Il caso Apuane: gli interessi delle cave non mettano a rischio l’intero piano paesaggistico.
La Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio, il Fondo Italiano per l’Ambiente in Toscana, Italia Nostra sezione toscana, Legambiente toscana e la Commissione Regionale Tutela Ambiente Montano del CAI rivolgono un appello ai Consiglieri regionali affinché il Piano paesaggistico sia approvato “presto e bene” dopo le controdeduzioni fatte proprie dalla Giunta Regionale.
Firenze, 6 febbraio ’15
L’approvazione del Piano Paesaggistico è auspicabile, urgente e necessaria, sebbene il piano presenti tuttora punti di debolezza da migliorare per rendere più efficace la nuova disciplina paesaggistica, punti che potrebbero essere discussi ed emendati in Consiglio Regionale nella fase di approvazione finale. Rivolgiamo, quindi, un appello ai consiglieri affinché si impegnino a confermare e a perfezionare la disciplina di piano, richiamando l’attenzione, in particolare, sulla necessità di una rigorosa tutela delle Alpi Apuane.
Le associazioni ambientaliste continuano ad esprimere le loro riserve su alcuni punti, come la possibilità di riaprire le cave dismesse da non più di venti anni a quote superiori a 1.200 m., anche se queste saranno sottoposte a verifica di compatibilità paesaggistica, ma apprezzano che sia stata elaborata una carta molto precisa dei crinali principali e secondari del complesso montuoso, che renderà più coerente tale valutazione.
Inoltre, ritengono che i piani attuativi di bacino, strumento fondamentale per la tutela, anche se di iniziativa privata – come previsto – debbano garantire in ogni caso il controllo pubblico e la massima trasparenza, soprattutto se verranno introdotte anche qui le opportunità partecipative previste dalla LR 65/2014.
Sottolineano, peraltro, che l’approvazione senza ulteriori arretramenti della normativa per le Alpi Apuane avrà – grazie agli accordi con il Ministero dei Beni Culturali – anche l’effetto di garantire in tutti i Comuni della Toscana l’auspicata semplificazione delle procedure relative agli interventi edilizi nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico: una serie di interventi minori, volti alla riqualificazione dell’edificato esistente, non necessiteranno dell’autorizzazione da parte della Soprintendenza. Sarebbe molto negativo se questo risultato venisse messo in crisi soltanto perché alcuni Comuni apuani, sollecitati da imprese private, continuano ad opporsi a qualsiasi forma di regolazione e di disciplina delle attività di cava, rendendo così impossibile la copianificazione e l’approvazione del Piano da parte del Mibact e facendo cadere, così, i dispositivi di semplificazione meritoriamente introdotti.
Ritengono, infine, che vada sostenuto con forza un approccio volto a snellire le procedure di tanti piccoli progetti che riguardano la stragrande maggioranza della popolazione toscana, per dedicare invece la massima attenzione alle grandi operazioni che veramente comportano consumo di suolo e ferite nel paesaggio, quelle che traggono maggior vantaggio dal vuoto normativo che caratterizza la situazione attuale.