La stampa ufficiale fa muro contro chiunque sollevi dubbi sulla nuova pista di Peretola. La vicenda di Sesto, dove la sindaca Sara Biagiotti è stata sconfessata dai suoi stessi consiglieri proprio per la sua disponibilità verso i megaprogetti (aeroporto e inceneritore), diventa sui giornali solo una bega interna al PD. Gli articoli inviati da Paolo Baldeschi al Corriere Fiorentino e da Claudio Greppi alla Repubblica Firenze vengono tenuti nel cassetto, nonostante le assicurazioni verbali da parte dei rispettivi direttori. Fra i giornali cartacei solo il Manifesto, con un articolo di Riccardo Chiari del 16 luglio, rompe il muro del silenzio e mette insieme i vari segmenti del puzzle. Di seguito pubblichiamo gli interventi di Baldeschi, di Greppi e di Chiari.
Sul progetto per il nuovo aeroporto di Firenze
di Paolo Baldeschi
I sostenitori del nuovo aeroporto di Firenze chiedono che le contestazioni siano fatte su solide basi scientifiche. Perché no? Ma non si sono accorti della mole di dati e osservazioni scientifiche che il mondo accademico ha già prodotto e messo a disposizione. Ricordiamoli allora questi dati, perché il nuovo aeroporto di Firenze non è un intervento qualsiasi: inciderà infatti fortemente sulla salute e la sicurezza degli abitanti e modificherà le condizioni di vita nella Piana e nei comuni limitrofi. Ecco alcune delle numerose osservazioni al progetto:
1) non è definitivo, come richiede la legge, ma solo un Master Plan;
2) la pista di 2400 è difforme rispetto ai 2000 metri previsti dalla pianificazione regionale, e perciò sono altrettanto difformi le modifiche al reticolo idraulico e alla viabilità;
3) il progetto non valuta adeguatamente l’efficienza del nuovo sistema di smaltimento delle acque alte e basse ed è da dimostrare il non aggravio delle attuali condizioni di rischio idraulico;
4) non sono stati valutati gli effetti cumulativi dell’inquinamento provocati dall’esercizio contemporaneo dell’aeroporto e del termovalorizzatore di Case Passerini, altra opera di cui si prevede tra breve la realizzazione.
Sono solo alcune delle segnalazioni di criticità e carenze del progetto che provengono non da ‘comitatini’ o da ‘gufi’, ma dal Nucleo di valutazione di impatto ambientale della Regione Toscana e dall’Università di Firenze. È bene riportare le conclusioni del documento dell’Ateneo fiorentino: “Si ritiene che, già sin d’ora, nella procedura di valutazione dell’impatto ambientale relativa al progetto siano rilevabili evidenti profili di illegittimità tali da giustificare un parere negativo da parte dell’Autorità competente”. Evidenti profili di illegittimità: non si tratta di bazzecole, se dall’Università, quindi in sede scientifica, viene segnalata addirittura “la carenza degli elaborati rispetto al rischio di catastrofe aerea”.
In un paese normale, in cui leggi e procedure fossero rispettate, la Commissione VIA chiederebbe integrazioni al progetto, sospendendone l’iter autorizzativo fino a che non fossero superate le criticità evidenziate. Viceversa, sembra che la strategia sia di approvare il progetto così come è, rimandando le eventuali modifiche alla fase esecutiva dove i controlli sono praticamente impossibili. Così è stato fatto per la Tav nel Mugello, con le conseguenze che tutti conosciamo: sarebbe una vera iattura se altrettanto si facesse per il nuovo aeroporto di Firenze. È doveroso, perciò, che il progetto, in questa fase non definitiva, sia portato a conoscenza delle popolazioni interessate da un soggetto ‘super partes’ e sottoposto a dibattito pubblico o a una forma ampia ed effettiva di partecipazione: così si era impegnata la Regione Toscana che ora sembra dimenticare quanto prescritto nella variante al Pit che ha dato il via all’aeroporto (con pista – ricordiamolo – di 2000 metri). Un comportamento che non ispira fiducia nelle istituzioni rappresentative e cui, si spera, il Presidente Rossi vorrà ovviare mantenendo fede alle proprie determinazioni.
