di Giorgio Meletti, Il fatto quotidiano, 8 dicembre 2018.
Un sogno, una visione con sconfinamenti nel delirio. Feticismo travestito da razionalità. Un’impostura con lampi di genialità comunicativa. La folgorazione è stata l’invenzione del nemico, il movimento No-Tav, “quelli del no a tutto che ci vogliono riportare al calesse e alla candela”. Il Tav Torino-Lione è una sceneggiata sul nulla che da trent’anni nutre un piccolo esercito di politicanti, ingegneri, geometri, millantatori, studiosi, e sedicenti esperti a vario titolo. Sfornano relazioni, commissionano studi, organizzano convegni. Luca Rastello, valoroso giornalista morto troppo presto, raccolse anni fa la lancinante confessione di un ingegnere del giro: “In breve, non è necessaria l’opera. Lo sono i soldi che derivano da cantieri e progetti. Il Tav è un Momendol economico. Come le Olimpiadi”. Leggi tutto