Uso vs. Consumo di suolo

Riportiamo un resoconto dell’importante incontro che si è tenuto il 20 novembre presso la Regione Toscana, a Firenze (il testo è più oggettivo possibile: non tutto, evidentemente, è condivisibile da parte nostra).

Oggetto dell’incontro è stato il Disegno di Legge sul consumo di suolo, cosiddetto DdL Catania (Disegno di legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo), approvato dal Consiglio dei Ministri il 14 novembre scorso. Hanno partecipato Enrico Rossi, Anna Marson e Gianni Salvadori, della giunta regionale Toscana, insieme a Carlo Petrini e Salvatore Settis, nonché al ministro delle politiche agricole Mario Catania (si può scaricare L’ultima versione del ddl)

Gianni Salvadori (assessore all’Agricoltura) introduce l’incontro affrontando la questione del reddito ai contadini. Ricorda quindi le misure di integrazione al reddito proposte dalla Regione, quelle per limitare il fotovoltaico a terra. Comunica la presentazione, all’ultimo Consiglio, del progetto Banca della Terra, che garantirebbe a chi vuol fare l’agricoltore l’accesso ai terreni demaniali e anche privati (dei proprietari che vogliono mettere a disposizione terreno).

Francesco Sassoli (Sistema Informativo del Territorio) presenta i risultati di una recente rilevazione della variazione dell’uso dei suoli in Toscana, con diverse metodologie, dalle quali risulta una serie storica completa dal 1954 ad oggi (Si può consultare; 20 novembre presentazione Sassoli). I risultati completi si trovano nel sito della Regione Toscana. La superficie urbanizzata risulta passata dal 3.59 % del dopoguerra, rispettivamente al 7,30 o all’8,30 %, a seconda delle metodologie utilizzate. Nell’intervallo 2007-2010 sono stati urbanizzati 3272 ettari, corrispondenti a 2,99 ettari al giorno.

Da notare che l’incremento annuo della superficie urbanizzata, che era sceso fra il 1988 e il 1996 allo 0,54 % (da valori vicino allo 0,8 nei decenni precedenti), risulta risalito a 0,67nel periodo fra il 1996 e il 2007, cioè proprio negli anni in cui entra in vigore la legge 5/95 per il governo del territorio, al contrario di quanto ha sempre cercato di dimostrare l’allora assessore Riccardo Conti. Fra il 1996 e il 2007 sono stati urbanizzati4,19 ettarial giorno, In assoluto, in Toscana al 2010 gli ettari urbanizzati sono 196198: quasi 2000 kmq.

L’attuale assessore al Territorio, Anna Marson è intervenuta sul DdL Catania per sostenere che la Regione Toscana è stata erroneamente inserita dalla stampa tra le regioni che vorrebbero bloccare il DdL: si trattava invece di proposte emendative in sede di conferenza delle Regioni, che poi non sono state accettate. In particolare, si criticava l’opportunità di distribuire ulteriori quote edificatorie anziché intervenire sul sovradimensionamento dei piani. L’assessore pone quindi l’accento sulla qualità dei terreni da consumare, poiché il dato quantitativo può essere deviante. Anna Marson si chiede a questo punto che cosa succede del territorio non consumato: come garantirne la cura e la manutenzione? In Toscana “ci stiamo provando” – afferma – con il parco agricolo della Piana (7000 ettari). Oltre alla salvaguardia vanno promosse nuove forme di uso agricolo.

Interviene quindi Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e del Forum Salviamo il Paesaggio, che riconosce la validità dei principi su cui si fonda il DdL Catania, che tuttavia va migliorato nell’assetto tecnico. In proposito Petrini era già intervenuto con un articolo su Repubblica del 15 settembre (Petrini: La strategia per salvare il belpaese). Suggerisce di chiedere ai candidati alle primarie del PD che cosa pensino di questo DdL, e in generale del tema del consumo di suolo. Si domanda quindi se un DdL così importante potrà mai essere discusso dalle attuali strutture parlamentari (con il rischio di peggiorare il testo), o se tutto verrà rimandato al prossimo Parlamento.

Salvatore Settis, autore fra l’altro del libro Paesaggio, Costituzione, cemento (2010), prende atto dei miglioramenti apportati al DdL dopo l’articolo su Repubblica del 21 ottobre (Settis: paesaggio in pericolo) nel quale aveva stroncato il testo del ministro Catania, dopo un primo apprezzamento analogo a quello di Petrini. Settis ritorna sui temi della formazione dei dispositivi giuridici che regolano paesaggio e urbanistica, ai meriti e alle contraddizioni del sistema italiano. Infatti conclude sostenendo la necessità di integrare il testo con i necessari riferimenti alla Costituzione, e propone alcuni interessanti emendamenti: art. 1: aggiungere art. 9 Costituzione (è citato solo il 117, riguardante l’urbanistica); art. 3: determinare la superficie agricola da “consumare” non impedisce il consumo, sarebbe invece opportuno un taglio lineare (visto che il governo ama i tagli lineari!). Peraltro auspica di riservare l’eventuale consumo esclusivamente ad opere di interesse pubblico. Anche il meccanismo a cascata, dal Ministero ai Comuni passando dalle Regioni, rischia di incrementare il consumo anziché contenerlo. Infine, osserva che l’art. 7 è il più felice, perché propone di ritornare alla legge “Bucalossi” del 1977 per quanto riguarda la destinazione degli oneri di urbanizzazione. Trova tuttavia scandaloso l’intervallo di tre anni di tempo previsti tra l’approvazione della legge e la pubblicazione dei regolamenti, si tornerebbe agli effetti della “legge Ponte” del 1967, quando proprio nell’intervallo dell’entrata in vigore si scatenò la speculazione edilizia.

Il presidente Enrico Rossi interviene ricordando la revisione in atto della LR 1/2005, della quale è necessario regolamentare alcune direttive che già vanno nel senso della limitazione del consumo di suolo: ad es. l’art. 4, comma 3, sul riuso del patrimonio esistente, che non è mai stato applicato sul serio. Sottolinea l’innovazione della LR 21/2012 in materia di difesa dal rischio idraulico, che dà priorità alla messa in sicurezza sull’edificazione: fermando l’edificazione nei fondovalle a rischio si mette sotto vincolo il 7% del territorio pianeggiante toscano.

Infine il ministro Mario Catania lamenta la perdita in 50 anni di 5 milioni di ettari di suolo agricolo, un terzo dei quali è stato assorbito dall’urbanizzazione (e due terzi se ne sono andati in abbandono e inselvatichimento). Sottolinea che la cementificazione dei terreni è un fatto irreversibile, e sostiene l’obbligo morale di conservare le terre agricole. Definisce il suo DdL un “intervento a gamba tesa”, che invade il terreno dell’urbanistica: è un intervento unilaterale che non mette a sistema i quattro temi che interessano il paesaggio/territorio (agricoltura, beni culturali, ambiente, urbanistica). Per il ministro, il DdL recepisce un’istanza già matura nella società (così come, sostiene, le direttive di Passera sulla riqualificazione della città); e anzi, a suo parere, l’attuale governo sta recependo queste istanze avanzate.

Per altri commenti e sintesi degli interventi si veda questo articolo su gonews.it e l’intervento di Settis sul sito Salviamo il paesaggio.