Ad Arezzo, presso San Zeno, è operativo (formalmente dal 2000, di fatto da qualche anno prima) un inceneritore per rifiuti urbani ed assimilati (sia tal quali che da selezione meccanica) con potenzialità 38.000-42.000 t/a. Il Piano Straordinario dei rifiuti dell’ATO Toscana Sud del 2008 (comprendente le province di Arezzo, Siena e Grosseto) ne ha previsto uno nuovo, per la termovalorizzazione di circa 75.000-80.000 t/a, con conseguente demolizione/bonifica del vecchio. La prima cosa che desta scandalo è che la percentuale di RD da raggiungere – simulata dagli estensori del piano, talmente bassa da giustificare il nuovo impianto – non arriva al 50%, mentre a fine 2012 l’ambito dovrebbe arrivare al 65%! La seconda questione scandalosa è che il nuovo inceneritore è stato dimensionato sulla base di una produzione totale di rifiuti urbani ed assimilati (nel sub-ambito aretino) di oltre 230.000 t/a, mentre la crisi dei consumi e della produzione ha fermato la quantità di rifiuti a 200.000 t/a! Già questi due fatti concreti avrebbero dovuto far soprassedere i decisori politici dall’intraprendere una spesa stratosferica (circa 85 milioni di euro) ma ciò non è avvenuto… Nel frattempo, è stato attivato un progetto europeo (il Life +) finanziato con fondi comunitari, concepito per verificare se l’area di San Zeno è in grado o meno di sopportare ulteriori industrie insalubri di prima classe (essendo essa già abbondantemente satura di impianti a combustione di tutti i tipi, ad es. la CHIMET) Tale progetto ha una durata – da Protocolli dell’OMS – di 39 mesi: ma, altra cosa che desta scandalo, si intende anticipare i tempi della valutazione sanitario/epidemiologica, incardinata – assieme a tanti altri step di avanzamento – nel complessivo dispiegarsi del Life +: questo per non far perdere tempo “prezioso” ai vincitori della gara per il servizio integrato dei rifiuti dell’ATO Sud, ai quali interessa solo la progettazione, costruzione e soprattutto gestione del nuovo inceneritore, vero core-business?
Sta a tutti coloro che hanno a cuore l’ambiente e la salute della gente che vive e lavora in quella disgraziata località, cioè a noi, evitare tale scempio, costoso, insalubre ed anche inutile!
Associazione Tutela Valdichiana