Pistoia capitale della cultura 2017

Tre interventi e una rassegna

1573031-pistoia

 

 

 

La quieta dolcezza quasi sconosciuta di una città tra le più belle

di Tomaso Montanari, Repubblica Firenze, 27 gennaio.

IN queste ore sono tutti a domandarsi «ma cosa c’entra Pistoia con la cultura?». Questa sorpresa è il risultato dell’estrema brandizzazione della comunicazione turistica: in questo gioco di figurine Firenze è il Rinascimento, Siena è il Sogno Gotico, Pisa è la Torre Pendente… e Pistoia? Lo zoo, se va bene.
Questa compressione dell’intelligenza e della conoscenza a fini commerciali sta lentamente cambiando il nostro modo di pensare. Ora non sono solo i turisti di massa, ma anche i toscani (e certo molti tra gli stessi pistoiesi) a non sapere che Pistoia è una delle più belle città del mondo. Qualche tempo fa, scegliendo poche opere d’arte da far conoscere ai bambini, ho avuto occasione di ricordare che, a nemmeno cinquecento metri dall’elegantissima Piazza del Duomo, c’è la chiesa di Sant’Andrea: un luogo in cui ogni italiano dovrebbe entrare, almeno una volta nella vita. Perché è lì che si può leggere una poesia alta e forte come una cantica della Divina Commedia. Una poesia fatta di marmo. Ma anche di luce e di ombra, di violenza e tenerezza, di cielo e terra. Fu Giovanni Pisano a scolpire la folla di figure che danza come un incendio intorno al pulpito. La pietra non era mai stata così mobile, così simile alla nostra anima quando è turbata, inquieta, instabile.

Ma è solo un piccolo esempio: Pistoia è tessuta della stessa materia, è stata fatta dalle stesse mani da cui scaturiscono Firenze, Lucca, Siena. Col vantaggio di una quieta dolcezza. Ora, se vogliamo che questo riconoscimento a forte rischio-carrozzone non si riduca a un anno di eventi effimeri, se vogliamo che qualcosa rimanga davvero, l’amministrazione di Pistoia deve sfruttarlo per recuperare per sempre almeno qualche brano del meraviglioso tessuto monumentale pistoiese: che non versa tutto in buone condizioni.

Per sapere cosa fare, basta ascoltare i cittadini pistoiesi. Per esempio l’associazione ‘Pistoia città di tutti’, nata nel 2010 dopo un’intensa giornata di studi dedicata al «Patrimonio monumentale della città tra restauro, riuso, abbandono. Il caso della Santissima Annunziata». Grazie al lavoro esemplare della storica dell’arte Lucia Gai e degli altri soci, sono usciti libri importanti su singoli monumenti in pericolo (come Santa Maria delle Grazie), si sono avanzate proposte (come quella per la valorizzazione del Chiostro Grande di San Lorenzo), si sono vinte battaglie (come quella per la tutela di San Bartolomeo in Pantano, minacciata da un parcheggio sotterraneo), si sono organizzati incontri, dibattiti, visite.

Insomma, un caso esemplare di cittadinanza attiva che scaturisce dall’amore per un patrimonio culturale sentito come vivo e proprio. Ora, Pistoia ha vinto con un progetto: che naturalmente deve essere attuato. Ma sarebbe una bella notizia per la Toscana e per l’Italia, se l’amministrazione sapesse ascoltare i suoi cittadini, e sapesse trovare le risorse per restaurare e restituire ad un uso civico (senza biglietto!) un complesso monumentale tra quelli in pericolo.
E sarebbe anche l’occasione per tornare sulla decisione di vendere (cioè, dati i tempi, di svendere) immobili comunali di importanza storica come lo stesso San Lorenzo, “Le Leopoldine”, Palazzo Baldi Papini, i monasteri dei Santi Giorgio ed Elisabetta e delle Crocifissine. L’ormai famosa lettera dell’Unesco al sindaco di Firenze indicava l’alienazione di edifici storici pubblici come un problema: perché il cambio di destinazione d’uso (da sedi di funzioni della vita civile quotidiana ad alberghi di lusso) aumenterà ancora la disneyficazione del capoluogo.
Ecco, è vitale che la Toscana cosiddetta minore non imiti lo sviluppo involutivo e autocannibalesco di Firenze: abbiamo bisogno di modelli alternativi, sostenibili, democratici. In questo Pistoia potrebbe darci davvero una lezione. Perché una vera capitale della cultura deve saper guardare lontano: oltre il pensiero unico del presente, oltre la vetrina del marketing.