Infine, un’ultima considerazione: nella mole dei documenti, ancorché incompleti, presentati dal proponente ne manca uno fondamentale: uno studio serio e approfondito sui vantaggi e i costi del nuovo aeroporto. Finora sono stati prodotti dall’IRPET due documenti: uno contiene un algoritmo, mutuato dalla letteratura internazionale, che correla passeggeri con occupazione diretta e indotta per l’area interessata, come se tutte le situazioni, New York o Peretola, fossero uguali! L’altro si limita a dire che, col nuovo aeroporto vi sarà un risparmio di tempo per i viaggiatori diretti a Firenze (circa 20 minuti rispetto a Pisa). Veramente troppo poco! Ma cosa importa. Adf conosce benissimo i propri vantaggi e perciò, insieme alla maggior parte della stampa, a tutti i politici o quasi, ripete che il nuovo aeroporto porterà “lo sviluppo”. Quale e per chi non viene detto. Ma noi lo sappiamo benissimo: soldi per il privato, magari con qualcosa che finirà in tasca ai politici. Sviluppo del rischio idraulico, dell’inquinamento, del rumore e dei sorvoli su Firenze. Ma cosa importa! Basta per mettere a tacere i gufi, l’Università e qualche Comune dissidente. E se poi il progetto incompleto e sbagliato costerà il doppio, cari contribuenti preparatevi a contribuire.
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Aeroporto, Dibattito pubblico, Università
di Claudio Greppi
Per ragioni tutt’altro che chiare non si è mai svolto il Dibattito pubblico sul progetto aeroportuale, previsto dalla Regione che pure è un atto obbligatorio. Sta di fatto che in mancanza di questo innovativo strumento di partecipazione sono passate sotto silenzio (tra le altre) anche le osservazioni presentate dall’Università di Firenze il 25 maggio. Si tratta di un documento di 300 pagine (troppe, per i nostri politici?) articolato in 11 osservazioni e un congruo numero di allegati tecnici. Gli autori del documento sono colleghi del Dipartimento di Ingegneria Industriale, del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale e del Dipartimento di Fisica e Astronomia; il documento è stato scritto dal Prof. Ing. Lorenzo Domenichini, dal Dott. Giovanni Pedaccini, dal Prof. Giovanni Modugno e dal Prof. Ing. Enio Paris.
Nel sito della Rete dei comitati ho pubblicato una sintesi delle osservazioni, alla quale rimando: http://www.territorialmente.it/2015/07/ah-non-siamo-scientifici/.
Va sottolineato che se alcune osservazioni prevedono eventuali adeguamenti, rimedi o mitigazioni, altre dimostrano che il progetto di pista parallela è del tutto incompatibile con il delicato assetto del territorio: il tombamento del Fosso Reale mette in crisi l’equilibrio idraulico; la presenza di una pista a poche centinata di metri dal Polo Scientifico ne compromette la funzionalità, la sicurezza, lo sviluppo già previsto; le oasi naturalistiche – anche spostate – potrebbero causare l’effetto che chiamano bird strike, l’ipotesi del disastro aereo non è neppure considerata. Oltre tutto dalle osservazioni si ricava – con argomenti scientificamente fondati –che la pista parallela non sarebbe esclusivamente unidirezionale, cioè da e verso Prato, ma che almeno un volo su otto finirebbe per passare su Firenze. Le conclusioni sono drastiche: il parere dell’Università non può che essere negativo.
Si vuol fare di Peretola un aeroporto concorrenziale a quello di Pisa e non un semplice City Airport come previsto. Per quale ragione una società, la nuova Toscana Aeroporti, dovrebbe fare concorrenza a se stessa, lo si capisce solo se di mezzo c’è la promessa di cospicui finanziamenti pubblici. Mentre invece la soluzione più semplice sarebbe quella di puntare sul collegamento ferroviario delle città toscane (non solo Firenze) con l’aeroporto Galilei: investire sulla rete del ferro che non serve solo i Vip e i turisti ma anche i pendolari.
Scoppia in questi giorni il caso di Sesto Fiorentino: ma dietro la sfiducia al sindaco non ci sono questioni interne al PD ma la gestione del territorio della piana, che viene stravolta dalla nuova pista dell’aeroporto. Chi solleva critiche a quel progetto viene accusato di “vivere in un altro mondo”. Se poi le critiche vengono dai consiglieri comunali di Sesto, si parla subito di espulsioni dal partito.
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