12 marzo: la stampa sul Piano del paesaggio

Pancho Pardi, Rossano Pazzagli, Ferruccio Sansa

imagesL’allarme di Pardi: «Il Pd sta guidando lo scempio della Toscana». sul Corriere della sera.

Il professore è furibondo. E preoccupato per il futuro della sua terra. «Se sarà approvato questo Piano del paesaggio, stravolto dalla raffica di emendamenti deleteri, tra qualche decennio il panorama toscano sarà sfigurato e banalizzato – denuncia – e la deregulation liberista, che è il pensiero dominante del partito della pietra e del mattone, trionferà sovrana». Francesco Pardi, toscano di Pisa, detto Pancho, già docente di Analisi del Territorio alla facoltà di architettura dell’Università di Firenze e senatore dell’Idv, è convinto che sia iniziata una deriva pe1icolosa e che la Toscana sia uno degli ultimi baluardi di quella filosofia «del Bello e del Razionale» che ne ha fatto un esempio. «Con amarezza, voglio avvertire che si sta distruggendo una delle cose più sensate fatte in Italia: il piano paesaggistico firmato dall’assessore Anna Marson.

In commissione il Pd ha iniziato a votare una raffica di emendamenti di Forza Italia. «Gli stessi che i dem avevano presentato ma che, dopo essere stati frenati dal presidente Enrico Rossi, con grande ipocrisia hanno accantonato avallando pero quelli dell’opposizione». Il risultato, dice Pardi, rischia di provocare un effetto Attila.

«Si cede sull’estrazione del marmo delle Apuane, si arretra sul divieto di gettare cemento lungo la fascia costiera, si soccombe sulla gestione delle discariche, si indietreggia sulle identità geomorfologiche di assoluto valore mondiale come le Balze del Valdarno, depositi lacustri di straordinaria bellezza. E al grido “rottamiamo tutto”  si rischia un effetto Liguria dove negli anni si e fatto scempio del territorio. Purtroppo il Pd è in prima fila a guidare questo processo suicida di abbattimento delle regole. Mi appello a Rossi perche intervenga ».

Accuse irrazionali? «Perché, è ragionevole distruggere uno dei gruppi montagnosi più significativi d’Italia, quello delle Alpi Apuane, per estrarre carbonato di calcio per fare dentifrici e sbiancanti per la carta? Se aveste bisogno di un dentifricio andreste a scalpellare il Davide di Michelangelo? Per non parlare dei danni per le spiagge di Elba e Versilia, al litorale apuano, ai crinali, ai parchi». A chi lo accusa di appartenere alla categoria di blocca­sviluppo incapaci di trovare alternative alla disoccupazione, Pardi replica con i centinaia di milioni spesi per i danni provocati dal dissesto idrogeologico. «Se quei soldi fossero stati investiti per mantenere gli argini di fiumi, torrenti e fossi, per evitare frane, smottamenti e alluvioni, lo Stato avrebbe risparmiato  denaro e dato lavoro a tanti giovani».

(Intervista di Marco Gasperetti)

 

imagesRossano Pazzagli: Chi stravolge fa male al turismo, su il Tirreno.

Negli anni ’60 Antonio Cedema con il dossier “L’assalto alle coste toscane” (“Abitare”, n. 61, 1967) lanciava l’allarme per “un’ondata di lottizzazioni senza precedenti che si e abbattuta e si sta abbattendo su tutto il litorale tra Cecina e Piombino”. Poi con i nuovi piani urbanistici degli anni ’70, l’istituzione del Parco di Rimigliano e, vent’ anni piu tardi, con la creazione dell’inter0 sistema dei parchi della Val di Cornia si era posto un argine alla cementificazione della costa, sviluppando un turismo più attento all’integrazione tra mare e collina, tra ambiente e beni culturali. Oggi, con lo stravolgimento del piano paesaggistico, il Partito democratico toscano torna all’attacco dei litorali, riaprendo alla cementificazione con la scusa della qualità e del turismo. In realtà così facendo si va contro il significato del fare turismo oggi, di fronte a una domanda turistica sempre piu orientata verso l’integrazione delle risorse e la naturalità dei luoghi.

