Codice di regole condivise per il buon governo.
Toscana notizie, 18 gennaio 2014.
Approvato dalla Giunta regionale, su iniziativa dell’assessore Anna Marson, il Piano paesaggistico della Toscana, che costituirà integrazione al Pit. Gli elaborati verranno ora inoltrati al Consiglio per l’adozione e approvazione.
“Un piano ‘ciclopico’ – così lo ha definito il presidente Enrico Rossi – che stabilisce regole più precise per tutelare il nostro territorio e garantire il buon governo delle possibili trasformazioni. Riduce la discrezionalità sugli interventi con l’obiettivo di evitare speculazioni ed ecomostri e tutelare il carattere di bene comune del nostro paesaggio. Un paesaggio che è tutelato sulla base di 365 vincoli per decreto e di quelli della legge Galasso, che insieme coprono oltre il 60% del territorio. Questo ci consentirà di lasciare in eredità alle future generazioni una regione ancora bella e attraente”.
“E’ un piano che approfondisce la conoscenza, l’interpretazione e la rappresentazione dei paesaggi presenti sull’intero territorio regionale – spiega l’assessore Marson – codificandone gli obiettivi di qualità da garantire nelle trasformazioni. L’insieme dei suoi elaborati consente di superare pareri eccessivamente discrezionali, a favore di un insieme di regole pubblicamente deliberate e condivise, capaci di indirizzare le trasformazioni verso il buon governo del paesaggio”.
A differenza degli altri strumenti di pianificazione regionale, concepiti come strumenti di prevalente indirizzo di un’attività comunale in buona misura autonoma, il piano paesaggistico, ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio, e dei suoi contenuti “copianificati” con il Ministero competente, è un piano sovraordinato cui sono tenuti a conformarsi gli altri piani e programmi di livello regionale e locale.
Nei due anni di lavoro alla redazione del piano, per il quale la competente struttura regionale ha potuto avvalersi del contributo scientifico di tutti gli atenei toscani, e del lavoro di numerosi giovani ricercatori, e’ stata approfondita sia la conoscenza dei fattori e delle relazioni che definiscono i diversi paesaggi toscani, e la loro percezione, che codificati i valori, le criticità e la disciplina delle aree interessate da vincoli paesaggistici.
I vincoli paesaggistici, che riguardano le 365 aree oggetto di specifici decreti ministeriali nel corso del tempo e le aree vincolate per legge come coste, fiumi, torrenti e corsi d’acqua, territori coperti da foreste e boschi, e così via, sono stati contestualizzati, specificati e puntualmente disciplinati in coerenza con le conoscenze, le interpretazioni e le discipline strutturate dal piano per l’intero territorio regionale.
“I diversi elaborati del piano – aggiunge l’assessore regionale – alla scala regionale, alla scala d’ambito, e per le diverse categorie di beni paesaggistici formalmente riconosciuti, costituiscono nel loro insieme un formidabile avanzamento delle conoscenze relative al territorio e al paesaggio regionale e una maggior certezza delle regole che verranno applicate nel valutare i progetti di trasformazione proposti”.
Un piano per il paesaggio toscano
“Il paesaggio in Toscana conta – dice ancora l’assessore – è un bene comune di tutti i suoi abitanti, che incorpora la memoria del lavoro delle generazioni passate e costituisce un patrimonio per le generazioni a venire. Questo bene comune, la cui riproduzione richiede non solo tutela, ma anche cura e manutenzione continua, rappresenta un valore aggiunto straordinario in termini di riconoscibilità ma di attrattività anche economica del territorio. Per fare questo occorre riuscire a superare la settorialità delle attuali politiche di sviluppo economico a favore di una maggiore contaminazione e integrazione reciproca fra politiche di sviluppo e politiche per il paesaggio. E’ questa la chiave decisiva per il futuro del paesaggio toscano e del benessere della regione. Ed è con questo spirito che la Regione nell’attuale legislatura ha intrapreso e portato a compimento il percorso di redazione del nuovo Piano paesaggistico”.
Gli obiettivi del Piano paesaggistico
I “metaobiettivi” del piano sono una migliore conoscenza delle caratteristiche identitarie dl territorio della Regione Toscana, e dunque anche del ruolo che i suoi paesaggi possono svolgere nelle politiche di sviluppo regionale; una maggiore consapevolezza del fatto che una più strutturata attenzione al paesaggio può portare alla costruzione di politiche più integrate ai diversi livelli di governo; e infine un rafforzamento del rapporto tra paesaggio e partecipazione, tra cura del paesaggio e cittadinanza attiva.
Dentro a questa cornice complessiva si collocano gli “obiettivi strategici”. Tra i principali ci sono quello di garantire la fruizione collettiva dei diversi paesaggi della Toscana (accesso alla costa, ai fiumi, ai territori rurali) e quello di assicurare che le diverse scelte di trasformazioni del territorio e del paesaggio abbiano come supporto conoscenze, rappresentazioni e regole adeguate. Quest’ultimo obiettivo, secondo Marson, significa anche certezza delle regole, e quindi riduzione della discrezionalità relativa ai procedimenti, ai tempi e alle stesse valutazioni di merito che incidono sulle decisioni.
L’architettura del piano
Il piano è organizzato su due livelli, quello regionale, e quello d’ambito. Il livello regionale a sua volta è articolato in una parte che riguarda l’intero territorio regionale, trattato in particolare attraverso le “invarianti strutturali”, e una parte che riguarda invece i “beni paesaggistici” formalmente riconosciuti in quanto tali.
Gli ambiti in cui è stato suddiviso il territorio regionale sono 20: Lunigiana, Versilia e costa apuana, Garfagnana e Val di Lima, Lucchesia, Val di Nievole e Val d’Arno inferiore, Firenze-Prato-Pistoia, Mugello, Piana Livorno-Pisa-Pontedera, Val d’Elsa, Chianti, Val d’Arno superiore, Casentino e Val Tiberina, Val di Cecina, Colline di Siena, Piana di Arezzo e Val di Chiana, Colline Metallifere, Val d’Orcia e Val d’Asso, Maremma grossetana, Amiata, Bassa Maremma e ripiani tufacei.
Per definire i venti ambiti, ai fini di una maggiore efficacia delle politiche territoriali e nel riconoscimento del senso di appartenenza delle comunità locali, sono stati in generale rispettati i confini comunali, con una sola eccezione (Castelnuovo Berardenga) dettata dalla particolare configurazione territoriale. Per ogni ambito è stata redatta una specifica “Scheda d’ambito”, che approfondisce le elaborazioni di livello regionale ad una scala di maggior dettaglio, sintetizzando i relativi valori e criticità, nonché formulando specifici obiettivi di qualità e la relativa disciplina.
Gli elaborati del piano
L’insieme degli elaborati del Piano paesaggistico è costituito dalla disciplina generale, dalle elaborazioni di livello regionale (oltre agli abachi relativi alle invarianti, un approfondimento sui caratteri rurali storici e un’iconografia della Toscana degli ultimi sette secoli), dalle elaborazioni a livello di ambito con le singole schede, dalle nuove cartografie per l’intero territorio regionale, dalle schede e cartografie relative alle diverse categorie dei beni paesaggistici, e da vari allegati, tra cui le carte della”intervisibilità”, un progetto di paesaggio per la valorizzazione dei percorsi della mobilità dolce, linee guida per la riqualificazione paesaggistica dei tessuti urbanizzati di frangia e norme comuni per le energie rinnovabili.
Scritto da Lorenza Pampaloni
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