che si oppongono alla nuova Legge Urbanistica toscana?
E che cosa rappresentano gli Ordini professionali in nome dei quali, a quanto pare, vengono espressi gli attacchi di cui abbiamo letto in questi ultimi giorni?
Già nello scorso mese di maggio si erano avute le prime avvisaglie di questa “campagna”: già allora i “professionisti” avanzavano critiche e perplessità sui punti principali della proposta di legge che oggi è stata approvata dalla Giunta Regionale, come il contenimento del consumo di suolo e il controllo della pianificazione comunale (si veda in questo sito gli interventi sulle regole per il buongoverno). A sentire gli stessi Ordini professionali, le critiche erano espresse in nome di tutti gli iscritti, di tutti i professionisti. Contestando la regolarità di una simile presa di posizione, ampiamente riportata sui giornali locali, l’arch. Beppe Rinaldi (allora membro del Consiglio dell’Ordine della provincia di Firenze) aveva scritto una lettere alla redazione fiorentina di Repubblica, che non fu mai pubblicata. Visto che il tema è di nuovo attuale, ci sembra giusto pubblicare quella lettera: Gent ma Ilaria Ciuti, leggo il Suo articolo del 18 Maggio u.s. (…) Sentendomi coinvolto dalle affermazioni dei Colleghi nel Suo articolo, vorrei precisare quanto segue: A fine Marzo è uscito dall’Ordine un comunicato stampa, non firmato, con una posizione durissima verso la Bozza di Legge Urbanistica Regionale. Questa posizione, assunta utilizzando la forza numerica ma non la consapevolezza degli Architetti, non è stata discussa in Consiglio, né è mai seguita una Delibera; è stata assunta e diffusa all’insaputa del Consiglio e della stessa Commissione Urbanistica dell’Ordine. Tutti l’abbiamo appresa dai media. Questa uscita, avvenuta fuori da qualunque procedura istituzionale, non ha alcun valore; lede inoltre e direttamente le prerogative del Consiglio, per non parlare dell’imbarazzo che può creare negli Iscritti. Chi aveva l’obbligo di privilegiare il Consiglio, per rispetto all’Istituzione di cui parla con “consigliocentriche” buone intenzioni, non ha avuto esitazione a propalare ai media una posizione del tutto autoreferenziale. Desidero far riflettere lei e, tramite il Suo Giornale, i Colleghi tutti e i cittadini, sulla credibilità di chi, anonimamente, ha coinvolto gli Architetti della nostra Provincia in decisioni da loro mai discusse, mai condivise, mai prese. La gravità di questo atto riguarda anche la struttura stessa dell’Ordine; si è andati talmente al di là, al punto da dimenticarsene: l’Ordine non rappresenta gli Architetti di Firenze, è solo l’Ente di Stato che gestisce l’Albo degli Architetti di questa Provincia e con le attribuzioni che la Legge gli dà. Anche ammettendo una funzione di rappresentanza, a maggior ragione le prerogative del Consiglio, le ragioni dell’approfondimento e della discussione nelle sedi deputate (Consiglio, Commissioni e Assemblee con gli Iscritti) debbono essere rispettate al massimo grado; ma questo non è stato fatto. E non solo questa volta, come si vede. Si è compromessa la credibilità di un intero Ordine e quindi la sua possibilità di sedere con prestigio a un Tavolo Regionale di discussione. Si è azzoppata clamorosamente l’occasione di inserire gli Architetti nel dibattito sul Restauro territoriale ed edilizio di beni pubblici e privati di questa Regione, che potremmo a ragione definire Patrimonio dell’Umanità, e sul contributo che un nuovo concetto di restauro poteva portare all’economia di questa Regione, a quella di tanti Studi Professionali, di tante Imprese, di tanti Comuni. Mi auguro che l’autoreferenzialità di chi ha commesso questo errore strategico non pregiudichi questa possibilità, ma certo mi domando come possa, chi è responsabile di questa miope azione, rispondere a una sfida Regionale, se non è neppure in grado di intravederla. Distinti saluti, Beppe Rinaldi Consigliere dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Firenze