Il 2010, come leggiamo in un comunicato dell’ENEL, “ha fatto registrare un
dato record di nuovi impianti fotovoltaici in Toscana: sono oltre 4mila i nuovi impianti di privati, Enti o Pubbliche Amministrazione che Enel ha allacciato alla rete elettrica sul territorio regionale”. Nel comunicato si
aggiunge che “per la maggior parte si tratta di impianti di taglia piccola e media dai 3 ai 20 kw, la cui quantita’ e’ pari all’87,5% del totale delle attivazioni, ma non mancano impianti di taglia maggiore, da 1 Mw o più, corrispondenti allo 0,5% come numero di allacci ma al 32% quanto a potenza installata”. Sono proprio questi maxi-impianti di pannelli a terra che preoccupano i cittadini, particolarmente in Maremma e in val di Cornia. Si tratta di impianti con un impatto paesistico disastroso, che occupano decine di ettari di suolo agricolo di pianura, per l’occasione dichiarato “di scarso pregio”.
«Nessuno può dirsi contrario alle energie rinnovabili – ha detto l’assessore Marson -. Il problema è che la loro incentivazione ha mosso grandi interessi finanziari sui terreni agricoli. E allora, perché non spostare gli impianti dai campi alle officine, usando i tetti dei capannoni industriali, commerciali e i parcheggi?».
La delibera viene ora discussa in Consiglio regionale, dopo aver provocato vivaci reazioni positive e negative, anche all’interno del fronte ambientalista: da più parti vengono avanzate proposte di emendamenti che tendono di fatto a favorire la proliferazione dei maxi-impianti a terra, in nome delle energie rinnovabili. Da parte di associazioni di categoria, come la Coldiretti, la proposta è stata accolta favorevolmente perché contrasta un processo che è stato definito di “colonizzazione” del territorio toscano da parte di imprese nazionali e internazionali.
I partecipanti al Convegno su “Energie rinnovabili e Beni Comuni”, organizzato a Castiglion Fiorentino dal Comitato Tutela Valdichiana e dalla Rete dei comitati per la difesa del territorio, si schierano apertamente a
favore della proposta di Delibera e chiedono al Consiglio Regionale di approvarla come primo passo verso l’introduzione di nuove regole per tutelare il territorio, in attesa che la Regione stessa definisca i criteri per il corretto inserimento paesaggistico di tutti gli impianti a energia rinnovabile, inclusi quelli eolici.