come è noto il Tar della Toscana, con sentenza dello scorso 8 agosto, ha accolto 8 dei 18 punti contestati dai comitati e dai soggetti che avevano fatto ricorso nel novembre del 2014 contro il progetto della pista dell’aeroporto di Firenze parallela all’autostrada. Gli otto punti che sono stati accolti sono sufficienti a mettere in luce la debolezza – se non l’illegittimità – di tutta la procedura seguita da Enac e da Toscana Aeroporti in questa vicenda, alla quale la stessa Regione da Lei presieduta si è purtroppo allineata rinunciando a qualsiasi ruolo autonomo. E’ bene osservare, oltre tutto, che nella sentenza del Tar si fa più volte riferimento al parere tecnico del Nucleo regionale di valutazione, che da oltre un anno (giugno 2015) ha espresso rilievi fortemente critici sul progetto, ai quali invece Lei non fa mai cenno.
Come ricorderà, nel dicembre del 2015 la Rete dei Comitati, insieme alle altre associazioni ambientaliste, Le aveva posto sette domande in merito ai problemi procedurali e funzionali del progetto: la Sua risposta, che ci era pervenuta soltanto tre mesi dopo, non aveva per nulla soddisfatto le nostre aspettative perché si limitava a ribadire le posizioni degli enti proponenti e a rinviare le questioni decisive (orientamento dei voli, idraulica, rapporti con gli insediamenti universitari) a non meglio precisati ulteriori accertamenti tecnici.
Segnaliamo che proprio questo modo di rinviare le necessarie verifiche ad altra sede viene adesso messo in crisi dalla sentenza del Tar. La Vas non può rinviare le verifiche alla Via, che a sua volta non può rinviarle al progetto esecutivo. In proposito il Codice dell’ambiente nella versione del gennaio 2008 stabilisce che la Vas “è preordinata a garantire che gli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione di detti piani e programmi siano presi in considerazione durante la loro elaborazione e prima della loro approvazione” (art. 11), e che alla Via devono essere “allegati il progetto definitivo, lo studio di impatto ambientale, la sintesi non tecnica” (art. 23). Tutto ciò al fine di dare ai progetti la necessaria consistenza tecnica ed evitare il rinvio a ulteriori accertamenti ovvero varianti. Non è un caso se l’autorizzazione ambientale da parte del Ministero, che viene annunciata come imminente da quasi un anno, rimane ancora da definire: anche i tecnici di Roma, nonostante le pesanti sollecitazioni da parte dei politici, sono manifestamente perplessi di fronte alle lacune e alle carenze del progetto della nuova pista: lacune che non sarà facile sanare solo con delle prescrizioni.
Signor Presidente: l’unica seria prescrizione, che va assunta con urgenza, è quella di rivedere tutto l’assetto degli aeroporti toscani, potenziare il collegamento ferroviario con l’aeroporto di Pisa, da Firenze e dalle altre città, per lasciare alla pista di Peretola il ruolo di City Airport come è stato più volte affermato, ma troppe volte smentito dai progetti megalomani. Vedrà che in questo modo anche la soluzione dell’Alta Velocità in superficie, senza tunnel, che a Lei sembra così peregrina, troverà la sua collocazione in un serio e coerente progetto relativo all’intera mobilità in Toscana: ci piacerebbe vedere la Regione impegnata su un progetto di questo genere piuttosto che nella difesa a oltranza delle grandi opere inutili e per giunta strampalate.
Firenze, 12 agosto 2016.
per la Rete dei Comitati
Paolo Baldeschi