assicurazioni insufficienti
COMUNICATO STAMPA, Firenze, 1 febbraio 2018
Vi sono diversi aspetti interessanti nella “Relazione di Gestione”, uno è sicuramente quello dei costi che si stanno raggiungendo.
Alla pagina 39 del documento si legge che il corrispettivo per l’esecuzione dell’opera è passato da 718 milioni a 802 milioni con un aumento di 84 milioni.
Il valore contabilizzato delle opere eseguite (sia il lotto dello “scavalco” ormai in esercizio da diversi anni, sia i lavori eseguiti per la stazione e i cantieri di Campo Marte e Tre Pietre) alla fine del 2016 ammontava a € 251.760.107 con un aumento, rispetto all’anno precedente, di € 8.491.288.
Interessante la parte che quantifica le riserve, cioè i maggiori costi richiesti dal costruttore.
Nodavia ha ricalcolato le proprie richieste ed ha fatto ricorso al giudice per un importo di 131 milioni di euro dopo che RFI non ha accettato l’accordo bonario come era previsto nel contratto.
La somma contesa è relativa al periodo anteriore al settembre 2012.
Inquietante è l’affermazione che al 2014 le riserve ammontano a 399 milioni (comprensivi dei 131 portati in giudizio). Se teniamo conto che i motivi dell’aumento dei costi era dovuto allo smaltimento delle terre di scavo in discarica e al rallentamento dei cantieri, se ricordiamo che questa anomalia permane ancora, viene da chiedersi a quanto potranno ammontare le riserve all’inizio del 2018.
Se la progressione è rimasta costante anche dopo il 2014, l’aumento dei costi potrebbe arrivare a 600 milioni a fronte di un valore, per stazione e discenderie, di meno di 200 milioni (costo totale 251 mil – 80 mil scavalco). Se le nostre prudenti previsioni sono vere i costi si avvicinano ormai al miliardo di euro senza aver scavato un centimetro di galleria.
Il comitato ritiene che andare avanti in queste condizioni sia puramente folle, soprattutto nella prospettiva di ottenere solo una stazione di bus costruendo una invasiva infrastruttura ferroviaria!
Altro aspetto molto inquietante è quello relativo alle assicurazioni per i danni provocati dallo scavo delle gallerie. A pagina 50 si lamenta che le assicurazioni derivanti da “vizi e difetti di costruzione” potrebbero essere insufficienti. Ancora peggio alla pagina 51 si dice testualmente: “poiché la realizzazione dell’opera avviene in contesto urbano, va tenuto conto del rischio derivante dalla possibilità di arrecare danni a terzi che, in considerazione delle franchigie, potrebbero non essere completamente coperti dalla polizza all risks”.
Finalmente si legge nero su bianco ciò che il comitato teme da anni, cioè che lo scavo delle gallerie potrebbe provocare danni importanti al patrimonio edilizio e monumentale della città.
La cosa che ancora inquieta è la constatazione che la società che controlla Nodavia, Condotte SpA, è in pessime acque ed è stata ammessa alla procedura di concordato preventivo presso il tribunale di Roma. Se si avranno danni agli edifici gli importi che superano quelli assicurati dovrebbero essere pagati dalla società Condotte, ma se questa non ha risorse nemmeno per pagare fornitori, subappaltanti e forse nemmeno i propri lavoratori, come saranno risarcite le famiglie che avranno danni ai loro appartamenti?
Nelle motivazioni del ricorso al concordato preventivo Condotte aveva espressamente detto che le proprie finanze sarebbero state salvate dagli introiti della realizzazione del Passante di Firenze… insomma siamo al classico gatto che si morde la coda.
Questa mattina il Comitato ha controllato sul sito del Ministero dell’Ambiente ed ha verificato che il “Piano di Utilizzo delle Terre” – necessario per iniziare lo scavo – non è ancora disponibile; il che significa che lo scavo delle gallerie, per il momento, non può iniziare.
Ancora una volta il comitato fa appello solo al buon senso: chiudiamo questa partita impossibile prima che il ridicolo non ci ricopra tutti.
Comitato No Tunnel TAV Firenze