04 Giugno 2015
Progetti di questo tipo ed entità, secondo la normativa europea, nazionale e regionale, devono essere accompagnati da un ampio ed effettivo processo di partecipazione. Nella fattispecie, la Regione Toscana si era impegnata, in sede di Variante del Piano di indirizzo territoriale, a sottoporre il progetto a Dibattito pubblico, così come è previsto dalla legge regionale sulla partecipazione. Ma ENAC e Adf non sono d’accordo e non vogliono esami o discussioni: rispondono picche alla Regione che chiede di essere messa a conoscenza del progetto (come sarebbe doveroso in una leale collaborazione) e lo rendono noto come ‘definitivo’ solo nella procedura VIA. Tuttavia, leggendo la documentazione depositata presso il Ministero dell’Ambiente, ci si rende facilmente conto che il progetto è carente in molte parti e in altre elaborato solo in linea di massima; perciò, non di ‘definivo’ si tratta, bensì di ‘progetto preliminare’, non a caso indicato da proponente come ‘Master Plan’.
L’aspetto più grave della vicenda, tuttavia, va oltre l’opacità della gestione del progetto. Il risvolto più critico – un anticipo del potenziale contenuto nella legge Sblocca Italia – è che il piano di una parte così critica e delicata dell’area metropolitana fiorentina sia affidato un operatore privato, Air Corporacion America (anche proprietaria dell’aeroporto di Pisa) che decide sulla base dei propri interessi: mentre quelli pubblici sono tutti da dimostrare; nella marea di documenti prodotti da Adf ne manca, infatti, uno fondamentale: uno studio serio e approfondito che spieghi l’utilità del nuovo aeroporto. Molte pagine a pagamento sui giornali, ma nessuna seria analisi ne spieghi i vantaggi a fronte di un riassetto che accentua criticità e caratteri di artificialità del territorio. In sintesi: il territorio al servizio dell’aeroporto e non viceversa.
A fronte di un progetto di rilevante interesse pubblico che viene gestito non solo privatisticamente, ma in modo non partecipato, cosa fa la Regione Toscana che si vede messa all’angolo e che non viene messa in grado di svolgere il Dibattito pubblico (ammesso che lo voglia veramente svolgere); che potrà intervenire sul progetto di Adf solo in seconda battuta, con un suo parere nella Conferenza di servizi, dove, presumibilmente si arrenderà ai voleri di Marco Carrai, presidente di Adf e sodale di Matteo Renzi? La Regione tace ed è implicitamente accondiscendente; e non è irrilevante che, nonostante il plateale sconfinamento di Adf e ENAC contro uno strumento di pianificazione approvato, la Regione Toscana non abbia presentato alcuna osservazione in proposito (né alcuna osservazione in generale). E cosa fa Enrico Rossi, rieletto con largo margine presidente della Regione Toscana? Manterrà, dopo avere preso le distanze da Anna Marson, il silenzio sulla richiesta di Dibattito pubblico presentata da tutte le associazioni ambientaliste? Rossi rieletto in modo plebiscitario, ma con un 50% di astensioni: per sfiducia nella politica e nelle istituzioni, come è giustificato dalle vicende tortuose e opache del nuovo aeroporto di Firenze.
PS Non stupisce che il progetto dell’aeroporto, nella fase di valutazione di impatto ambientale, abbia ricevuto numerose e dettagliate osservazioni, sia sugli aspetti normativi e procedurali, sia sugli aspetti sostanziali e tecnici. A tutto ciò i rappresentanti di Adf rispondono con arroganza, senza entrare nel merito; preferendo l’invettiva all’argomentazione. Alle documentate e precise osservazioni dell’Università di Firenze, contenute in decine di pagine di studi tecnici, Roberto Naldi, presidente di Corporacion America Italia, risponde: «Mi aspettavo qualcosa di più qualificato, invece lo studio è banale e squalificante, fatto da persone che non hanno alcuna esperienza in fatto di aeroporti»: il ‘privato’ in linea con l’atteggiamento aggressivo di una politica fatta di slogan e di insulti.