Di Paolo Baldeschi, 14 settembre
Olimpiadi a Firenze (e Bologna per par condicio) nel 2032. La bufala viene da Dario Nardella, Sindaco di Firenze e ha trovato l’interesse dell’omologo bolognese, nonché del Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, tornato all’ovile del PD. Già a Firenze, subito dopo l’alluvione del 1966, il professore architetto Pierluigi Spadolini, con l’appoggio di una parte della Democrazia Cristiana e delle grandi società immobiliari romane, aveva lanciato un’analoga proposta. Naufragata, perché all’epoca il Sindaco di Firenze si chiamava Piero Bargellini e il PC non si era ancora trasformato nel partito del cemento.
E’ evidente che le probabilità che il CIO accordi le Olimpiadi estive a Bologna e Firenze sono inferiori a quelle di vincere l’enalotto giocando una sola schedina. Le ragioni sono state indicate in un articolo del Fatto Quotidiano on line dell’11 settembre. Il Comitato Olimpico chiede ai “pretendenti” di avere già una buona infrastrutturazione di base, mentre Firenze e Bologna sono a terra per quanto riguarda gli impianti sportivi, a partire dagli stadi per l’atletica, per non parlare del nuoto o del ciclismo. Inoltre, per un criterio di alternanza è difficile che dopo l’assegnazione delle Olimpiadi invernali a Milano e Cortina si voglia ancora gratificare (si fa per dire) l’Italia. Va da sé che le Olimpiadi sono state sempre rovinose per i bilanci pubblici e profittevoli solo per i costruttori che in Italia, per prassi consolidata e con costi crescenti, si lasciano dietro una marea di opere incompiute.
Se ne deduce che o Dario Nardella è uno sprovveduto o è in malafede. Propendiamo per questa seconda ipotesi. Ma allora perché lanciare la bufala delle Olimpiadi? Una risposta verrà dalle reazioni dell’establishment locale e dal partito del Pil. Già ci sembra di sentire alzarsi le voci che per dare gambe alla candidatura fiorentino-bolognese occorre realizzare al più presto il nuovo aeroporto, bucare Firenze con il sottoattraversamento Tav e chissà cos’altro. Qui potrebbe stare l’obiettivo sottostante, usare come grimaldello una proposta inattuabile per realizzare quello che viene messo in forse dall’opposizione più consapevole di sindaci e cittadini.
Bisogna dare atto a Nardella di un tocco di comicità nella sua proposta. “Perché “se Milano è la capitale finanziaria e Roma quella politica, Firenze e Bologna possono rappresentare il polo italiano delle eccellenze e del made in Italy, visto che rappresentiamo il meglio in campo alimentare, in quello della moda, dei motori, della tecnologia e dell’alta formazione universitaria” (La Nazione Firenze, 11 settembre). Cosa c’entri tutto ciò con un evento effimero e di tutto altro genere come le Olimpiadi rimane misterioso. Ma dopo la comicità viene la tragedia: intervistato dal Fatto Quotidiano Giacomo Giannarelli, il candidato de Movimento 5 Stelle alle prossima elezioni regionali, afferma “che ogni iniziativa che promuova lo sport, il turismo e le relazioni internazionali è un’iniziativa da sostenere”. Ma i pentastellati non erano contro le Olimpiadi, emblema sommo dello spreco di soldi? Il no di Virginia Raggi è stato un penoso malinteso?
Tutti accomunati i nostri politici da una visione miope e retrograda del futuro delle nostre città. Fermi agli anni ’60, sono ancora convinti che le infrastrutture pesanti e il cemento siano la via maestra di un mitico “sviluppo”. Ambiente e cambiamento climatico sono slogan usa e getta.
Firenze subì nel 1966 una spaventosa alluvione (da cui, appunto, la proposta di Olimpiadi risarcitorie). Niente è cambiato da allora rispetto al rischio idraulico che corre il capoluogo e buona parte della Toscana. Invece di assecondare la natura la si vuole in ogni modo violentare. Tanto in Italia gli stupratori se la cavano con poco.