di Tomaso Montanari, La Repubblica, 21 dicembre.
Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale sono state rigidamente separate dalla riforma Franceschini. Ad unirle, ormai, è un orizzonte egualmente nero. Pochi giorni fa un emendamento (il 174bis) alla legge di stabilità ha attribuito al ministro per i Beni culturali la facoltà di accorpare con un suo decreto le soprintendenze archeologiche a quelle già miste per le belle arti e il paesaggio, e di fare altrettanto con le direzioni centrali. Potenzialmente questa facoltà riguarda anche gli archivi e le biblioteche. Sconcertante è innanzitutto il metodo: all’indomani di una riforma radicale, si torna ad intervenire, ma non lo si fa con un dibattito nel Paese e nel Parlamento, bensì con poche righe infilate in corsa. Siamo al limite della costituzionalità, visto che ad essere investita è una funzione (la tutela) garantita dalla Carta al rango più alto, quello dei principi fondamentali.
Leggi tutto →