Dario Parrini: dottor Jekyll e mr Hyde

downloaddi PAOLO BALDESCHI, su Eddyburg, 10 Febbraio 2015.

Dario Parrini, segretario regionale del Pd, di nomina e osservanza renziana, nel suo intervento a sostegno della candidatura di Enrico Rossi a Presidente della Regione Toscana, ha avuto parole sbagliate nella forma e nel merito a proposito dell’intervista sul Pit-Piano paesaggistico toscano rilasciata dal sottosegretario del Mibact Ilaria Borletti Buitoni. Cosa ha detto la Borletti Buitoni? Che il Piano paesaggistico necessariamente è frutto di compromessi e che il compromesso raggiunto a proposito della tutela delle Apuane rappresenta un limite di equilibrio che, se fosse varcato in senso peggiorativo, potrebbe mettere in forse l’approvazione del Piano da parte del Mibact.

Dichiarazione quanto mai opportuna, dal momento che alcuni sindaci della zona, in perfetta e sospetta sintonia con le ditte di escavazione, reclamano a gran voce il ritorno al far west cui, invece, il Piano vuole dettare alcune regole: incuranti – sindaci e imprese – dei rinvii a giudizio che hanno colpito il sindaco di Carrara, assessori, dirigenti comunali e imprese per i danni erariali provocati da una non innocente sottovalutazione del valore di mercato del marmo, ciò che ha consentito elusione fiscale e penalizzato i Comuni per minori introiti.

Parrini ha definito, senza alcuna motivazione, le giuste esortazioni del sottosegretario “superbe” e ha invitato la Borletti Buitoni a occuparsi dei fatti suoi, perché il consiglio regionale toscano non ha bisogno di “richiami”; aggiungendo, con un tocco di maschilismo che l’intervista in questione “gli fa tenerezza” (sottinteso: le donne sono delle testoline sventate , soprattutto quando si occupano di politica). Quanto al merito, Parrini sbaglia: il Piano paesaggistico è co-pianificato tra Mibact e Regione per precisa scelta politica e la sua approvazione da parte del Ministero comporta una serie di semplificazioni nelle zone vincolate, importanti per i Comuni e importanti anche per chi ha fatto un credo di efficienza e snellimento delle procedure. Ma il Mibact e le Soprintendenze toscane, che hanno svolto un lungo e meritorio lavoro insieme ai funzionari regionali sulla vestizione dei vincoli e sulla disciplina del piano, non sono – come vorrebbe Parrini – dei “convitati di pietra”: che il sottosegretario del Mibact con delega al paesaggio esprima la sua opposizione a modifiche del testo concordato sotto la spinta dellelobby del marmo non solo è legittimo, ma anche doveroso.

Parrini non fa tenerezza, piuttosto dispiacere a chi si ricorda di lui come ottimo sindaco di Vinci, attento alla tutela del territorio con piani regolatori “illuminati”; uno dei pochi sindaci toscani che ha non solo promosso un progetto di riqualificazione di una zona semi-degradata, ma lo anche brillantemente realizzato. Parrini dottor Jekyll, diventato come proconsole renziano improvvisamente Mr Hyde; con delusione di coloro (sono tra questi) che pensavano che, proprio per i suoi trascorsi, il segretario regionale del Pd potesse sostenere l’assessore all’urbanistica Anna Marson e orientare la politica toscana in difesa e promozione di ambiente e paesaggio: per un “modello di neoambientalismo toscano” che non è né di destra né di sinistra, ma semplicemente innovativo e all’altezza dei tempi.

 

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