di Claudio Greppi, 14 aprile
«Se i Lowenstein vogliono investire anche altrove in Toscana noi ci siamo. Questo è un esempio che può essere seguito. Noi abbiamo un turismo in Toscana che cresce ma abbiamo il problema di costruire un’offerta turistica adeguata per i grandi ricchi del mondo, coloro che hanno bisogno di un’accoglienza straordinaria come quella che può essere fatta qui. Quello che si crea a livello di indotto e occupazione è del resto davvero come avere un’azienda di grandi dimensioni». Così il presidente Rossi, su Repubblica Firenze (12 aprile).Ci pare di aver già sentito questo discorso, a proposito dell’investimento Monti-Riffeser a Bagnaia, pochi chilometri a sud di Siena, o di quello di Castelfalfi in comune di Montaione, in val d’Egola. Tutti casi in cui la Regione è intervenuta per fare da mediatore fra enti locali, disposizioni legislative e regole urbanistiche delle quali la stessa era stata promotrice, salvo sconfessarle alla prima occasione. Eravamo al tempo della giunta Martini con Riccardo Conti alla gestione del territorio: il quale nel caso di Bagnaia si inventò perfino un “protocollo interistituzionale” per consentire alla signora Monti di realizzare un mega campo da golf e strutture ricettive varie (le maggiori ancora da costruire, per fortuna). Ma l’inventiva dell’assessore, nel caso di Caselfalfi, volle andare anche più in là: con l’attivazione di un vero e proprio processo partecipativo, quale mai si era visto in Toscana, che coinvolgeva l’intera popolazione di Montaione (“fino all’ultimo mezzadro”, vantava il prof. Morisi, regista dell’operazione) per convincerla che la scelta migliore fosse di destinare il castello di origine altomedievale a resort turistico con annessi campi da golf come richiesto dalla TUI (Touristik Union International, di Hannover). Di questi casi ci siamo già occupati: si veda nel dossier della Rete del 2010 (Vertenza Toscana): Una lottizzazione ‘partecipata’ Il caso di Castelfalfi (Montaione, Firenze), di Paolo Baldeschi, a p.17, e Si inventa la ‘comunità turistica’. Il caso di Bagnaia (provincia di Siena) di Claudio Greppi, a p. 76.
Ma tutto questo impallidisce oggi di fronte al progetto di Cafaggiolo. Siamo in Mugello, poco a valle della diga di Bilancino, fra il castello del Trebbio, la villa delle Maschere, la fortezza di San Piero. La villa, voluta da Cosimo il vecchio su progetto di Michelozzo, non è un capolavoro dell’architettura dell’umanesimo, anzi nel 1450 rivelava un gusto molto retrò, con il ponte levatoio e le mura merlate (che poi furono incluse nella successiva copertura secentesca). In ogni caso un esempio straordinario di villa-fattoria, circondata da poderi e da boschi ben documentati nel cabreo del 1629, nelle Piante dello Scrittoio delle Regie Possessioni. Ne vediamo una bella immagine anche nella veduta di Giusto Utens del 1602, qui sopra.
«Nel giro di 2 anni e mezzo dovrebbero sorgere qui, grazie ad un investimento da 170 milioni di euro, 356 suites, 14 ristoranti, 12 bar e poi campi da polo, calcio, equitazione, 30 chilometri di percorsi naturalistici, tre Spa, due musei e poi laghetti, piscine e altro, destinati ad incontrare i favori di un turismo internazionale di fascia alta e altissima, ma anche a creare fino a 3.000 posti di lavoro, tra diretti ed indotto» leggiamo nel notiziario della Regione dell’11 aprile.
Per poterlo realizzare occorre spostare la strada della Futa, meglio se al di là della Sieve, per non passare proprio di fronte alla villa medicea: ed è su questo spostamento che la Regione si è impegnata a contribuire al grande progetto. «Sono 100.000 gli euro messi a disposizione dalla Regione per la progettazione. L’intento del presidente Rossi è quello di arrivare entro fine anno a rilasciare le autorizzazioni necessarie ad iniziare i lavori, per i quali la Regione aveva già stanziato 9 milioni di euro. Adesso attende di sapere con quanto dovrà contribuire alla loro realizzazione. Sono 100.000 gli euro messi a disposizione dalla Regione per la progettazione. L’intento del presidente Rossi è quello di arrivare entro fine anno a rilasciare le autorizzazioni necessarie ad iniziare i lavori, per i quali la Regione aveva già stanziato 9 milioni di euro. Adesso attende di sapere con quanto dovrà contribuire alla loro realizzazione», si legge sempre su Toscana Notizie. Il tutto per avere in Toscana ospiti di fascia alta e altissima, cioè straricchi.
Sembra che ormai il modello di sviluppo per il nostro paese sia quello di venire incontro alle richieste di costoro. La Fiat (pardon, Fca) produce super SUV, i cantieri di Viareggio super yacht, perfino la Laika di San Casciano produce super camper (che a me sembra un ossimoro: chi è davvero ricco non compra un camper…). Naturalmente con grandi vantaggi per l’occupazione: camerieri asiatici, facchini africani, muratori rumeni. Per dei cinesi che giocano a polo. Povero Mugello: non bastavano l’autodromo di Scarperia, il cosiddetto outlet di Barberino, i capannoni un po’ ovunque. Ci voleva anche il super resort.
Si dice: ma i Lowenstein sono persone colte, che avranno il massimo rispetto per la villa medicea, per le tracce del paesaggio originario, per il patrimonio edilizio rurale. I nuovi volumi, si legge nel comunicato, non supereranno il 15% di quelli esistenti: una bazzecola. Ovvero una montagna, visto l’ammontare dei volumi stessi. E comunque la destinazione ai super ricchi comporta di sicuro qualche problemino, non fosse altro che per le ragioni della sicurezza. Ci saranno barriere, controlli, sistemi di allarme sempre più sofisticati. Il popolo sarà ammesso a visitare la villa, su prenotazione. Dalla variante della bolognese, di là dalla Sieve, non si vedrà nulla: i ricchi non saranno disturbati. L’1% terrà alla larga il 99%.
“Allarme chimico”, si leggeva su un grande cartello giallo al tempo dei cantieri di Bagnaia, dieci anni fa. Non ho mai capito che cosa volesse dire. E ora che cosa ci dobbiamo aspettare, “allarme atomico”? Da Saddam a Kim, da Bush a Trump?