Pistoia capitale scommette sulla cultura
di Laura Montanari, Repubblica Firenze, 27 gennaio.

ADESSO piede sull’acceleratore: «Dobbiamo andare avanti sulla rigenerazione urbana» predica il sindaco di Pistoia Samuele Bertinelli. Centro storico senza auto, polo artistico di Palazzo Fabroni con grande giardino- museo annesso, la mostra su Marino Marini (che lì ha la sua fondazione), quel pezzo di città in cui c’era il vecchio ospedale del Ceppo da reinventare. Non sono note sul taccuino, né buone intenzioni messe in fila. Qui sono già progetti perché è partita la grande scommessa. «Ci speravamo anche se non ce l’aspettavamo» confessa il sindaco. Pistoia capitale italiana delle cultura 2017: è tutto vero.
La «città rocciosa» di Piero Bigongiari, «sta uscendo dal guscio». Il sindaco tira la riga del nastro di partenza anche se la corsa nei fatti è già cominciata: «Saremo sotto i riflettori, ma penso che sapremo cogliere al meglio questa occasione per farci conoscere sia a livello nazionale sia a livello internazionale». Pistoia crede all’equazione: cultura uguale investimento, non a caso qui il 5 per cento del bilancio dell’amministrazione è proprio agganciato a quella voce declinata nei vari campi.
Dal ministero dei Beni culturali arriverà un milione di euro, ma ciò che conta è altro: gli investimenti che la città farà grazie all’intervento della Regione Toscana per l’ex area ospedaliera (cinque milioni di euro).
«Pistoia cambia, ma la cultura qui è già un pilota che guida le scelte dell’amministrazione» spiega Alessandro Pagnini presidente dell’Uniser il polo universitario che investe sul green della ricerca e che ha nel cassetto il grande parco delle piante officinali. Del resto dove potrebbe trovare una casa se non nella terra dei vivaisti un progetto del genere?
«Da marzo Pistoia comincerà a sostituire le luci delle strade a Led» riprende pragmatico il sindaco. E non sarà una questione soltanto di risparmio energetico, ma anche una nuova illuminazione per i monumenti. Gli itinerari per i turisti hanno bisogno di una rinfrescata. Quelle luci diventanto quasi una metafora: «Ci illuminiamo per farci vedere meglio e per far vedere meglio la Toscana» scherza Bertinelli. Di certo nella sua agenda c’è quello di mettere insieme per il 2017 interventi urbanistici e quelli culturali. «Vogliamo essere pronti e cogliere in pieno l’occasione che ci viene data che potrà portare nuovi flussi turistici e un beneficio economico alla città».
Pistoia presenterà il nuovo piano per la viabilità puntando sui trasporti pubblici e sulla pedonalizzazione del centro storico, sul recupero di edifici religiosi e di aree importanti anche da un punto di vista archeologico come quella di Sant’Iacopo in Castellare. «Abbiamo già una grande biblioteca come la San Giorgio che ospita 500mila persone all’anno e ha 35mila abbonati – riprende il sindaco – stiamo lavorando moltissimo per mettere in condizione la città anche da un punto di vista urbanistico di sfruttare tutte le potenzialità che si presenteranno: stiamo rigenerando l’ex area Breda dove andranno polizia, prefettura, faremo un parcheggio scambiatore a sud e poi stiamo già lavorando al progetto di realizzare un grande parco nei pressi di Palazzo Fabroni e di arredarlo con opere di arte contemporanea ».

Pistoia è una città a passo d’uomo, intendiamo produrre conoscenza, non apparenza.

di SAMUELE BERTINELLI, Sindaco di Pistoia,  Repubblica Firenze, 29 Gennaio 2016.

