lettera di Paolo Baldeschi, sul Corriere Fiorentino del 25 febbraio.
(scritto prima degli ultimi sviluppi della vicenda)
Caro Direttore,
Tra gli emendamenti al Pit-Piano paesaggistico richiesti da Pd e Forza Italia in commissione consiliare, si legge: “Le criticità contenute nelle schede di ambito costituiscono valutazioni scientifiche non vincolanti a cui gli enti territoriali non sono tenuti a fare riferimento nell’elaborazione degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica“. Questa proposta si aggiunge a quella di sterilizzare il piano trasformandone le direttive in indirizzi.
Ma quali sono queste criticità di cui i Comuni sono invitati a non tenere conto? Prendiamone due ad esempio. Per la Lunigiana, il Piano segnala tra i numerosi problemi: “I fondovalle delle valli tributarie maggiori, e le conoidi, sono l’ultima barriera idrologica prima del Magra e alimentano la falda principale di fondovalle. Queste funzioni sono minacciate dal consumo di suolo e conseguente impermeabilizzazione. Il fondovalle principale dovrebbe essere considerato interamente esondabile. L’espansione dell’insediamento in quest’area genera gravi rischi idraulici“. Una criticità desumibile non solo da “valutazioni scientifiche” ma anche da una storia recente che ci ricorda come nell’ottobre del 2011 il Magra, tracimando, abbia lasciato, oltre a danni gravissimi nella città di Aulla, 70 famiglie senza tetto. Ma la sesta commissione raccomanda che sia consentito ai Comuni di non fare riferimento a tutto ciò nei loro strumenti urbanistici!
Un altro esempio: nella Bassa Maremma il Piano indica fra le altre criticità che: ” I sistemi idraulici della costa e delle pianure non hanno raggiunto un equilibrio stabile e sono tra i più sensibili della Toscana. Ne è testimonianza la precaria situazione idraulica della piana dell’Albegna, legata alla struttura e alla dinamica naturale del bacino ma anche alla necessità di adeguamento di alcune opere“. L’alluvione che ha interessato l’Albegna nel novembre del 2012 ha provocato 6 vittime, ma cosa importa! Segnalare la criticità del fiume nel basso corso e l’inadeguatezza delle opere idrauliche lede l’autonomia dei Comuni che pertanto possono continuare a urbanizzare ignorando questa “valutazione scientifica”, naturalmente in nome di uno sviluppo coniugato con la difesa dell’ambiente. Insomma, in Toscana non esistono criticità reali di cui la politica debba tener conto. Il segretario regionale del Pd, Dario Parrini, affermava, in risposta a un mio articolo apparso sul Correre fiorentino, che “non bisogna confondere la tutela col vincolismo astratto e cadere in eccessi prescrittivi come quelli per fortuna rimossi durante l’iter consiliare”. Speriamo che questa frase non valga anche il 10 marzo, quando il Consiglio regionale della Toscana sarà chiamato a decidere se prevalgono la sicurezza e l’incolumità dei cittadini o gli interessi di costruttori ed escavatori.
Paolo Baldeschi
Quando la lettera è già stata scritta, sembra quasi certo che il PD abbia fatto macchina indietro, ritirando in tutto o in parte il cosiddetto maxiemendamento. Vale comunque di diffondere questo testo per i riferimenti alla sicurezza del territorio.