Quello che dobbiamo perseguire è un turismo non massificato, di tipo esperienziale, più in linea con i caratteri de] paesaggio e l’identità del territorio. Chi vuole riaprire le coste alla cementificazione non ha capito che cos’e il turismo sostenibile. Così si finirà per danneggiare lo stesso turismo balneare, che va in cerca di paesaggio, di spiagge, di pinete e di sole, non di qualche pezzo di periferia urbana in riva al mare. Il piano paesaggistico elaborato con metodo partecipativo dalla Regione Toscana, e dall’assessore Marson in particolare, ci metteva sulla strada giusta. Ora i tentativi di vari consiglieri regionali del PD di snaturarne i contenuti ci riportano indietro e fanno fare una figuraccia nazionale alla Toscana.

 

imagesFerruccio Sansa: II Nazareno del cemento minaccia la Toscana, su Il fatto quotidiano.

Il Nazareno del cemento. Ora tocca alla Toscana affrontare l’assalto che Pd e Forza Italia stanno cercando di portare al paesaggio: dalla Lunigiana alla Garfagnana, da Lucca al Valdarno passando per la costa, le dune. Fino alle Apuane con le cave dove Michelangelo andava a cercare il marmo per i suoi capolavori. Il braccio di ferro va avanti da settimane, sempre più duro mano a mano che ci si avvicina alle elezioni regionali. Al centro il Piano Paesaggistico della Regione Toscana voluto da Anna Marson, assessore all’Urbanistica. Un modello di tutela ambientale.

A un passo dall’approvazione ecco spuntare un mare di emendamenti. Da destra e, inaspettatamente, dal centrosinistra che sostiene Marson. Sono praticamente la fotocopia gli uni degli altri: si prevede che le “direttive” indicate nel piano siano trasformate in semplici “indirizzi”. Termini tecnici, in pratica cosi si lascerebbe ai comuni mano libera per fare i fatti propri. Ancora: le criticità indicate dal Piano sarebbero da considerare semplici valutazioni. Non tassative. Insomma, il Piano diventerebbe un colabrodo. Cominciano polemiche, lotte di corridoio, perché qui ballano interessi di centinaia di milioni. Il governatore Enrico Rossi, che non si sa esattamente cosa pensi in proposito, ha tentato una mediazione: “Lodo Rossi”, lo ha chiamato qualcuno. Dopo pochi giorni tutto da capo. Ricompaiono gli emendamenti che passeranno in commissione in queste ore. E che   rischiano di mettere in pericolo paesaggi tra i più belli e delicati della Toscana. Quindi d’Italia.

Il meccanismo e affinato con il cesello, ma un occhio esperto lo “sgama”. Proprio com’è avvenuto quando i tecnici della Regione Toscana hanno letto i nuovi emendamenti. Dove era scritto che bisogna “evitare” ecco invece “contenere”. Lo stesso discorso vale per le piattaforme turistico-ricettive, gli enormi complessi in riva al mare che potreste trovare a Dubai. Insidiate anche le splendide corti lucchesi costruite nel tardo Medioevo. Il Piano Marson mirava a evitare che fossero inglobate nella periferia che si espande. Ma gli emendamenti del Nazareno non ci stanno. In Valdarno l’obiettivo sono le balze e i calanchi. Poi le cave delle Apuane. Che devono avere molti sponsor. Gli emendamenti prevedono la loro riapertura praticamente senza limiti. Il testo degli emendamenti merita di essere letto, tocca punte di vera poesia  mentre vuole dare il via libera alle ruspe: “Sono anche i macchinari che tagliano la pietra e che spuntano tra il verde delle montagne a ricordare al tempo stesso la potenza della natura e la capacita dell’uomo di inserirvisi”. Roba che nemmeno Carducci!

Fino al capolavoro finale: l’assalto alla via Francigena – l’antica via dei pellegrini – che attraversa tutta la campagna Toscana più intatta. “Il piano – raccontano negli uffici regionali – prevedeva il divieto di nuove lottizzazioni che alterassero la “lettura”, cioè “la visione dei centri storici lungo i crinali”. Divieto cancellato, almeno nelle intenzioni. Ma ora si annuncia battaglia durissima. E Rossi dovrà dire da che parte sta.