a proposito del libro curato da Anna Marson
di Angela Barbanente, www.casadellacultura.it, 18 gennaio 2018.
Un testo è sempre definito e ridefinito dalle relazioni che instaura con i lettori. Nella scrittura dei piani si è guidati da chi si immagina che possa leggerli e dai modi in cui è probabile che li si legga. Dal “lettore ideale” disposto a diventare “cittadino ideale” nella lettura di Geddes proposta da Ferraro (1998), a chi si accosta ai piani in modo discontinuo e frammentario, in arene dove si lotta per imporre il proprio punto di vista o in uffici nei quali ci si occupa dell’attuazione di singole parti.Nella scrittura dei piani, spesso si usa una prosa difensiva, per evitare di segnalare incertezze o rischi riguardo al futuro. Nei testi dei piani, i pubblici non saranno mai volubili e miopi, i leader mai confusi e incerti, le burocrazie mai incompetenti o ignoranti (Mandelbaum 1990). Leggi tutto