Le Associazioni, i Comitati e i Gruppi GAS pistoiesi:
lettera aperta ai relatori
Gentili relatori,
i contributi che ciascuno di voi porterà negli incontri del 7-10 aprile saranno certamente stimolanti, al fine di definire quali potranno essere o meno i riferimenti realmente utili per leggere e per pensare la Città e il suo futuro. Il dialogo si costruisce con la partecipazione della popolazione alle scelte che condizionano il presente e il futuro della città, le sue funzioni, il suo rapporto con le risorse, con i beni comuni, con la qualità della vita e con coloro i quali la città la vivono e la “leggono” ogni giorno.
Per far conoscere la nostra “lettura” della città abbiamo presentato una proposta di delibera di iniziativa popolare per la creazione di consulte popolari che potessero “dialogare” con le scelte di governo della città in maniera strutturata e diretta. Tale proposta è stata respinta da questa amministrazione, il Comune di Pistoia ha così rifiutato di accogliere i suoi cittadini in un contesto formalizzato, dialogante e propositivo.
Quello che certamente possiamo dire è che l’auspicata “Città del Dialogo” non ha nulla a che vedere con le politiche del Comune di Pistoia che in questi anni di amministrazione non si è distinta né per dialogo, né per capacità di ascolto della città. La stessa preparazione di questo evento non ha visto la minima partecipazione della città nelle sue diverse e variegate visioni dal basso.
In particolare ci si chiede come sia conciliabile con visioni di politiche sui Beni Comuni il Piano delle alienazioni promosso dal Comune, che si disfa di preziosi complessi storico architettonici, e la svendita del patrimonio pubblico, in particolare delle Ville Sbertoli e dell’ex Ospedale del Ceppo, in accordo con la Regione Toscana. Ci si chiede anche come si possano favorire tutte le politiche liquidatorie conseguenti al duplice errore della costruzione del nuovo ospedale e dell’alterazione dell’Ospedale del Ceppo, con tutte le ricadute urbanistiche compromissorie conseguenti.
C’è anche da chiedersi di come si può parlare di naturalità e ambiente in un’area inquinata dalle polveri sottili e dove molti cittadini sono costretti a ricorrere a cure mediche per intossicazione da pesticidi che contaminano case e giardini privati, perché in questa città si ignorano le norme che impongono distanze di sicurezza nell’uso di queste pericolose sostanze a tutela della salute pubblica.
Come si può sostenere e intestardirsi sull’inceneritore di Montale, negando una politica dei rifiuti differenziati salubre e moderna. O ancora come si possa lasciare la montagna abbandonata, e il fiume Ombrone ed i suoi affluenti senza un progetto delle acque e delle sue aree di pertinenza.
La città che leggiamo racconta anche di scarichi fognari nei nostri fiumi e nei campi, di una raccolta differenziata che non raggiunge gli obiettivi di legge, del servizio idrico affidato a logiche privatistiche (che fruttano al Comune 3 milioni di euro annui) e che ci porta l’acqua in condotte in amianto; racconta dei suoi standard urbanistici per parcheggi e giardini sottodimensionati rispetto ai requisiti di legge, parla di macerie delle antiche mura medievali cadute e mai restaurate, di piste ciclabili insufficienti e non collegate, dei nostri giardini abbandonati, delle aree destinate a verde e mai realizzate, di orti urbani sognati e inesistenti, della totale assenza di spazi per i giovani.
I contributi degli illustri ospiti riusciranno a rompere il muro di omertà su queste questioni essenziali per il futuro della Città, o tutto il convegno servirà a mistificare ulteriormente sia il dialogo che le scelte essenziali per il prossimo futuro della Città e di tutto il comprensorio pistoiese?
Le Associazioni, i Comitati e i Gruppi GAS pistoiesi
Anche a Prato c’è stata un’iniziativa simile da parte di comitati e cittadini coinvolgendo la commissione consiliare n.1 addetta alla revisione dei regolamenti . Dopo due incontri pubblici abbiamo sentito l’assessore alla partecipazione che sostanzialmente ha respinto la proposta di una revisione del regolamento comunale in quanto il Comune starebbe allargando la possibilità di partecipazione dei cittadini , dal momento che sta per essere adottato il sistema bolognese dei beni comuni (lapsus ). A nulla è valso dire che stabilire dei contratti tra pubblico e privato sulla manutenzione dei luoghi comuni , non è partecipazione piena alle scelte di fondo discusse prima della loro approvazione . La cosa diventa dirimente soprattutto in mancanza del raccordo tra cittadini e amministrazione rappresentato dalle Circoscrizioni/ quartieri . Potrei avere un riferimento dei gruppi di Pistoia per scambiarci le nostre esperienze e fare massa critica ? Grazie . Franco Aspite – Prato