L’intervento di Tomaso Montanare coglie nel segno. Pistoia non è e non sarà la riproduzione miniaturizzata di se stessa nei gadget delle bancherelle e nei souvenir turistici. È una città apasso d’uomo, dalle antiche origini contadine, che ancora si riconoscono nel suo carattere riservato e persino introverso. Pur integrata nell’area metropolitana che arriva sino a Firenze, Pistoia ha preservato – grazie anche all’eccellenza produttiva del vivaismo – il confine tra il tessuto urbano e la campagna, quel limite che fonda e costituisce la città.

Ci siamo candidati convinti che una comunità, per promuovere se stessa, non debba presentarsi diversa da com’è, ma valorizzare le proprie caratteristiche e peculiarità: i progetti presentati sono il frutto di un lavoro intenso e spesso silenzioso che ha unito ed appassionato le tante anime della città. Abbiamo concorso non per trasformarci in un conglomerato fluttuante di turisti chiassosi e scomposti, ma perché orgogliosi di poter mostrare le nostre ricchezze e i nostri progetti. Intendiamo produrre conoscenza, non apparenza, perché solo il rigore dello studio e della ricerca e l’applicazione costante al lavoro possono portare a uno sviluppo coerente e sostenibile, verificabile in itinere e, perciò, correggibile.

Siamo convinti che il sapere e la cultura siano i primi e più significativi fattori per l’emancipazione di tutti gli umani, lievito per la crescita e la formazione di cittadini liberi e consapevoli, di cittadini democratici: la cultura come diritto di cittadinanza. Per questo, la cultura, in tutte le sue espressioni, costituisce la fonte ispiratrice di ogni nostra azione politica e di governo.

Per questo, il lavoro di restauro e recupero del patrimonio storico-artistico è stato ed è impegno prioritario per l’amministrazione: abbiamo già restituito alla città la chiesa di Santa Maria del Soccorso, il Chiostro di San Lorenzo, a breve recupereremo Sant’Jacopo in Castellare, la Saletta Gramsci, l’antica chiesa di San Salvatore e San Pier Maggiore. Il progetto di rigenerazione del Ceppo, che ci vede impegnati al fianco della Regione Toscana e dell’Asl, vedrà l’intera area monumentale del vecchio ospedale passare in proprietà al Comune di Pistoia, trasformata nel più importante polo museale cittadino. Qui sorgerà anche la Casa della Città, un urban-center che diventerà il cuore pulsante della partecipazione attiva dei pistoiesi alla vicenda pubblica.

La città è il primo dei beni che abbiamo in comune, spazio pubblico e luogo di esercizio diffuso della democrazia. Per assicurarne la cura è indispensabile una comunità partecipe e vigile, aperta e curiosa del mondo, che non cessi di interrogarsi sul proprio futuro. Per questo diamo vita ogni anno ad un appuntamento di riflessione critica sulle trasformazioni urbane, che consente anche una costante verifica dell’azione dell’amministrazione, leggere la città, nel corso del quale saremmo lieti di poter accogliere le stimolanti riflessioni di Tomaso Montanari, preziose anche per il lavoro che ci attende da qui al 2017.

 

Rassegna stampa

26 gennaio CORR FIOR. La (bella) sorpresa di Pistoia capitale

26 gennaio CORR FIOR. Pistoia. Al recupero del vecchio Ceppo

26 gennaio NAZ PT. Città capitale della cultura 2017 «Premio al lavoro serio e silenzioso»

26 gennaio NAZ PT. Dai «Dialoghi» alla mostra su Marino Marini

26 gennaio NAZ PT. Rossi «Ora pronti a fare la nostra parte»

26 gennaio REP FI. Pistoia capitale della cultura

26 gennaio TIRRENO. Capitale della cultura per uscire dal silenzio

26 gennaio TIRRENO. Pisa, un’altra delusione «Ma cresceremo lo stesso»

27 gennaio CORR FIOR. E Pisa «Ma noi non abbiamo bisogno di titoli…»

27 gennaio CORR FIOR. Pistoia, il miracolo della prima volta

27 gennaio REP FI. La cultura è la nostra scommessa

27 gennaio REP FI. Una città bellissima di quieta dolcezza

 

 

 

 

One thought on “Pistoia capitale della cultura 2017

Comments are closed.