e le ricadute su Firenze: i tre punti chiave
Comunicato stampa perUnaltracittà – laboratorio politico Firenze
Uno stop alla costruzione del nuovo inceneritore di Firenze, l’arresto del progetto della nuova pista di Peretola, una nuova governance per Acea e Publiacqua, le società che hanno in mano l’acquedotto della città. Possono essere tre le ricadute immediate per chi vive e abita a Firenze e nella Piana fiorentina alla luce del risultato elettorale nelle elezioni comunali.
Basta con le pericolose Grandi opere
Iniziamo con Sesto Fiorentino, città in cui il Partito Democratico, sconfitto inesorabilmente, ha imposto fino ad oggi la costruzione di due opere dall’impatto devastante per la salute dei cittadini: inceneritore e aeroporto.
Abbiamo già scritto come dall’Istituto Superiore di Sanità sia giunta una voce che ha affermato che un contesto inquinato come quello della Piana acuisca enormemente la pericolosità di queste infrastrutture. I sestesi hanno capito che sulla loro testa si sta giocando una partita pericolosa e hanno saputo organizzarsi per tempo. In questa sede vogliamo ricordare come sia nato dal basso un movimento che è stato in grado di imporre la salute delle persone nell’agenda politica della città, ben prima delle schermaglie politiciste interne al Pd che hanno portato al commissariamento del Comune. In particolare parliamo dell’Assemblea della Piana contro le nocività e delle Mamme No inceneritore, soggetti collettivi in grado di fare analisi, criticare un presente sviluppista ormai anacronistico e produrre proposte e alternative virtuose.
Sono riusciti a “fare politica” nella migliore delle accezioni: hanno saputo stanare le persone dalle case e le hanno coinvolte in processi partecipativi reali, concreti, agli antipodi di quelli istituzionali che servono solo a imbellire e ratificare, con il consenso di pochi, decisioni già prese altrove e contro l’interesse dei più. Nel fare questo Mamme e Assemblea hanno mobilitato centinaia e centinaia di persone, hanno costruito insieme a loro la speranza per un futuro migliore.
Un movimento che con la lotta, dal basso, ha imposto i contenuti della campagna elettorale e che alla fine ha visto vincere le posizioni più avanzate: sì alla riduzione dei rifiuti e a una gestione virtuosa li recupera (Strategia Rifiuti Zero); sì ad un Parco della Piana a servizio della popolazione, non da cementificare con una pista utile solo ai poteri forti della città.
I giornali hanno condotto una guerra quotidiana contro queste posizioni (andrebbe scritto un manuale su come si manipola l’opinione pubblica sui quindici giorni di campagna elettorale letti sulla stampa locale) e alla fine hanno perso insieme al Pd e ai poteri economici che guardano solo ai loro profitti. Bene così.
Dal momento del loro insediamento la maggioranza che governerà a Sesto Fiorentino e il sindaco eletto che si è impegnato a bloccare inceneritore e aeroporto, non possono che essere sollecitati quotidianamente al rispetto dei loro impegni. La storia dimostra come è fin troppo facile tradire le promesse elettorali. Siamo certi che le Mamme no inceneritore e l’Assemblea della Piana contro le nocività – sostenuti da tutti i movimenti fiorentini, la questione riguarda molto più che Sesto – sapranno continuare questa lotta ancora in corso con passione, costanza e inclusività. Consapevoli che la lotta popolare è l’unica via per ottenere risultati.
Il caso Publiacqua
La vittoria a Roma di Virginia Raggi ha delle implicazioni anche per il nostro territorio. Publiacqua infatti è una controllata di Acea, società quotata in borsa che vede il Comune di Roma tra gli azionisti di riferimento con il 51%. La vicenda della voragine in Lungarno Torrigiani, a fianco del Ponte Vecchio, ha messo finalmente sotto gli occhi di tutti come si mortifichino gli investimenti nella sicurezza a vantaggio dei dividendi azionari dei soci (Caltagirone, tra gli altri, ha il 15% di Acea).
Raggi, neo sindaca del Movimento 5 Stelle, ha dichiarato che metterà mano al consiglio di amministrazione “perché è composto da un’accozzaglia di nomi in gran parte scelti proprio da Caltagirone con il lasciapassare del suo caro amico Matteo Renzi“. La verità, dice, “è che finora il management di Acea con la compiacenza della vecchia politica (primo su tutti il Pd) ha usato i romani (e anche i fiorentini, n.d.a.) come un gigantesco bancomat su cui mettere a punto i suoi profitti“. Come non dargli ragione? E allora anche qui la sfida sta tutta nella capacità di pressare il M5S a rispettare la parola, a far tornare l’acqua un bene comune, con una gestione pienamente pubblica come voluto dagli italiani con il Referendum del 2011.
Continuiamo la lotta, sempre, con ogni mezzo
Nessuna delega in bianco quindi. Né la Sinistra né il Movimento 5 Stelle devono dormire sonni tranquilli. Dobbiamo essere in grado di continuare nelle nostre lotte, sempre e comunque. Fuori e dentro le istituzioni. Pretendendo dai nuovi governi delle città atti che – nero su bianco – devono essere conseguenti alle promesse elettorali. Nessuno può più prendere in giro persone in grado di pensare con la propria testa e di coinvolgere la maggioranza dei cittadini.
Dal canto nostro continueremo con il nostro laboratorio politico a stare attivamente al loro fianco e a dare loro parola grazie alla rivista La Città invisibile.