel mese di dicembre. Questi incontri richiesti dalla Rete sono stati condivisi con i rappresentanti di vari comitati e associazioni.
Come precedentemente affermato questi incontri hanno misurato un progressivo allentamento della tenacia del presidente, passato da condivisibili affermazioni, come quella secondo la quale sulle Apuane si sta attuando una economia di rapina, ad un atteggiamento sfuggente rispetto al merito delle questioni.
In fine l’attività istituzionale ha visto le consuete riunioni della Giunta della Rete e la convocazione di due assemblee nel mese di marzo, la prima aperta e rivolta a tutte le associazioni e i comitati, alla quale partecipò il presidente Rossi e l’assessore Marson, la seconda finalizzata al rinnovo delle cariche elettive.

Bilancio
L’attività svolta dalla Rete nel 2014 è stata intensa, come risulta dalla precedente sintetica ed incompleta rassegna, ma se dobbiamo misurare con il nostro termometro, cioè quanto atteso nello spirito della ‘Piattaforma toscana’, risulta evidente l’enorme lavoro ancora da svolgere. Sul fronte dei rapporti con la Regione in particolare, se pur la disponibilità al confronto con la Rete resti apprezzabile, abbiamo registrato una crescente distanza tra la narrazione politica e l’effettiva disponibilità ad introdurre concreti elementi di cambiamento.
Abbiamo vissuto, con previsto sgomento, il crescendo del clima elettorale, che ha segnato una sostanziale riduzione dell’autonomia politico-amministrativa della Regione Toscana rispetto al main stream nazionale.
Gli elementi di innovazione che avevamo positivamente registrato nella prima fase della legislatura Rossi sono andati scemando, ridotti a sopravvivere entro una sorta di riserva indiana, quella dell’assessorato Marson, assediato, isolato, fortemente indebolito nella capacità di tradurre in atti normativi i principi che avevamo condiviso e sostenuto.
Anche sul piano dell’attività più propriamente vertenziale registriamo una crescente difficoltà: il progressivo indebolimento e lo svuotamento delle reali competenze delle assemblee elettive, ad ogni livello amministrativo, rende sempre più difficile individuare gli interlocutori. Si matura spesso la motivata convinzione che gli attori, i decisori, siano collaterali rispetto alle sedi istituzionali, stackeholder occulti ma perfettamente capaci di affermare i propri interessi.
Questo rende difficoltoso e deludente il lavoro dei comitati, così come rende apparentemente utopistico lo sforzo della Rete per lo sviluppo del Neoambientalismo.
Positiva invece si è dimostrata la capacità della Rete di sviluppare iniziative comuni con altre associazioni ambientaliste, con riconosciuta capacità propositiva e organizzativa.
La Rete ha mantenuto la propria specificità ma ha saputo, su obbiettivi circoscritti, sviluppare sinergie assolutamente importanti per dare rilievo nazionale alle vertenze di maggior rilievo. In questo senso l’obbiettivo di dare alla Rete una più consona dimensione ‘politica’ si va concretizzando.

Prospettive
Per quanto prima esposto in merito al rapporto con la Regione Toscana si apre ora un periodo di importante elaborazione. Sarà indispensabile valutare se il trend registrato nell’ultimo periodo, con particolare riferimento alla tendenza ad avvicinarsi alle deludenti politiche nazionali riguardanti territorio e ambiente, sia l’elemento ordinatore della composizione della prossima Giunta regionale. In questo caso l’attività della Rete dovrà essere fortemente critica.
Nei rapporti con le associazioni ambientaliste riteniamo opportuno mantenere l’atteggiamento fin qui sviluppato: gli obbiettivi e il profilo ideologico della Rete sono quelli individuati nella ‘Piattaforma toscana’, che andrà aggiornata nel quadro conoscitivo mentre mantiene intatta la freschezza programmatica; su questa base la collaborazione con le altre associazioni ed altri soggetti sociali su specifici e circoscritti temi è indispensabile.
Il rapporto con i comitati deve invece essere reso più diretto e continuativo, migliorando la capacità della Rete di supportare le vertenze e, soprattutto, la capacità di inserirle in una dimensione cognitiva di più ampio respiro, al fine di favorire un maggiore sviluppo di una coscienza ambientalista, neoambientalista, che possa determinare una diffusa capacità di resistere e reagire allo sviluppismo ottuso e insano delle grandi opere inutili, dei grandi disastri ambientali come delle molte piccole quotidiane ferite che le amministrazioni comunali infliggono al territorio.
Questo obbiettivo può essere conseguito migliorando la capacità operativa della Giunta della Rete e stabilendo una più efficacie connessione con e tra i comitati, anche utilizzando con maggior appropriatezza gli strumenti mediatici. Al fine di favorire la partecipazione attiva dei comitati, in ogni aspetto della vita della Rete, la nostra Giunta ha deciso di stabilire in 20 € la quota minima associativa.
Un momento fondamentale di verifica e sviluppo dell’attività della Rete sarà l’assemblea plenaria dei comitati, per la quale abbiamo già avviato le fasi organizzative. Sarà l’occasione per aggiornare il quadro delle vertenze in atto e per definire gli impegni della Rete, in ragione delle forze sulle quali potremmo disporre.

Il Presidente
Mauro Chessa

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